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domenica 1 novembre 2015

Lo Sapevate Che: Mi dia un pò di fosforene...




Materiale Delle meraviglie. Sottilissimo, flessibilissimo, robustissimo. Al grafene, composto a base di carbonio isolato nel 2004 nei laboratori dell’Università di Manchester, la comunità scientifica non ha mai lesinato alcun superlativo. Ma, a undici anni dalla sua scoperta, il grafene non ha ancora fatto breccia in nessun settore industriale. Perché sì, è spesso quanto un atomo (ovvero praticamente bidimensionale) ed è un eccellente conduttore, ma è un pessimo semiconduttore. I semiconduttori sono materiali cje conducono elettricità solo se vengono sollecitati con una precisa quantità di energia proveniente dal calore, dalla luce o da una corrente esterna. La possibilità di “spegnere” e “accendere” a proprio piacimento la conduttività del materiale permette di realizzare chip e transistor, i cuori pulsanti di ogni dispositivo elettronico. Il grafene invece non può essere usato per componenti elettronici miniaturizzati. E’ per questo che la comunità scientifica ha iniziato a pensare a possibili alternative. Dal 2008, per esempio, l’équipe di Andras Kis, dello Swiss Federal Institute of Technology di Losanna, sta lavorando a nuovi materiali a due dimensioni: sono i Tmdc (dicalcogenuri di metalli di transizione) costituiti da un singolo foglio fatto di metalli di transizione, come il molibdeno o il tungsteno inserito tra due strati atomici di zolfo o selenio. Oltre a essere sottili e trasparenti quasi quanto il grafene, i Tmdc sono semiconduttori, quindi pronti per essere inseriti in componenti elettronici, E nel 2010 Kis ha realizzato il primo transistor a base di disolfuro di molibdeno, più piccolo ed efficiente del suo equivalente tradizionale a base di silicio. (..). Nella corsa per trovare il materiale bidimensionale perfetto c’è anche l’Italia. L’ultima frontiera della ricerca si chiama infatti fosforene, neonato “cugino” del grafene: ottimo conduttore e, al contempo, dotato di proprietà semiconduttive. Tre mesi fa è stato presentato il primo foto rilevatore miniaturizzato a base di fosforene, realizzato da un gruppo di ricerca guidato da Miriam Serena Vitiello dell’Istituto Nanoscienze del Cnr. Potrà essere utilizzato nel campo biomedicale, farmacologico  e della sicurezza: per realizzare, per esempio, dispositivi che rilevano narcotici, esplosivi e gas tossici.
Sandro Iannaccone – Nanotecnologie – L’Espresso – 29 ottobre 2015 -

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