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venerdì 20 novembre 2015

Lo Sapevate Che: Telepatia: ecco le prove...



Devono Avere passato molte ore in macchina con le loro famiglie gli scienziati dell’Università di Washington (a Seattle, nel nordovest degli Stati Uniti) per pensare a questo esperimento. Probabilmente stanchi della versione classica del comune gioco per bambini “indovina a quale oggetto misterioso sto pensando” hanno deciso di crearne una versione per adulti nerd. Grazie ai passi da gigante che la neuroscienza moderna sta compiendo negli ultimi anni,questi scienziati sono quindi riusciti a collegare in modo non invasivo i cervelli di coppie di volontari e permettere a chi doveva indovinare l’oggetto misterioso di essere influenzato dall’attività cerebrale dell’altro. In altre parole, ciò che comunemente chiamiamo “telepatia”. Il sistema si basa su un elettroencefalogramma per la misurazione dell’attività del cervello, due computer e uno stimolatore magnetico. Nell’esperimento, chi pensa all’oggetto misterioso e chi lo deve indovinare si trovano a più di un chilometro di distanza e interagiscono solo tramite Internet. Chi deve indovinare può scegliere una serie di domande predefinite da porre al compagno di giochi,il quale può rispondere solo indicando con gli occhi una luce rappresentante il no. La risposta negativa o affermativa però non viene comunicata a chi deve indovinare. E’ l’elettroencefalogramma che misura l’attività cerebrale durante la risposta e i computer trasformano il segnale in campi magnetici da inviare al cervello dell’altro. Quando i due cervelli sono connessi, le coppie di volontari per il 72 per cento delle volte sono riuscite a indovinare l’oggetto misterioso correttamente, contro il 28 per cento delle volte in cui non erano collegati. Lo stesso Andrea Stocco è uno dei responsabili, già in passato era riuscito in esperimenti in apparenza quasi fantascientifici. Nel 2013 Stocco aveva dimostrato con il suo collega Rajesh Rao di poter trasmettere un segnale al cervello umano a un altro. Utilizzando se stessi come cavie, un dito dello scienziato italiano è risultato essere controllabile nel movimento del cervello del collega. L’esperimento consisteva nell’avere i due scienziati in edifici diversi, con le menti collegate tra loro solo per via elettronica,(…).Mentre Rao davanti ad uno schermo giocava mentalmente ad un videogioco, Stocco attendeva eventuali stimoli con una mano appoggiata a una tastiera da computer. Quando Rao, nel culmine dell’azione del gioco, pensava di attivare un cannone con la propria mano per eliminare un avversario, Stocco involontariamente muoveva un proprio dito premendo una lettera della tastiera.(..). Adesso l’esperimento condotto a Seattle conferma che qualche tipo di interrelazione tra menti esiste o quanto meno è possibile. Forse non è più così irraggiungibile il giorno in cui basterà concentrarsi un po’ per capire costa sta pensando il nostro interlocutore. Con la conseguenza di viaggi in macchina ancora più noiosi e interminabili, causa impossibilità di giocare all’oggetto misterioso a cui uno sta pensando.
Luca Colnaghi – Mente & Psiche – L’Espresso – 19 novembre 2015 -

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