Le donne seguono i fatti dell’arte e
delle cose belle con maggiore passione degli uomini. La mia esperienza è
diretta, perché sono padre di due figlie e ho avuto nei decenni molte allieve:
a prescindere dalla maggiore vivacità e caparbietà che manifestano rispetto ai
colleghi maschi, sono meglio predisposte a cogliere quanto propone il mondo
contemporaneo in quell’area variegata e difficile da definire che sono le arti.
Fin dalla più tenera età le bambine giocano con le bambole, danno loro un nome,
le vestono e le svestono e le coccolano come fa loro la mamma: i fratellini al
contrario, giocano con i soldatini, le armi o le automobili. Le loro madri sono
molto più attente agli abiti che indossano le figlie rispetto ai fratelli e in
questo grembo che le avvolge – tra i
loro primi giochi – c’è quello di truccarsi con il rossetto della mamma,
dipingersi le unghie e magari provare a vestirsi con i suoi abiti. Questo
predispone le bambine a fare quello che è accaduto. e largamente documentato in
ogni civiltà nel corso dei millenni fino ad oggi: nelle tombe di piccole egizie
ci sono monili e quelle che potremmo definire bambole, lo stesso accadde nella
civiltà azteca ad esempio. (..). Nel corso della storia le donne si sono
accostate in modo del tutto spontaneo al bello perché a esso erano predisposte
dall’educazione che ricevevano: i maschi venivano educati alla guerra con armi
di legno o di stagnola, con elmi e corazze. Una divaricazione essenziale tra
femmina e maschio che non è affatto di molto cambiato nello scorrere dei
millenni.(..). Quando possiamo datare la nascita della moda?Una domanda da un
milione di dollari su cui si sono interrogati est etologi, sociologi e anche
storici dell’arte interessati non solo ai capolavori che si vedono nei musei.
Valga per tutti un fondamentale saggio di Roland Barthes che si intitola non a
caso Il sistema della moda (1947) a cui lo scrittore e semiologo francese
dedicò una decina d’anni di ricerche perché l’ambito di questo tema era
praticamente assente in ogni genere di studi: nel corso della vita vi ritornò
più volte su, perché lo riteneva essenziale per capire le pulsioni più profonde
della società d massa. (..). La oda
infatti è un meccanismo in cui la gente – a prescindere dal sesso – è immersa
dalla nascita perché fin da neonati i pargoli vengono vestiti. Col crescere
della bambina, e mi riferivo ad essa per il particolare ruolo che le mode hanno
in questo ambito, esse vanno assumendo un primato: ambito variegato e se si vuole
sfilacciato in cui concorrono ragioni economiche, e pulsioni sessuali. Non
credo che si possano separare queste sfere della vita e in esse le donne hanno
e continuano a esercitare il loro potere. Potere nel senso della sensibilità e
di intelligenza. Se ci si pensa bene sono le donne che scelgono la cravatta al
compagno per una serata elegante: perché?
Perché gli uomini non hanno forse avuto tempo di farlo o non ne hanno
interesse? No, perché si riconosce a
loro un “occhio”, una propensione al bello. Non solo, ma la moda è un vortice
che cambia a ogni stagione e le donne sono attente a queste metamorfosi
perpetua. Se guardiamo alle coppie di artisti i confronti sono molto
interessanti: Sonia Delaunay non ha nulla da invidiare a suo marito Robert,
anzi Sonia nel corso della vita si allontanò dalla strategia visiva del marito
e mostrò un coraggio e un talento che aprirono nuove strade all’arte del loro
tempo. ( Cesare de Seta, 75 anni, è un critico
d’arte, storico e saggista italiano)
Cesare de Seta – Donna di Repubblica – 13 agosto 2016 -
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