Ai Giovani Questa politica non interessa. E a questa politica non interessano i giovani.
Tre ragazzi su quattro non la seguono affatto, oltre la metà non si identifica
come di destra o di sinistra, neppure uno su tre saprebbe chi votare. Il
distacco crescente verso il mondo delle istituzioni di chi ha tra i 14 e i 18
anni (..). Perché, in un Paese che invecchia, i partiti sono stati i primi a
concentrarsi sui più anziani. Per un motivo tanto semplice quando cinico: sono
tanti, continuano ad aumentare e vanno a votare più di tutti. “In questo
momento gli elettori con oltre 65 anni sono un milione in più di quelli che
hanno meno di 35 anni”, illustra Alessandro Rosina, docente di Demografia e
statistica social della Cattolica di Milano. (..). Un passo verso i minori che
al di là dei nostri confini è già diventato realtà: dal 2007 l’Austria ha
esteso il voto ai sedicenni, lo stesso hanno fatto alcuni land in Germania e
infine la Scozia. In Italia una mossa in questa direzione l’ha promossa il
Partito Democratico nelle sue primarie, aperte al voto dei sedicenni.
All’estero del Pd c’è poi un discreto numero di disegni di legge, parcheggiati
nelle commissioni affari costituzionali di Camera e Senato, in cui si chiede
una modifica della Carta per estendere il suffragio: due i progetti presentati
nel corso della XV legislatura, cinque nella XVI e altri cinque in quella
ancora in corso. Proposte che arrivano soprattutto dalla sinistra e dai
parlamentari sudtirolesi: nella gran parte dei casi prevedono il voto dei
minorenni solo ad amministrative e regionali. Mancano all’appello progetti
depositati dalla Lega di Matteo Salvini, che pure di recente si è detto
favorevole al voto ai minori, mentre il Movimento 5 Stelle ha presentato solo
una mozione per un referendum che fosse aperto anche ai sedicenni. Insomma, in
ogni partito c’è chi le vuole ma manca la volontà fi spingere le proposte.
“Tutti i processi di estensione del suffragio in Italia sono stati guidati da
motivi di opportunità dei partiti”. (..) . Troppo imprevedibili questi ragazzi
insomma e, forse anche per questo, è tanta la diffidenza all’idea di lasciarli
votare da parte di chi li crede immaturi, quando non addirittura incapaci. Come
spiega, però uno studio dell’Università di Vienna, capitale del Paese che da
otto anni manda a votare i minori, gran parte delle preoccupazioni sono fondate
su pregiudizi smentiti dalle ricerche: non è vero che i minori non sanno
scegliere, che votano male o che sono poco motivati. (..). C’è infine l’ultimo
ostacolo: i giovani stessi. Nel 1983 solo l’11 per cento non era interessato a
votare, mentre oggi sono il 27 per cento: due volte e mezzo di più.
“L’estensione del voto non è appoggiata da alcun potere forte”, continua
Rosina, “ e i giovani sono distratti da altre preoccupazioni legate al
lavoro”.Così il disinteresse diventa il carburante del cortocircuito che
allontana i giovanissimi dalla politica. E permette alla politica di ignorarli.
Mauro Munafò – Adolescenti 2015 – L’Espresso 19 novembre 2015
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