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mercoledì 4 febbraio 2015

Lo Sapevate che: Come evitare la sesta estinzione sul Pianeta Terra...



L’ultima cattiva notizia è di pochi giorni fa: l’ecologa Stephanie Carlson, dell’Università della California a Berkely, ha scoperto che le improvvise morie di animali, come quelle di cetacei o pesci, dal 1940 al 2010 sono passate nel mondo da una a circa settanta all’anno, e tra le cause principali c’è l’inquinamento. E’ un altro indizio che le attività umane stanno provocando la sesta estinzione di massa della storia della Terra, dopo che altre cinque volte eventi naturali hanno spazzato via buona parte della vita del Pianeta. Ne è convinto anche uno che le estinzioni “naturali” le ha studiate a fondo, il paleontologo Anthony Barnosky, collega della Carlson, che (..) spiega però che il sesto sterminio globale si potrebbe anche “schivare”. “Tempo ce n’è ancora” spiega Barnpsky. “E’ vero che gli attuali tassi di estinzione sono molto più alti che in passato, ma “estinzione di massa” indica la perdita di almeno il 75 per cento delle specie, e negli ultimi secoli si sono estinti il 17 per cento delle specie di uccelli, il 7 per cento di quelle dei mammiferi e il 3 per cento tra gli anfibi, mentre ne restano in pericolo, rispettivamente, il 14, il22 e il 41 per cento. Siamo quindi lontani dall’estinzione di massa, anche se bisogna ricordare che finora sono state controllate solo 70 mila specie, dei circa 8 milioni totali”. Lo studio del passato ha permesso a Barnosky di trovare un indicatore molto convincente dell’impatto della specie umana sul Pianeta. “Da centinaia di migliaia di anni la massa totale della megafauna (animali superiori ai 45 chili), è rimasta intorno ai 200 milioni di tonnellate, perché dipendeva, in definitiva, dalla costante luce solare, che le piante convertono in cibo. Fra 10 mila e 300 anni fa, la parte di megafauna composta da uomini e animali domestici ha via via sostituito quella selvatica, perché, con campi e pascoli, ci siamo in pratica appropriati di una quota sempre maggiore di luce solare. (..). Il nostro accaparramento di un terso della superficie terrestre, lo scarico di inquinanti e gas che alterano il clima, ha reso inoltre difficile la vita anche alle altre specie. “Le grandi estinzioni del passato sono avvenute per una o più di queste cause principali: eccesso di CO2 in atmosfera, bruschi cambiamenti climatici, acidificazione del mare, vaste aree dell’oceano prive di ossigeno. (..) Non c’è speranza? “Noi non siamo cieche forze naturali, conosciamo il pericolo e le ricette per rimediare: produrre energia senza emettere CO2, ridurre gli sprechi di cibo, rendere l’agricoltura sostenibile, restituire spazio alle specie selvatiche e così via. E’ un lavoro enorme, certo, ma in passato siamo riusciti a compiere imprese simili: abbiamo quasi battuto la fame, evitato la distruzione dello strato di ozono, controllato le malattie infettive. Ce la possiamo fare”.
Alex Saragosa – Il Venerdì di Repubblica – 30 gennaio 2015 - 

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