Etichette

domenica 14 agosto 2016

Lo Sapevate Che: Addio VCR primo passaporto per la libertà...



All’età di circa 60anni, etàvetustaper quelli come lui, è morto, accompagnato dall’indifferenza di chi lo aveva coccolato e adorato in gioventù, un protagonista della vita di milioni di persone. Ignorato dai Millennial, i giovani nati a cavallo dell’anno Duemila, e relegato in un angolo buio della casa dai più anziani che lo incontrarono alla fine degli anni ‘7ì, è mancato il videoregistratore, il VCR, Video Cassette Recorder. L’ultima azienda giapponese che ancora lo produceva, la Funai Electric Co., ne ha definitivamente abbandonato la fabbricazione, per l’impossibilità di trovare le parti e, soprattutto, i compratori. Parlare ai giovani di videocassette è come ricordare il telefono nero inchiodato al muro del corridoio di casa, cpn la rotella per comporre i numeri. Antiquariato tecnologico che soltanto vecchi nostalgici o collezionisti (alcune videocassette con tragici filmacci horror scomparsi dai cataloghi online si vendono per migliaia di euro) possono rimpiangere. Ma quel registratore video arrivato dal Giappone negli anni ’70, e quelle cassette dalle dimensioni di un libro, sono stati lo strumento che ha cambiato il nostro modo di vedere la televisione e dunque un pò anche di vivere, che ha liberato il telespettatore dalla schiavitù del palinsesto e della corsa a casa per non perdere la trasmissione attesa. Chi riusciva a risolvere il tragico puzzle del libretto di istruzioni scritto da sadici e liberarsi dalla maledizione dello 00:00 lampeggiante, poteva piegare il tempo a proprio favore. E rivedersi quel telefilm, quel film, quella partita più volte e a piacere, benché con una qualità scadente dell’immagine. A quei VCR via via più piccoli e a buon mercato, la mia famiglia e io saremo per sempre grati. (..). L’avvento del DVD, poi della registrazione via computer e ora dei programmi e film via Internet, avrebbe segnato il declino di un miracolo tecnologico che si era diffuso in oltre un miliardo di esemplari nel mondo. Ma al videoregistratore devo più di qualche ora d’intrattenimento domestico e di cartoni animati per i bambini. Devo la salvezza dai doganiere e dalle guardi frontiera del KGB. Fu passando dall’Urss alla Polonia, nell’estate del 1981, che il VCR mi ricompensò della spesa. Uno sciame di meccanismi armati di cacciaviti e chiavi inglesi si lanciò sulla mia automobile alla frontiera di Brest per smantellarla e funzionari del KGB cominciarono a studiare con aria minacciosa i miei documenti sospettando chissà quali trame. La prospettiva di trascorrere  la notte assistendo allo smontaggio dell’auto con me seduto su una panca in una baracca divenne concreta. Ma possedevo l’arma letaleon me, viaggiava una pila di cataloghi di videoregistratori. Cominciai a distribuirli a funzionari del KGB e ai meccanici demolitori, che prontamente si dimenticarono di me e della mia automobile tuffandosi nella lettura di quelle pagine patinate. Sognavano, come i liceali d’un tempo sfogliando riviste porno, guardando oggetti del desiderio che mai avrebbero potuto toccare di persona. Mi fecero segno, bruscamente, irritati dalla distrazione, di passare e così potei lasciare l’Unione Sovietica. Addio e grazie, vecchio, caro video-registratore, passaporto per la libertà.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica - 6 agosto 2016 -

Nessun commento:

Posta un commento