RICCHEZZE sterminate,
proprietà immobiliari per quattro miliardi di euro, offerte per la beneficienza
che non vengono spese per i più poveri ma ammucchiate in conti e investimenti,
o per esigenze dei monsignori di curia. E ancora: fondazioni vaticane dedicate
ai bambini malati che investono centinaia di migliaia di euro per ristrutturare
la casa di cardinali importanti, imprenditori indagati in Italia che –
nonostante l’annunciata pulizia della
banca vaticana – ancora nascondono i loro soldi allo Ior, investimenti
milionari (da parte del Bambin Gesù, ospedale finanziato dallo Stato italiano e
che ha in cassaforte un fondo segreto da 427 milioni di euro) su aziende
petrolifere e chimiche Usa come la Exxon e la Dow Chemical. (..). Lavori Nel Mega Attico – Partiamo dal Bambin Gesù. O meglio da una fondazione
controllata, nata nel 2008 per raccogliere denaro per i piccoli pazienti. Gli
investigatori della società di revisione PricewaterhouseCoopers (PwC) nella
bozza del rapporto consegnata al
Vaticano il 21 marzo 2014 dedicano alla onlus italiana con sede in
Vaticano alcuni passaggi della loro due diligence. Nel focus si evidenzia
l’affitto di un elicottero, nel febbraio 2012, per la bellezza di 23mila e 800
euro. Pagati sull’unghia dalla fondazione Bambin Gesù “a una società di charter
per trasportare monsignor Bertone dal Vaticano alla Basilicata per alcune
attività marketing svolte per conto dell’ospedale”. Ma c’è un’altra spesa della
fondazione non pubblicata sul rapporto PwC che rischia di imbarazzare il Papa e
il Vaticano. Quella che riguarda il pagamento dei lavori della nuova casa di
Bertone a palazzo San Carlo. (..) per un totale di circa 200mila euro, pagati
all’azienda Castelli Real Estate dell’imprenditore Gianantonio Bandera.(..)
Profit, fino al 2015 presidente sia del Bambin Gesù che del consiglio direttivo a favore dell’omonima fondazione conferma
invece la spesa autorizza tata a favore dell’appartamento di Bertone, già
finito nella bufera per la sua ampia metratura. (..) Beneficenza Zero . Se analisi della Ernst e Young evidenziano che vendendo benzina, sigarette
e vestiti a costi ribassati rispetto all’Italia il Vaticano guadagna ogni anno
60 milioni (i clienti dei negozi dovrebbero essere circa 5mila, ossia residenti
e dipendenti della Santa Sede, ma a Roma sono state distribuite ben 41mila
tessere a vip, raccomandati e amici di amici), leggendo le carte è evidente che
i denari in Vaticano si trovano dappertutto.(..) La carità dei fedeli (esiste anche un conto Iban dedicato) è andata
a gonfiare un fondo che non compare nel bilancio della Santa Sede, e che nel
2013 ha toccato i 378 milioni di euro.(..) Case e Affari. Un documento della Commissione
referente, scritto in inglese e in italiano e destinato a George Pell, capo
della nuova segreteria per l’Economia voluto da Francesco, sintetizza per la
prima volta il valore reale di tutti i beni immobiliari di proprietà di
istituzioni vaticane. Leggiamolo:”Sulla base delle informazioni messe a
disposizione di Cosca, ci sono 26 istituzioni relazionate alla Santa Sede che
possiedono beni immobiliari per un valore contabile totale di un miliardo di
euro al 31.12.2012. Una valutazione di mercato indicativa dimostra una stima
del valore totale dei beni di quattro volte più grande rispetto al valore
contabile, o quattro miliardi di euro”.(..). I Depositi Di Nomi
Eccellenti. Mentre
“Avarizia” va in stampa allo Ior galleggiano poco più di cento conti sospetti,
tra cui una decina intestati a nomi eccellenti che potrebbero creare più di un
disagio a Santa Romana Chiesa. In qualche caso si tratta di eredità di clienti
laici ancora da liquidare (a bilancio la somma è messa a 17 milioni), ma altri
depositi appartengono a professionisti e imprenditori.”Questi depositi sono
stati bloccati”, ha giurato il capo dell’Aif Brulhart. A Bankitalia, che ha
firmato un accordo di collaborazione con l’Uif, sono rimasti di sasso quando la
procura di Roma ha spedito oltre le mura un’altra rogatoria internazionale,
chiedendo conto e ragione di eventuali beni posseduti da Angelo Proietti. Lo
Ior non conferma e non smentisce l’esistenza del conto di Proietti.“Non è possibile parlare di casi concreti, si
violerebbero il segreto di ufficio e il segreto istruttorio, ma se Proietti
aveva un conto presso lo Ior, e questo conto è “non conforme” alla legislazione
antiriciclaggio vaticana e alle nuove politiche Ior, ciò che si può affermare è
che esso è stato sottoposto alla procedura.
Emilio Fittipaldi – La Repubblica – 3 novembre 2015
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