Davanti alla forza di 50mila uomini (tra i quali
il noto scrittore Edmondo De Amicis) lo sparuto esercito pontificio
(composto dagli zuavi, volontari in maggioranza di origine
francese, belga e olandese) non poté nulla e poche ore dopo sulla cupola di San
Pietro fu issata "bandiera bianca" in segno di resa.
Per le strade e ai balconi invece fu un tripudio di tricolori sventolati dai
cittadini per salutare l'annessione di Roma all'Italia unita, di cui la stessa
sarebbe divenuta capitale l'anno successivo. L'episodio segnò la fine del
potere temporale dei papi, difeso con le unghie fino all'ultimo da Pio
IX, che aveva opposto un secco «non possumus» alla
proposta conciliante avanzata dal re Vittorio Emanuele II.
Perso il prezioso alleato francese, impegnato nella guerra con la Prussia, il
pontefice era rimasto da solo a difendere i propri domini e dopo la "presa
della città" si rifiutò di accettare qualsiasi accordo, compresa la Legge
delle Guarentigie, promulgata nel 1871 e rimasta in vigore fino ai Patti
Lateranensi del ‘29.
L'atto formale di annessione della città al Regno avvenne il 2 ottobre 1870,
con il referendum che raccolse un plebiscito di "sì" al quesito «Vogliamo
la nostra unione al Regno d'Italia, sotto il governo del re Vittorio Emanuele
II e dei suoi successori».
http://www.mondi.it/almanacco/voce/17046
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