Si Fa Notare Già Da
Lontano, con quel
blu che spicca tra il i grigio dei
blocchi ospedalieri e universitari;
quando entri, poi, ti domandi dove sei capitato. Un polo culturale
all’avanguardia negli Stati Uniti? L’atrio colorato di una scuola australiana?
No, è il nuovo centro Maria Letizia Verga per lo studio e la cura della
leucemia del bambino, fresco di taglio del nastro, a Monza, in Brianza. Nuovo
perché in soli tredici mesi, grazie a un mix di privati, aziende e fondazioni,
è stato realizzato un ospedale di quattro piani, funzionale e accogliente. Day
hospital, venticinque stanze di degenza, il centro per i trapianti di midollo
osseo, le aree per i bambini e le famiglie, quelle riservate a medici e
infermieri e perfino un giardino d’inverno e un terrazzo piantumato. Inedito è
anche il connubio tra pubblico e privato: un ente privato, la Fondazione Monza
e Brianza per il Bambino e la sua Mamma, che gestisce il centro, su accordo con
la Regione Lombardia, ma in piena autonomia. Un modello organizzativo
inconsueto: un ospedale pubblico, a cui si accede attraverso il sistema
sanitario nazionale, gestito privatamente. (..) Si guarisce di più dove si fa
ricerca. E qui guarisce oltre l’80 per cento dei bambini; 1.800 quelli curati
sino ad oggi. “Laboratori così vicini al luogo di cura, oltre agli spazi
accoglienti e funzionali, determinano il valore di questa nuova realtà”,
conferma Momcilo Jankovic, responsabile del Day Hospital di emato-oncologia. Il
confronto quotidiano tra medici, tecnici e ricercatori permette di elaborare
percorsi personalizzati. I risultati delle indagini su sangue e midollo
arrivano ai medici in tempo reale e danno la possibilità di seguire
l’3voluzione della terapia giorno dopo giorno. Bambini e ragazzi sono accolti
in stanze singole, colorate da disegni a tema: il bosco, la barriera corallina,
la montagna con i suoi sciatori. Tra i numerosi sostenitori, la campionessa
Deborah Compagnoni e il centrocampista Riccardo Montolivo. C’è poi l’area per
gli adolescenti, qui separati dai piccoli, con wi-fi e privacy, che ospita
laboratori organizzati dall’associazione Magica Cleme, magicacleme.org. E poi
la presenza della scuola in ospedale, primaria e secondaria di primo grado, ma
anche di docenti delle superiori per garantire la continuità di studio ai
pazienti. A pochi passi la Cascina Vallera dove le famiglie, sessanta ogni
anno, vivono in appartamenti ristrutturati ad hoc per essere vicine al luogo di
cura. Spesso vengono da lontano e non potrebbero sostenere i costi di
spostamenti e alloggio. E ancora: assistenti sociali, psicologi, volontari
Abio, l’Associazione per il bambino in ospedale, abio.org, e un gruppo di
ascolto per i gnitori. Oggi, la sfida del Comitato intitolato a Maria Letizia
Verga, (comitatomarialetiziaverga.it) è mantenere tutto questo.
Daniele Condorelli – Buona Sanità – L’Espresso – 12 novembre
2015 -
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