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martedì 10 febbraio 2015

Lo Sapevate Che: La vera virtù dei cristiani è la libertà...



Un cattolico non diventa tale dopo aver capito a fondo il messaggio del Vangelo e aver letto attentamente il Catechismo della Chiesa cattolica, nonché la storia della Chiesa. Di norma ci si trova a essere cattolici, perché sin da piccoli si cresce in ambiente cattolico. Alcuni, diventanti adulti, cominciano a mettere in discussione le posizioni della Chiesa su temi importanti che riguardano la loro vita e quella degli altri. Può capitare che su questo o quel problema il loro pensiero sia diverso da quello della Chiesa, ma ciò non basta per far sì che non si sentano più cattolici.(..). Altri, invece, soprattutto se il loro pensiero diverge da quello del Magistero, cessano di essere cattolici. Altri ancora rinunciano a priori a ragionare autonomamente e affermano: io sono cattolico, sto nella Chiesa e accetto le regole della Chiesa. Il che significa: qualsiasi decisione la Chiesa prenda, anche su problemi etici nuovi che il progresso scientifico dovesse far nascere, a me sta bene. La mente, la sensibilità, il senso di giustizia della gerarchia ecclesiastica, diventano la loro mente, la loro sensibilità, il loro senso di giustizia. Alla coscienza antepongono l’ubbidienza.
Attilio Doniattiliodoni@tiscali.it
Le differenze che lei evidenzia tra quanti, pur non concordando con le posizioni della Chiesa, non si allontanano e sia pure con qualche riserva rimangono nel suo recinto, e quanti invece si allontanano non condividendo le posizioni di volta in volta assunte dal Magistero ecclesiastico, ai miei occhi non sono assolutamente rilevanti, e neppure dipendono dall’anteporre la coscienza all’ubbidienza o l’ubbidienza alla coscienza. Il motivo è dovuto al fatto che, prima di essere una  fede da cui discende una morale, la religione è il più importante fattore antropologico che fonda l’identità di un popolo, per cui, per esempio esempio che si creda o non si creda in Dio, noi occidentali siamo tutti cristiani, perché la nostra antropologia è stata plasmata dai valori cristiani dell’uguaglianza degli uomini, che prima dell’avvento del cristianesimo non era riconosciuta, della loro libertà in contrapposizione alla diffusa schiavitù, della fraternità che invita a trattare il prossimo come se stessi. Se ci fa caso, questi valori sono stati ripresi dall’Illuminismo e dalla Rivoluzione Francese, che i cristiani da un lato e i laici dall’altro amano contrapporre ai principi religiosi, quando invece con “uguaglianza, libertà e fraternità” l’Illuminismo non fa che ribadire i valori di fondo enunciati dal cristianesimo. Ma lo stesso si può dire del marxismo che, almeno idealmente, oltre all’uguaglianza e alla fraternità, cerca di dare concretezza alla parola “libertà”, che non è tale se non si hanno sufficienti risorse economiche per poterne fruire. (..). Proprio perché la religione, prima di essere una fede, è un’antropologia che affonda le sue radici nel sentimento e nel vissuto profondo, che sono alla base dell’identità di un popolo e della sua appartenenza a un sistema di valori condiviso, le guerre di religioni sono le più feroci e cruente, perché promosse non da interessi contrastanti che si possono discutere e risolvere con strumenti razionali, ma da quel sottofondo irrazionale in cui radica l’identità e l’appartenenza di un popolo. (..). Per questo non è interessante stabilire se si è cristiani per obbedienza o per coscienza, perché si è cristiani comunque (atei compresi) per il solo fatto che si è occidentali. Cristianesimo e Occidente sono nati insieme, hanno avuto nel bene e nel male la stessa storia, avranno perciò lo stesso destino.
umbertogalimberti@repubblica.it – Donna di Repubblica – 7 febbraio 2015 -

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