Le Foto Ci Parleranno sotto le nostre dita. Sfiorando lo
schermo del cellulare, potremo sentire la qualità del tessuto in un vestito. La
morbidezza del pelo di un gatto, il freddo del marmo di una statua. E’ il
futuro della tecnologia “touch” e ne abbiamo avuto alcuni indizi con l’ultimo
iPhone, il 6s, con il suo “3D Touch”: la nostra azione cambia a seconda se
premiamo in modo delicato o forte sul display: vediamo l’anteprima di una
e-mail oppure l’apriamo, per esempio. Il tutto funziona grazie a strati di
sensori che, cambiando il proprio segnale elettrico a seconda della pressione
esercitata dal dito sullo schermo, abilitano diversi comandi. Non solo: quando
premiamo, l’iPhone produce anche una vibrazione sotto il dito, che riesce a
simulare la sensazione di un pulsante premuto. Merito della tecnologia “Taptic
Engine”, presente anche su Apple Watch e MacBook. La somma delle due tecnologie
illumina un futuro in cui il touch potrà simulare molte altre sensazioni
fisiche. “I nuovi display potranno emulare anche le proprietà del materiale:
rugoso, liscio, legno, caldo, freddo…”, dice Monica Bordegoni, docente del
Politecnico di Milano. (..). “Sarà possibile trasformare molte proprietà dei
materiali in dati informatici e poi tradurle in sensazioni tattili grazie a
nuove tecnologie. La semplice vibrazione usata da Apple non basta”, aggiunge
Calvin Hsieh, analista dell’osservatorio specializzato Ihs. “Il prossimo passo
sarà usare tecnologie piezoelettriche, che generano una carica quando è
esercitata una pressione e possono persino produrre ultrasuoni”, aggiunge. Sarà
possibile in questo modo aggiungere una resistenza e quindi rendere la
superficie più o meno scivolosa sotto il dito, Un altro approccio è aggiungere
uno strato speciale dove micro canali si riempiono di liquido al comando
dell’utente, per dare una certa fisicità allo schermo. Il primo strumento a
funzionare così è Phorm, una custodia dell’ iPad. Sovrapponendo al display uno
strato dove appare una tastiera virtuale. Su ciascun tasto c’è una fossetta che
riempiendosi di quel liquido può essere sentita sotto le dita e quindi guidare
la scrittura. “Ma in futuro potremo fare ben altro con i nostri dispositivi”,
aggiunge John Underkoffler, l’ideatore delle tecnologie rappresentate nel film
“ Minority Report” e ricercatore del Mit. “Con i nuovi dispositivi, entro
due-tre anni, potremo fare un gesto in aria per spedire un file tra due
cellulari vicini. Oppure potremo chiudere la mano per afferrare virtualmente
una immagine su cellulare e poi per portarla sulla tivù, lanciargliela come se
fosse una palla”, aggiunge. A conferma che le nuove tecnologie di interazione
renderanno più sfumata la distanza tra mondo digitale e fisico.
Alessandro Longo – Tecnoscenari – L’Espresso – 26 Novembre 2015
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