Nato a Palazzolo Acreide, in provincia di
Siracusa, dopo la laurea in giurisprudenza divenne caporedattore del
quotidiano Espresso sera e in questo periodo si avvicinò al
teatro (scrivendo numerosi drammi) e al cinema, curando la sceneggiatura di
"Palermo or Wolfsburg" (premiato con l'Orso d'oro al Festival di
Berlino 1980). Assunta la direzione del Giornale del Sud, ne fece
un avamposto contro gli affari e le collusioni tra politica, imprenditoria e
Cosa nostra.
Licenziato per le inchieste scomode, proseguì le
sue battaglie sul mensile I Siciliani e in TV, come la storica
e ultima intervista con Enzo Biagi, nel corso della quale pronunciò parole
lapidarie come queste: «Io vorrei che gli italiani sapessero che non è
vero che i siciliani sono mafiosi. I siciliani lottano da secoli contro la
mafia. I mafiosi stanno in parlamento, i mafiosi sono ministri, i mafiosi sono
banchieri, sono quelli che in questo momento sono al vertice della nazione».
Otto giorni dopo, la sera del 5 gennaio del 1984
venne freddato con cinque colpi di pistola, davanti alla redazione del
giornale. Derubricato a omicidio passionale e successivamente per motivi
economici, trascorsero dieci anni prima che venisse riconosciuta la matrice
mafiosa, sancita nel 2003 dalla definitiva condanna all'ergastolo del boss
Nitto Santapaola, come mandante, e di Aldo Ercolano, come esecutore.
Ricordato come simbolo del movimento antimafia,
oltre a una Fondazione, presieduta dai figli, gli è stato
intitolato un premio nazionale destinato alle migliori inchieste
giornalistiche.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/10998001
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