Nel passato i valori
venivano sostituiti da altri, dopo che una società cedeva il suo posto alla
successiva. Ora, per qualche motivo, la società del presente non ha portato
nuovi calori e i giovani, non trovandoli, non riescono a vedere il futuro come
una certezza, ma come una chimera. Perché si è bloccato questo processo? Ho
pensato che la colpa è delle tecnologie, che hanno assorbito il seme
dell’albero dei valori portando una carestia d’animo inesorabile. Ma la
spiegazione non funziona, perché quando Nietzsche intuì questo futuro
incombente non sapeva che la tecnologia si sarebbe sviluppata in questa misura.
Quindi la mia ipotesi crolla. Lei ha una spiegazione? Nicolas Redolfi Tezzat redolfi.nicolas@gmail.com
Nietzsche, nell’annunciare il nichilismo, “l’ospite
inquietante” che già abita la nostra casa, così lo definisce: “Manca lo scopo,
manca la risposta al perché, tutti i valori si svalutano”. Prima di lui
Holderlin, in riferimento ai valori, scriveva in termini poetici: “Che più non
son gli dèi fuggiti, né ancor sono i venienti”. Dal canto suo Heidegger, nel
suo libro su Nietzsche, risolve in questo modo la questione: “I valori non
sono, semplicemente valgono”, ossia non discendono dal cielo, ma sono semplici
coefficienti sociali che ogni comunità fa valere, se si rivelano idonei a
ridurre al massimo al massimo la conflittualità tra gli uomini. Prima della
Rivoluzione francese, per esempio, la società era organizzata secondo valori
gerarchici, dopo la rivoluzione ha adottato valori di uguaglianza (almeno
formale), cambiando in tal modo l’ordine dei valori. Se questo non accadesse
nel corso della storia noi saremmo ancora all’età dei Babilonesi.(..). Senonchè,
sempre Nietsche ci avverte che il collasso dei valori dipende dalla morte di
Dio, che nel Medioevo, per esempio, era vivo e “faceva mondo”, se è vero che la
letteratura parlava di inferno, purgatorio paradiso, l’arte era arte sacra e
persino la donna era donna angelo. Così, se dovessimo togliere Dio, non
capiremmo sulla di quell’opoca. Ma se togliessimo Dio dal nostro tempo, lo
capiremmo ancora? Risposta: sì. Non lo capiremmo più se togliessimo la parola
“denaro” o la parola “tecnica”. E allora il mondo non accadrebbe più come Dio
vuole. Ma siccome Dio è sempre stato pensato come il fondamento dei valori, è
chiaro che una società che si struttura a prescindere da Dio, non riconosce più
valori assoluti, ma solo valori relativi, convenzioni, per ridurre al minimo,
come dicevamo prima, i conflitti al suo interno. (..). Quanto alla tecnica,
anch’essa ha i suoi valori che si chiamano “efficienza” e “produttività”, ma siccome
la tecnica non tende a uno scopo, perché mira solo al suo auto-potenziamento,
al suo sviluppo afinalizzato (che, come ricordava Pasolini, è altra cosa dal
progresso che subordina lo sviluppo al miglioramento delle condizioni umane)
(..). di questa crisi dei valori tecnici ed economici già si vedono i segnali.
E forse saranno proprio i giovani, che lei considera privi di valori, a
cambiare il corso delle cose, perché il futuro è comunque loro. E non credo che
si rassegneranno a un’eterna disoccupazione, così come i migranti non si
rassegneranno alla miseria, alle malattie, alle guerre e alla morte e perciò
s’incamminano verso di noi, finendo, per esempio, per promuovere da noi, sia
pur tra mille difficoltà e resistenze, il valore dell’accoglienza.
umbertogalimberti@repubblica.it -Donna di Repubblica – 21 Novembre 2015
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