Tutti Pazzi Per Ruini: non Camillo, il cardinale, Ruini
Bartolomeo detto Meuccio, il costituente. Il più citato del momento, più alla
moda di Pokempn Go. Anche il Gran Oriente d’Italia, nell’invito per l’incontro
dell’equinozio d’autunno, cita “il massone Meuccio Ruini”, un santo patrono. Il
politico reggiano, nato nel 1877, che nel 1947 fu presidente della commissione
dei 75 incaricata di scrivere il testo della Costituzione, nei talk show estivi
è stato trasformato nel testimonial della riforma Renzi-Boschi. Un passaggio
obbligato. “Ieri notte stato rileggendo Ruini…”, afferma assumendo un tono
pensoso il deputato Pd di turno davanti alle telecamere. Che caso, lo stanno
rileggendo tutti. Il primo a nominarlo fu Matteo Renzi, alla Camera l’11 aprile
scorso. “Ruini parla alla Costituente il 22 dicembre 1947e dice: “ non abbiamo
risolto con piena soddisfazione tutti i problemi, ad esempio per la
composizione elettorale e per il sistema elettorale”. Tutti gli altri, ora, seguono.
“ Parliamo un po’ di storia. Già Ruini spiegò che la Costituzione aveva bisogno
di correzioni…”, ha detto una settimana fa a “In onda” la deputata Pd Alessia
Morani in duello con Ciriaco De Mita che di Ruini non è coevo ma quasi. “Sapete
chi fu il primo a dire: abbiamo fatto un ottimo lavoro, peccato quel
bicameralismo perfetto…?”, ha chiesto il giorno dopo nello stesso studio il
renziano Ernesto Carbone. La risposta era nota . E’ Come Se Il Renzismo, arrivato al punto più alto della
sua opera rotta matrice – rottamare la Costituzione – provasse una vertigine,
la paura di scalare la roccia senza appigli. Cercano, Matteo e i suoi quello
che hanno sempre disdegnato: un precedente, una tradizione, una radice. Orrore,
un passato. I figli costituenti hanno bisogno dei padri. E via dunque con le
citazioni di Ruini, e poi Piero Calamandrei, Umberto Terracini, i comunisti
(perché erano per il monocameralismo: sì, ma anche per il monopartitismo, il
monoclassismo, e vai a spiegare che tutto il potere ai soviet non era un principio
liberal-democratico), i professorini cattolici Giorgio La Pira, Giuseppe
Dossetti.. Il Sì è a caccia di avi, intuendo che quella stagione costituente è
stata l’unica davvero splendibile. Il No reagisce da par suo. E a nessuno viene
in mente di lasciare riposare in pacei padri nobili che – per inciso – quando
settant’anni fa scrissero la Carta non chiamarono a loro sostegno le
generazioni precedenti, dimostrandosi ben più audaci e iconoclasti degli
attuali riformatori. A furia di appropriazioni indebite di costituente finirà
come in quella scena di “Io e Annie” di Woody Allen, quando il vero Marshall
Mcl Luhan appare a smentire un presunto docente
in fila al cinema che lo cita a sproposito: “Ho sentito quello che sta
dicendo di me, lei non sa niente del mio lavoro”. Meuccio Ruini, del resto
terminò la sua carriera politica con due incarichi: presidente del Senato e
presidente del Cnel. Fosse vivo oggi, la riforma Renzi-Boschi lo abolirebbe.
Marco Damilano -
L’Espresso – 7 agosto 2016 -
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