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lunedì 1 agosto 2016

Lo Sapevate Che: Che signori questi Filistei...



Si tratta di una svolta nello studio della Bibbia. La scoperta di un cimitero lungo la costa meridionale di Israele potrebbe finalmente consentire archeologi di ricostruire la storia di uno dei popoli più enigmatici e famigerati delle Scritture: i Filistei, nemici giurati degli israeliti. Il sito si trova fuori le mura dell’antichissima città di Ascalona, uno dei cinque centri principali della civiltà dei “cattivi” della Bibbia, abitato tra il XII e il VII secolo a.C. Il cimitero, venuto alla luce dopo scavi durati 30 anni, contiene tra 150 e 200 sepolture individuali che vanno dal XI all’VIII sec. a.C.. Benché l’esistenza di queste  cinque città (Ashdod, Ascalona, Gaza, Ekron e Gath) e una notevole mole di manufatti appartenenti alla cultura dei Filistei siano stati scoperti da oltre un secolo, finora non erano state identificate sepolture. La scoperta è stata annunciata da un team di archeologi dell’Università di Harvard, del Boston College, del Wheaton College in Illinois e della Troy University in Alabama organizzato in collaborazione con la Israel Antiquities  Authoriry e la Israel Nature and Parks Authority. Secondo le prime ipotesi il cimitero sarebbe appartenuto alla città di Gath, quella del gigante Golia, il filisteo più conosciuto della storia, ucciso dal giovane David. I Filistei erano una popolazione di origine indoeuropea arrivata nei territori dell’attuale Palestina (il cui nome deriverebbe proprio da quello dei filistei) tra il 1,200 e l’800 avanti Cristo. Molto più tardi, il termine Filistea veniva usato dai Romani per dare il nome di Palestina alla Terra d’Israele. “Dopo decenni passati a studiare i manufatti, oggi finalmente abbiamo trovato i loro corpi”, dice Daniel M. Master, archeologo del Wheaton College e condirettore della missione. “Il modo di seppellire i morti conferma ciò che già ipotizzavamo da tempo: i filistei sono arrivati dalla regione del Mar Egeo. Le similitudini tra tecniche utilizzate per la sepoltura e reperti, con quelli dei popoli stanziati tra Egeo e Turchia, sono fortissime. Dobbiamo capire se sono partiti dall’entroterra greco, dalle isole di Creta o Cipro, o ancora dalla moderna Anatolia”. Di certo i loro riti funerari erano molto sofisticati, Nel cimitero, che si trovava tre metri sotto terra in quello che in seguito i Romani resero un vigneto, sono state rinvenute decine di tombe ricchissime. Ciò dimostra un alto livello culturale, contrariamente a quanto si è sempre pensato. “Si tratta di un tenore di vita molto migliore di quello che avevano nello stesso periodo gli israeliti. Bottiglie di profumo sono posizionate vicino alle teste mentre tra le gambe si trovano oli, vino e cibo, alcuni hanno ancora bracciali, collane e anelli”, dice Master. Pare che alcuni resti siano stati addirittura cremati: un procedimento molto raro e costoso per l’Epoca. “Il cimitero testimonia di uno stile di vita cosmopolita, elegante e aperto alle influenze del Mediterraneo, on contrasto con il contesto rurale dei villaggi israeliti delle colline orientali. Dal nostro punto di vista, lo scavo è solo il primo capitolo di questa storia” dice l’archeologo. Del sito verrà effettuata una ricostruzione 3D, affidata all’università di Tel Aviv. Intanto alcuni dei reperti trovati nel cimitero verranno esposti già da fine mese in una mostra presso il museo Archeologico Rockefeller di  Gerusalemme.
Simone Porrovecchio – Archeologia – L’Espresso – 28 luglio 2016

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