Nel triste autunno del patriarca
Berlusconi mancava soltanto la fregatura presa dal gruppo francese Vivendi che,
con un prevedibile ripensamento sull’acquisto della fallimentare Mediaset
Premium, ha fatto crollare i titoli dell’impero di Arcore in Borsa. Dev’esserci
rimasto parecchio male il vecchio Silvio, abituato ai bei tempi a rifilare lui
repentine pugnalate agli occasionali soci d’affari. “ Il boss è andato con la
testa. Dieci anni fa si sarebbe fatto fregare in questo modo?” dice un personaggio del Padrino all’avvocato di don Vito Corleone, dopo avergli fatto
sparare alla schiena. La clamorosa retromarcia Vivendi, contro la quale il
gruppo Mediaset annuncia querela – meraviglioso: Berlusconi che invoca
l’intervento della magistratura – getta naturalmente un’ombra sul mito del
grande imprenditore. Intendiamoci, Berlusconi è stato un geniale impresario e
un industriale innovativo, soprattutto nella raccolta pubblicitaria, ma
soltanto in un’epoca, gli anni Ottanta. Nessuno davvero li ha capiti come
Berlusconi, cogliendo in pieno lo spirito dell’epoca. Ma prima e dopo le sue
fortune industriali si spiegano con l’appoggio della politica. Non per caso
l’aspirazione a trasformare Mediaset in un grande player televisivo europeo,
dalla Spagna alla Russia, è fallita quando il gruppo è stato spazzato via da
Germania e Francia, dove i capi di governo non erano amici di Silvio. Quando si
è trattato di sfidare davvero il libero mercato, al crollo della Prima
repubblica e del sodale Craxi, Berlusconi si è buttato in politica, dove per
sua fortuna e nostra disgrazia gli anni Ottanta sono durati fino alla crisi del
2007. E i governi del più ricco imprenditore d’Italia sono stati i più inetti
della storia, in materia di politiche industriali, lasciando in eredità un
Paese largamente deindustrializzato. Ora la parabola del Berlusconi
imprenditore rischia di chiudersi con una vendita rapida a un gruppo straniero,
prima che i conti finiscano fuori controllo per l’effetto della folle sfida a
Sky sui diritti del calcio. Il fido Confalonieri, intelligente e pragmatico,
consiglia l’amico Silvio di liquidare politicamente anche Forza Italia, in
cambio dei favori del governo Renzi. L’avventura del berlusconismo sta
esaurendosi con una grande svendita dei simboli che l’hanno sostenuta per un
ventennio, le televisioni, il Milan e Forza Italia.
Infin che ‘l mat fu sovra noi richiuso.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 5
agosto 2016 -
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