“Ho scritto al presidente Renzi, su
Twitter, ma non mi ha ancora risposto”. “Neanche un retweet? chiedo io. “No,
neanche un retweet”risponde il ragazzo che mi sta accompagnando”.
Siamo nella Cantina Sociale di Solopaca, provincia di
Benevento alluvionata da una settimana (nel momento in cui scrivo). Qui, a
Benevento e in altri 40 comuni del circondario, la pioggia ha gonfiato fiumi e
affluenti fino a farli esondare in uno tsunami di fango e rocce che si è
abbattuto su persone, case, campagne, ponti, strade, negozi, fabbriche e
speranze. A dispetto della forza mostruosa che ha travolto tutto, sono morte
“solo” tre persone: una signora nella piena di Pago Veiano, un operaio Enel che
cercava di riparare un guasto a Benevento, e un anziano a Montesarchio colto da
malore mentre spalava detriti. Padre Pio è nato qui vicino, la sua immagine
sbuca da ogni muro e la tentazione di ascrivere al santo il miracolo della
mancata morte di centinaia di persone è forte. Parimenti, un potere superiore
avrebbe potuto evitare tutto ciò, ma per indagare i misteri della fede ci sarà
tempo. Ora, ad averne la forza, c’è solo da rimboccarsi le maniche. Insieme a
volontari e vignaioli il ragazzo che ha scritto a Renzi ha tirato fuori dal
fango migliaia di bottiglie che verranno rivendute online con l’hashag #sporchemabuone. Si fa di necessità
virtù, ricorrendo a un malaugurato marketing dell’emergenza, consapevoli del
fatto che l’eco del caso Rummo e della solidarietà online di vip e meno vip,
non è stata contagiosa. L’Agrisemi Minicozzi, a poche centinaia di metri dalla
Rummo, ha visto migliaia di quintali di semi per cereali pronti per il mercato
agricolo andare distrutti per sempre. Il figlio del titolare mi racconta che
gioca in quei capannoni oggi allagati e maleodoranti da quando è nato. Ha
passato la vita a far crescere l’azienda di famiglia fino a farla diventare
un’eccellenza a livello europeo. E’ arrabbiato con il destino e non solo. Non
capisce come mai i media non siano dando risalto a quello che è successo. Con
altri imprenditori colpiti, il giorno prima aveva accettato di abbandonare
l’azienda allagata pur di raccontare in una tv nazionale cosa stava accadendo.
Non immaginavano, di dover ascoltare un’ora di dibattito sul pensionato che ha
sparato al ladro, per poi venir liquidati con poche battute. Pensavano di
meritare più ascolto, o almeno un tweet di conforto. Poi, comunque, avrebbero
ricominciato a spalare.
Diego Bianchi – Il Sogno di Zoro – Il Venerdì di Repubblica –
30 ottobre 2015
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