Tremiladuencento anni fa misteriosi
popoli provenienti dall’Asia minore avrebbero distrutto le principali città
stato del bacino mediterraneo. Un inferno di cui si sa ancora pochissimo e che
viene definito la Prima guerra mondiale dell’Età del Bronzo. Certo è che
intorno al 1200 a.C.i palazzi di Creta
bruciarono, Micene fu distrutta, Troia fatta a pezzi, le città portuali
della Palestina soggiogate. Poi, nel 1.180 a.C., popoli guerrieri risalirono il
Delta del Nilo per attaccare il regno di Ramsete III, che a fatica li respinse.
Andreas Schachner, esperto dell’Istituto tedesco di archeologia di Istanbul,
centro d’eccellenza di studi del Medio Oriente, ha appena finito di esaminare
un rilievo troato su una parete di un tempio di Medinet Habu, a Luxor, in
Egitto, che sembra contenere indicazioni importanti su quegli eventi tra storia
e mito. “Quel rilievo racconta di invasori stranieri pieni di armi, muniti di
elmi di metallo, a bordo di navi corazzate, stanziati nell’Anatolia centrale. E
anche papiri trovati di recente nell’area del Delta del Nilo testimoniano di
misteriosi invasori venuti da Nord”. Chi erano questi invasori? Il
geoarcheologo Eberhard Zangger, presidente della Fondazione scientifica di
Zurigo Luwian Studies, il centro di ricerca dove lavorano i massimi esperti al
mondo di Età del Bronzo, elenca una dozzina di strani nomi di tribù trovati su
quei papiri: Danuna, Peleset, Shekelesch…”La storiografia e archeologia
eurocentriche del XIX e XX secolo hanno ignorato un’intera area culturale dell’Asia minore, quella
nell’Anatolia occidentale, nella convinzione che la civiltà si fermasse
all’Egeo, con l’unica eccezione di egizi e ittiti. Ma negli ultimi anni abbiamo
invece accertato l’esistenza di duecento
floride città, solo in Anatolia occidentale”. L’Istituto archeologico tedesco
di Hattusa in Turchia, sta lavorando con Luwian di Zurigo al restauro e
interpretazione di 33 mila tavolette trovate in siti turchi, che parlano di
città come Lukka, Kizzuwatna, Hapalla, Pitasa, Tarhuntassa o Arzawa: i loro
abitanti, quelli che avrebbero scatenato la guerra mondiale, sarebbero stati
vassalli degli ittici, il popolo indoeuropeo che abitava la parte centrale
dell’Asia Minore, l’attuale Turchia orientale. “L’atteggiamento aggressivo
degli ittiti, soprattutto sotto il re Tudhaliya IV, che nel 1220 a.C. occupò
Cipro rendendone schiavi gli abitanti, , scatenò nei popoli anatolici la voglia
di rivolta. Almeno 40 delle loro città si unirono in un’alleanza che entrò in
azione dal 1200 a.C., anno di una tremenda carestia. Ittiti e egiziani
scambiavano merci tra loro lasciando alla fame questi popoli che risposero con
la guerra. La prima città che
distrussero fu proprio Hattusa, la capitale ittita, poi andarono ad ovest,
verso la Grecia” dice Schachner. E Zangger è sicuro: “Sotto la Turchia
occidentale ci aspettano i tesori di una civiltà scomparsa”.
Simone Porrovecchio –Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 2
Agosto 2016
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