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venerdì 13 febbraio 2015

Lo Sapevate Che: Ma dalla Grecia si può ripartire...



La vittoria di Syriza in Grecia costituisce, per ragioni oggettive, un evento storico: per la prima volta dal dopo guerra (con la parziale eccezione di Cipro) un paese europeo vede alla guida del governo, con una maggioranza quasi assoluta, mancano appena due voti, un partito della sinistra radicale. Syriza non appartiene alla famiglia socialista europea. E’ nato in opposizione al grande partito socialista della dinastia Papandreu, il Pasok, che alle elezioni del 2009 dominava con il 43,9%. Le fortune della formazione di Alex Tsipras sono state costruite in opposizione alle politiche di rigore, condivise anche dal Pasok. (..) . La Brigata Kalimera che è partita dall’Italia per festeggiare la vittoria di Alexis Tsipras farebbe bene a non coltivare troppe speranze di riscatto. La potenza di fuoco della leadership renziana fa terra bruciata intorno a sé. (..). Analoghe difficoltà a replicare il successo greco si riscontrano negli altri paesi europei con la sola eccezione della Spagna. Qui il movimento di protesta, raccolto sotto il Podemos di Pablo Iglesias, trae linfa dalla polemica contro un partito socialista a lungo al governo, considerato responsabile della crisi e “traditore” degli interessi del polo. Altrove non vi sono le stesse condizioni per una radicalizzazione, sia per la minore virulenza delle crisi interne, sia per la mancanza di un target polemico mobilitante, cioè un partito socialista “fellone”. La stessa Francia, paese anch’esso governato dai socialisti, sia per i vincoli del sistema elettorale e istituzionale, che per la sfida dell’estrema destra, non offre terreno propizio al Front de Gauche di Jean-Luc Mélenchon. Se Gli Effetti Imitativi nei sistemi partiti nazionali saranno ridotti, invece Syriza può avere un forte impatto sul piano comunitario. Privo com’è di consuetudini ai piani alti della tecnocrazia di Bruxelles e di rapporti consolidati con altri partner europei. Tsipras può affiancare alle richieste di revisione delle condizioni dei prestiti la carta “alta” del ripensamento dei rapporti comunitari. Forte dell’imprevedibile endorsement di Barak Obama per cui “non si può continuare a spremere paesi in piena depressione”, della lettera aperta dei premi Nobel Joseph Stiglitz e Chris Pissarides e di altri economisti, oltre che di autorevoli pareri di istituzioni finanziarie, il primo ministro greco ha buone carte in mano per condurre un negoziato serrato con Bruxelles. Poi, al di là di questo obiettivo specifico, l’iniziativa di Atene in sede Ue punta a ridiscutere, in positivo, il progetto stesso dell’Unione. Con, al fondo, una domanda precisa: come è possibile continuare a condividere vincoli e decisioni senza che vi sia una solidarietà comune? Così come i Lander tedeschi non vengono fatti fallire se entrano in crisi, e la Germania per anni ha sostenuto finanziariamente quelli dell’ex Ddr, allo stesso modo, secondo il governo greco, gli stati europei devono essere legati dalle medesime reti di protezione. In questo quadro, la conferenza tra creditori e debitori proposta da Tsipras costituisce un passo importante per ripensare i rapporti tra gli stati all’interno dell’Ue. E non solo per risolvere il problema ellenico, bensì per ridare forza al progetto europeo e rispondere ai venti euroscettici.
Piero Ignazi – Poteri&poteri – L’Espresso – 12 febbraio 2015 -

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