Purezza Dei Principi. Lusinghe della mondanità.
Nell’arresto dei due “ladri di fiducia” – monsignor Vallejio Balda e la giovane
Francesca Chaouqui – si manifesta, in tutta la sua umana materialità, una contrapposizione
antica, sedimentata nel tempo. A tratti oscura. E’ il dilemma irrisolto della
Chiesa di Roma: come stare nel mondo
senza essere del mondo. Più
semplicemente ì, come praticare il bene senza farsi sopraffare dal potere e
dalla ricchezza. (..). Con La Sorprendente Rinuncia al seggio di Pietro, Benedetto XVI
infatti ha voluto ribaltare un potere millenario. L’abdicazione, sia pure come
gesto estremo di personale debolezza, fu un monito – rimasto incompreso –
rivolto a tutta la gerarchia di Santa Romana Chiesa: dopo di me nessuno si
consideri intoccabile, al sicuro nelle sue posizioni di privilegio. Cardinali,
vescovi, prefetti e amministratori dei beni ecclesiastici, nessuno più si senta
al di sopra di tutto e di tutti. A distanza di quasi tre anni Bergoglio, il
successore, procede con polso fermo verso una rivoluzione tanto necessaria
quanto incerta nell’esito finale. (..). Papa Francesco può farlo, forte del
carisma di cui gode. Unico vero leader sulla scena mondiale. Capace di parlare
un linguaggio di speranza ai poveri della Terra, qualsiasi sia la loro
religione. E’ stato il primo a denunciare una terza guerra mondiale combattuta
“a pezzi”. E la sua visione della geopolitica, come dei rapporti di forza sul
terreno di scontro, non ha eguali tra i capi delle grandi potenze
internazionali, compresi Obama e Putin. Sa mescolare messaggi di pace e
speranza alla realpolitik, come ha dimostrato nel recente viaggio prima a Cuba
e poi negli Stati Uniti. Un Pontefice Così Visionario, e amato, rinchiuso nei pochi metri
quadrati della residenza di Santa Marta, vive con evidente fastidio le
resistenze della nomeklatura curiale. (..) Non Sfugge Tuttavia una contraddizione nella vicenda
dell’arresto della strana coppia. Sia Vallejo Balda che la Chaouqui furono nominati
nella commissione per lo studio dei problemi economici e amministrativi della
Santa Sede per volere di Bergoglio. O comunque qualcuno gli ha suggerito quei
nomi. Segno di una certa difficoltà di Francesco – ha sottolineato Massimo
Franco sul “Corriere della Sera” – a conoscere esattamente gli intrecci del
sottobosco vaticano e riconoscere le persone più affidabili. Anche il cardinale
Pell è stato chiamato dall’Australia a Roma dal papa con l’incarico di mettere
ordine nelle finanze vaticane. Pell si è rivelato uno dei 13 “conservatori”
firmatari della lettera che ha contrassegnato parte del dibattito nel sinodo
sulla famiglia. E’ come se allo slancio di Francesco non facesse riscontro
quella che potremmo definire la nuova classe dirigente vaticana chiamata a
realizzare la rivoluzione di questo pontificato. Eppure resta intatta l’utopia,
come senso del rimorso della Chiesa terrena.
Luigi Vicinanza Editoriale www.lespressoit
– @vicinanzal - L’Espresso -12 novembre
2015
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