Si tratta di una svolta nello studio della Bibbia. La scoperta di un cimitero lungo
la costa meridionale di Israele potrebbe finalmente consentire archeologi di
ricostruire la storia di uno dei popoli più enigmatici e famigerati delle
Scritture: i Filistei, nemici giurati degli israeliti. Il sito si trova fuori
le mura dell’antichissima città di Ascalona, uno dei cinque centri principali
della civiltà dei “cattivi” della Bibbia, abitato tra il XII e il VII secolo
a.C. Il cimitero, venuto alla luce dopo scavi durati 30 anni, contiene tra 150
e 200 sepolture individuali che vanno dal XI all’VIII sec. a.C.. Benché
l’esistenza di queste cinque città
(Ashdod, Ascalona, Gaza, Ekron e Gath) e una notevole mole di manufatti appartenenti
alla cultura dei Filistei siano stati scoperti da oltre un secolo, finora non
erano state identificate sepolture. La scoperta è stata annunciata da un team
di archeologi dell’Università di Harvard, del Boston College, del Wheaton
College in Illinois e della Troy University in Alabama organizzato in
collaborazione con la Israel Antiquities
Authoriry e la Israel Nature and Parks Authority. Secondo le prime
ipotesi il cimitero sarebbe appartenuto alla città di Gath, quella del gigante
Golia, il filisteo più conosciuto della storia, ucciso dal giovane David. I
Filistei erano una popolazione di origine indoeuropea arrivata nei territori
dell’attuale Palestina (il cui nome deriverebbe proprio da quello dei filistei)
tra il 1,200 e l’800 avanti Cristo. Molto più tardi, il termine Filistea veniva
usato dai Romani per dare il nome di Palestina alla Terra d’Israele. “Dopo
decenni passati a studiare i manufatti, oggi finalmente abbiamo trovato i loro
corpi”, dice Daniel M. Master, archeologo del Wheaton College e condirettore
della missione. “Il modo di seppellire i morti conferma ciò che già
ipotizzavamo da tempo: i filistei sono arrivati dalla regione del Mar Egeo. Le
similitudini tra tecniche utilizzate per la sepoltura e reperti, con quelli dei
popoli stanziati tra Egeo e Turchia, sono fortissime. Dobbiamo capire se sono
partiti dall’entroterra greco, dalle isole di Creta o Cipro, o ancora dalla
moderna Anatolia”. Di certo i loro riti funerari erano molto sofisticati, Nel
cimitero, che si trovava tre metri sotto terra in quello che in seguito i
Romani resero un vigneto, sono state rinvenute decine di tombe ricchissime. Ciò
dimostra un alto livello culturale, contrariamente a quanto si è sempre
pensato. “Si tratta di un tenore di vita molto migliore di quello che avevano
nello stesso periodo gli israeliti. Bottiglie di profumo sono posizionate
vicino alle teste mentre tra le gambe si trovano oli, vino e cibo, alcuni hanno
ancora bracciali, collane e anelli”, dice Master. Pare che alcuni resti siano
stati addirittura cremati: un procedimento molto raro e costoso per l’Epoca.
“Il cimitero testimonia di uno stile di vita cosmopolita, elegante e aperto
alle influenze del Mediterraneo, on contrasto con il contesto rurale dei
villaggi israeliti delle colline orientali. Dal nostro punto di vista, lo scavo
è solo il primo capitolo di questa storia” dice l’archeologo. Del sito verrà
effettuata una ricostruzione 3D, affidata all’università di Tel Aviv. Intanto
alcuni dei reperti trovati nel cimitero verranno esposti già da fine mese in
una mostra presso il museo Archeologico Rockefeller di Gerusalemme.
Simone Porrovecchio – Archeologia – L’Espresso – 28 luglio
2016
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