Un anno dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, la mafia si libera così di un
altro “pericoloso” avversario che, armato soltanto del Vangelo e di una
sconfinata fede in Dio, aveva cercato di fare breccia nei cuori della gente, in
special modo dei ragazzi, per allontanarli dalla sfera d’influenza di cosa
nostra. Cuore di questo mirabile impegno era il centro Padre Nostro,
organizzato presso la parrocchia di San Gaetano, nel quartiere Brancaccio.
Figlio di un calzolaio e di una sarta, don Puglisi guidava dal 1990 la
parrocchia del quartiere dov'era nato e qui aveva deciso di dimostrare con
tutte le sue forze l'incompatibilità tra la fede cristiana e la cultura
mafiosa.
Un grande merito che gli verrà riconosciuto nel 2012 da Benedetto XVI, il quale
ne annuncerà la successiva beatificazione (primo martire della
Chiesa, vittima di mafia) riconoscendone il martirio subito per aver difeso
strenuamente la sua fede. Il 25 maggio 2013, a Palermo, verrà ufficialmente
dichiarato "beato" per volere di papa Francesco.
Le indagini, condotte sulla base delle rivelazioni del pentito Salvatore
Grigoli - uno dei killer di don Puglisi - porteranno alla condanna
all'ergastolo degli esecutori materiali e dei mandanti riconosciuti nei
fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, boss del quartiere Brancaccio. La vicenda
del prete palermitano ha ispirato il film Alla luce del sole,
uscito nel 2005, con protagonista il noto attore Luca Zingaretti.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/15064
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