“Oriana Fallaci, la più grande giornalista italiana del '900.
[dalla prefazione a Oriana Fallaci, Penelope alla guerra]” Concita De Gregorio
Concita De Gregorio: le prime esperienze
nell'informazione
I primi anni presso La Repubblica
I primi libri di Concita De Gregorio
Concita De Gregorio nasce il 19 novembre
del 1963 a Pisa, figlia di Paolo (magistrato toscano) e Concha (originaria di
Barcellona): il suo nome è lo stesso della mamma e della nonna, secondo l'uso
del capoluogo catalano di tramandare il nome tra primogeniti. La futura
giornalista cresce a Biella (dove frequenta le elementari) a causa del lavoro
del papà; da adolescente torna a Livorno e si diploma presso il liceo classico
"Niccolini Guerrazzi", per poi laurearsi in Scienze Politiche
all'Università di Pisa.
Concita De Gregorio: le prime esperienze nell'informazione
Già durante gli studi universitari
comincia a lavorare presso televisioni e radio locali toscane; nel 1985 entra a
far parte de "Il Tirreno", quotidiano livornese, dove lavora per le
redazioni di Livorno, Piombino, Pistoia e Lucca, occupandosi soprattutto
di cronaca nera.
I primi anni presso La Repubblica
Nel 1990 giunge al quotidiano
"Repubblica" grazie alla vittoria nel concorso Mario Formenton:
assunta al giornale di Largo Fochetti da Eugenio Scalfari, viene accolta sotto l'ala protettiva di Giampaolo
Pansa e si occupa di politica interna (a lei si dovrà l'introduzione del
termine "girotondini") e cronaca.
Nel 1994 diventa madre del suo primo
figlio, Pietro, avuto dal marito Alessandro Cecioni (giornalista, tra l'altro
autore di un libro sul mostro di Firenze), mentre due anni più tardi nasce
Lorenzo.
I primi libri di Concita De Gregorio
Nel 2001 Concita De Gregorio pubblica
per Laterza il suo primo libro, intitolato "Non lavate questo sangue. I
giorni di Genova", dedicato alle violenze avvenute durante il G8 tenutosi
nell'estate di quell'anno nel capoluogo ligure; nel 2003 diventa madre del suo
terzo figlio, Bernardo.
Nel 2006 scrive il suo secondo libro,
"Una madre lo sa. Tutte le ombre dell'amore perfetto", edito da
Mondadori (che entra nella rosa dei finalisti del Premio Bancarella), e si
occupa della postfazione del libro di Rosalind B. Penfold "Le pantofole
dell'orco. Storia di un amore crudele", edito da Sperling & Kupfer.
Prima donna alla direzione de L'Unità
Due anni più tardi deve affrontare la
morte del padre Paolo; novità importanti si materializzano, poi, dal punto di
vista professionale: non solo grazie alla pubblicazione del libro
"Malamore. Esercizi di resistenza al dolore", edito da Mondadori, ma
soprattutto grazie alla sua nomina a direttrice de "L'Unità".
Una nomina che, per altro, non manca di
suscitare polemiche, visto che la notizia dell'arrivo di Concita De
Gregorio al quotidiano fondato da Gramsci, viene resa nota attraverso la diffusione delle
anticipazioni di una sua intervista rilasciata alla rivista "Prima
Comunicazione": le anticipazioni suscitano clamore, con il comitato di
redazione dell'"Unità" che protesta contro le modalità di annuncio
del cambio alla direzione attraverso un'intervista.
Il 22 agosto del 2008, comunque, sopite
le polemiche, Concita - fortemente voluta da Walter Veltroni - diventa la prima donna a dirigere
"L'Unità", prendendo il posto di Antonio Padellaro.
Dopo avere scritto la prefazione del
libro di Ascanio Celestini "La pecora nera. Elogio funebre del manicomio
elettrico", edito da Einaudi, la giornalista si occupa anche delle
prefazioni di "Penelope alla guerra", opera di Oriana Fallaci riedita da Bur, e di "Michelle Obama. First lady della speranza", opera di Elizabeth
Lightfoot pubblicata in Italia da Nutrimenti.
Nel 2010 Concita De Gregorio riceve il
Premio Renato Benedetto Fabrizi e pubblica per Il Saggiatore "Un paese
senza tempo. Fatti e figure in vent'anni di cronache italiane". Realizza,
inoltre, le prefazioni dei libri di Anais Ginori "Pensare l'impossibile.
Donne che non si arrendono" (Fandango) e di Giovanni Maria Bellu e Silvia
Sanna "100 giorni sull'isola dei cassintegrati" (Il maestrale).
Il ritorno a Repubblica
Nel luglio del 2011 la giornalista
toscana lascia "L'Unità" (Pierluigi Bersani le
preferisce Claudio Sardo) e fa ritorno a "Repubblica". Nello stesso
anno pubblica con Einaudi "Così è la vita. Imparare a dirsi addio"
(in cui affronta il tema della morte e
dei vari modi per farvi fronte), e per il libro "Sul velo. Lettere aperte
alle donne musulmane" di Nicla Vassallo e Marnia Lazreg scrive "La
velata".
A novembre del 2011 suscita scalpore un
suo intervento nel corso di un convegno all'Università di Pisa in occasione del
quale rivela che un importante dirigente del Partito Democratico le ha
confessato che il partito ha volutamente perso le elezioni regionali del Lazio
del 2010 per agevolare Renata Polverini, candidata di Gianfranco Fini,
e favorire quest'ultimo nella sua campagna contro Silvio Berlusconi per
sfaldare il Pdl.
Le dichiarazioni di Concita De
Gregorio alzano un polverone di polemiche, in seguito al quale lei si
difende accusando i mezzi di comunicazione e i giornali di essere ipocriti.
Nel 2013, ancora con Einaudi pubblica
"Io vi maledico", un'inchiesta sul sentimento di indignazione e
rabbia che pervade l'Italia contemporanea; inoltre, inizia a condurre su Raitre
la trasmissione "Pane quotidiano", in onda ogni mattina dal
lunedì al venerdì, dedicata alla cultura e alla letteratura (fino al 27 maggio
2016). Dal settembre 2018 è su Radio Capital come conduttrice radiofonica del
programma "Cactus, basta poca acqua". https://biografieonline.it/biografia-concita-de-gregorio
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