Maturità artistiche
Quand'era giovane è stata, ad unanime
giudizio di critica e pubblico, una delle donne più belle mai apparse sullo
schermo. Con la maturità, Virna Lisi non solo ha saputo mantenere un fascino immortale
ma ha anche subito un'evoluzione straordinaria in termini di bravura e di
consapevolezza del ruolo di attrice.
Ha partecipato così a grandi e
importanti pellicole, affrontando con coraggio il passare del tempo, senza mai
cercare pateticamente di mascherarlo.
Virna Pieralisi (così all'anagrafe) nasce l'8 novembre 1936 a
Jesi (Ancona). Nel cinema debutta giovanissima e del tutto casualmente: il
padre Ubaldo, trasferitosi agli inizi degli anni '50 a Roma, conosce Giacomo
Rondinella, un cantante, il quale colpito dall'eccezionale figura della ragazza
la presenta ad un produttore. Catapultata in men che non si dica in un ambiente
che non era il suo, la timida Virna prende parte inizialmente a una mezza
dozzina di film partenopei: da "E Napoli canta" a "Desiderio 'e
sole", da "Piccola santa" a "Luna nuova". Nel 1955 le
sue quotazioni lievitano grazie ad un remake del celebre "Ore 9: lezione
di chimica", che lo stesso Mario Mattoli rivisita nelle
"Diciottenni".
Nel 1956 interpreta "La donna del
giorno", diretta dal giovanissimo Francesco Maselli. La sua bellezza, di
una purezza abbagliante, si adatta ai film in costume, come "Caterina Sforza, leonessa di Romagna" (1958) di G. W. Chili e
"Romolo e Remo" (1961) di Sergio Corbucci. Lavora anche con Totò in
"Sua eccellenza si fermò a mangiare" (1961) di Mattoli. Un grande del
teatro come Giorgio Strehler (e negli anni '60 Strehler era già un'autorità del
settore) la chiama per la parte di protagonista nei "Giacobini" di
Federico Zardi, per il quale ottiene al Piccolo di Milano un lusinghiero
successo.
A teatro lavora anche con Michelangelo
Antonioni e Luigi Squarzina, mentre la sua
immagine cinematografica cresce fino ad internazionalizzarsi nel "Tulipano
nero" (1963), di Christian Jacque, con Alain Delon, ed "Eva" (1962) di Joseph Losey. Chiamata
da Hollywood, si muove con disinvolta padronanza
di commediante in "Come uccidere
vostra moglie" (1965) di Richard Quine, a fianco di Jack Lemmon. Si tratta
comunque di un'esperienza limitata, tesa a sfruttare esclusivamente le sue doti
di bionda platinata, come confermato dai seguenti "U 112 - assalto al
Queen Mary" (1965), con Frank Sinatra e "Due assi nella manica" (1966), con
Tony Curtis.
All'infelice approdo hollywoodiano fa
seguito, nell'arco di tempo che va dal 1964 al 1970, un'attività italiana assai
corposa, segnata da alcune indovinate presenze che le consentono di affinare
meglio i propri mezzi, soprattutto nel versante di canovacci connessi
all'attualità: "Le bambole" di Dino Risi, con Nino Manfredi; "La donna del lago" di Luigi Bazzoni;
"Oggi, domani e dopodomani" di Eduardo
De Filippo, e "Casanova 70" di Mario Monicelli, entrambi con Marcello
Mastroianni; "Una vergine per il
principe" di Pasquale Festa Campanile, con Vittorio Gassman; "Signore e signori" di Pietro Germi; "La ragazza e il generale" di Festa
Campanile, con Rod Steiger;
"La venticinquesima ora" di Henri Verneuil, con Anthony Quinn; "Tenderly" di Franco Brusati;
"Arabella" di Mauro Bolognini; "Il segreto di Santa Vittoria"
di Stanley Kramer, con Anna Magnani; "L'albero di Natale" di Terence Young, con William Holden; "La
statua" di Rod Amateau, con David Niven; "Barbablu'" di Luciano
Sacripanti, con Richard Burton.
Sempre splendente nel fisico e nel
fresco sorriso, negli anni '70, anche per mancanza di ruoli adatti di donna
matura, dirada notevolmente il lavoro cinematografico. Ricordiamo le
interpretazioni più acclamate: "Al di là del bene e
del male" (1977) di Liliana Cavani; "Ernesto" (1978) di Salvatore Saperi o
"La cicala" (1980) di Alberto Lattuada. A partire dalla metà degli
anni '80 Virna Lisi si rilancia grazie ad alcune
significative prove offerte in
sceneggiati televisivi ("Se un giorno busserai alla mia porta";
"E non se ne vogliono andare"; "E se poi se ne vanno?";
"I ragazzi di via Panisperna") ove staccandosi dal clichè della donna
"troppo bella per essere vera", ha modo di esprimere appieno una
nuova personalità ed un'indubbia maturazione artistica.
Su questa linea si pone anche
l'esemplare ritratto di madre e nonna ancora giovane, schizzato sotto la guida
di Luigi Comencini in "Buon Natale, Buon anno" (1989),
che le porta il Nastro d'argento. Con l'interpretazione di Caterina De' Medici
nella "Regina Margot" (1994) di Patrice Chèreau vince il Nastro
d'argento ed il premio come miglior attrice a Cannes.
Seguono "Va' dove ti porta il cuore" (1996), la mini serie TV
"Deserto di fuoco" (1997), ed i film TV "Cristallo di
rocca" (1999) e "Balzac"
(1999). Tra i suoi ultimi lavori: "Le ali della vita" (2000,
con Sabrina Ferilli),
"Un dono semplice" (2000, con Murray Abraham),
"Il più bel giorno della mia vita" (2002, con Margherita Buy e Luigi Lo Cascio).
Nel 2013 muore la persona con cui ha
passato un'intera vita, il marito Franco Pesci, architetto ed ex Presidente
della Roma calcio; da lui Virna Lisi ha avuto un figlio,
Corrado, nato nel luglio del 1962 che l'ha resa nonna di tre nipoti: Franco,
nato nel 1993 ed i gemelli Federico e Riccardo, nati nel 2002. Virna Lisi muore
improvvisamente all'età di 78 anni il 18 dicembre 2014.
https://biografieonline.it/biografia-virna-lisi
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