Nel mondo dei fuochi d’artificio è in
corso una rivoluzione, forse la più grande da che questa antica arte fu
inventata, si pensa attorno all’anno Mille, nella fiorentissima Cina della
dinastia Song. Addio al crescendo, addio alla gazzarra: il futuro ci riserva
fuochi d’artificio silenziosi. Nn è un ossimoro, ma un gesto di civiltà
condiviso da sempre più aziende e amministrazioni comunali. In Inghilterra sono
ormai la regola nelle zone residenziali, o limitrofe ad allevamenti di bestiame
e fauna selvatica. In Itali (dove ci sono artigiani tra i migliori del settore)
una recente raccolta di firme promossa
dai cittadini di Sanremo li invoca per le celebrazioni di Ferragosto mentre
moltissimi comuni (vedi Aosta, Genova, Torino, Messina) hanno già bandito per
legge quelli canonici. Dalla tecnologia sta emergendo una nuova pirotecnica:
più etica, più colorata (nei fuochi silenziosi, meno esplosivi, gli effetti
cromatici si disgregano più lentamente e in qualche modo più intima (questi
fuochi raggiungono altezze molt inferiori rispetto a quelli canonici). In una
formula: a basso impatto ambientale ma ad alto impatto emozionale. Scienziati e
animalisti sono all’origine di questa rivoluzione. Innumerevoli studi hanno
richiamato l’attenzione sul fatto che i “botti” possono compromettere l’udito e
l’equilibrio psichico di soggetti particolarmente esposti, come bambini,
anziani, reduci di guerra e portatori di
iperacusia (l’ipersensibilità ai rumori). La World Health Organization ha
fissato il limite di sopportazione del rumore a 120 decibel: i fuochi
d’artificio possono superare i 170 e comunque non sono quasi mai al di sotto
dei 150. Un grave problema per gli animali domestici e selvatici ( il cui udito
è infinitamente più sensibile del nostro), a cui procurano traumi, fobie e
persino la morte come conseguenza di reazioni inconsulte. La geoecologista Judy
Shamoun Baranes (Università di Amsterdam) ha, per esempio, mostrato che i
fuochi d’artificio possono scatenare comportamenti anomali e autolesionisti
negli uccelli, com’è accaduto in una cittadina dell’Arkansas, dove oltre 5 mila
merli si sono abbattuti dal cielo dopo le celebrazioni di Capodanno cercando
riparo nei camini e nelle case. Le cronache veterinarie e gli studi di etologia
pullulano di casi simili. E’ tempo, per la pirotecnica, di adeguarsi all’etica
ambientalista.
Giulia Villoresi – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 12
agosto 2016 -
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