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sabato 28 novembre 2015

Lo Sapevate Che: Come appare l'Italia da Place de la République...



Ora, Immaginatevi per un attimo ai piedi della Marianne di Place de la République, o dietro le transenne che isolano Boulevard Voltaire dal Bataclan dove terroristi della jihad hanno macellato la meglio gioventù d’Europa: potrebbe mai  il vostro pensiero correre alle risse da cortile del dopo Marino a Roma, alle beghe politico-giudiziarie di Vincenzo De Luca, a Stefano Fassina & Friends che s’inventano l’ennesima, inutile scissione a sinistra? Impensabile. Visto da Parigi, con le lenti di una guerra che ci è entrata in casa e ci resterà per molto tempo, il vaudeville italiano appare in tutta la sua pochezza, ripiegato su se stesso e sui suoi “personaggetti”, quasi incapace di aprirsi alla realtà, o almeno di discutere con la necessaria serietà del nostro modo di far parte di una coalizione internazionale, dell’opzione militare finora sempre contestata in nome dell’articolo 11 della Costituzione, di come sia destinata a cambiare la nostra vita quotidiana, e delle restrizioni di libertà che inevitabilmente ci condizioneranno d’ora in avanti. Niente. Quasi una generale rimozione. Mentre mancano pochi giorni al Giubileo, e arriveranno a Roma 25 milioni di pellegrini, due milioni ogni mese. (..). Insomma, ci siamo e non ci siamo, e questo ha un prezzo nei momenti chiave: e infatti è stato impossibile impedire che le bombe di Sarkozy piovessero sulla Libia di Gheddafi con la quale l’Italia ha sempre avuto esclusivi rapporti politivi e commerciali: da allora se ne pagano le conseguenze; e altrettanto è successo ora che le bombe di Hollande sono state sganciate su Raqqa. Non ci è consentito nemmeno giocare di sponda con l’Ue, perché se la Germania governa le grandi scelte di politica economica, la force de frappe è per definizione in mano francese. E l’Europa non c’è. Adesso dunque sarà tutto più difficile, e Renzi faticherà non poco se intende resistere ancora alle pressioni della comunità internazionale per un impegno più diretto e concreto: tirarsi indietro sarà sempre più arduo, l’ha lasciato intendere anche il presidente Mattarella invocando “intransigenza”. (..). L’Innata Prudenza, però, non aiuta nemmeno a tentare una sorta di moral suasion nei confronti di quei paesi arabi islamici che nulla hanno a che fare con il terrorismo della jihad, ma che sono sospettati se non di finanziarlo almeno di non combatterlo a viso aperto. Eppure sono qui, con loro ci sono solidi e importanti legami economici, per loro lavorano migliaia di italiani. Ma l’impressione è che guardino all’Italia non come a un partner, ma solo come un mercato dove è possibile fare buoni affari: per l’emiro del Qatar, per esempio, Milano significa Valentino, Missoni, l’hotel Gallia e i grattacieli di Porta Nuova; Firenze, Palazzo della Gherardesca e il Four Season; Venezia, il Gritti Palace; la Costa Smeralda, quattro Hotel a tante stelle e 2300 ettari fronte mare. Ora è tutta roba sua. Eppure anche la politica e la diplomazia sono armi da guerra, specie se viaggiano sulle ali degli accordi commerciali. Noi in guerra ci siamo già, ma non ce ne siamo ancora accorti.
Bruno Manfellotto – Questa settimana www.lespresso.it @bmanfellotto – 26 Novembre 2015

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