La leggenda
di San Martino, 11 novembre
Le giornate si
accorciano e il freddo si inasprisce, come ci ricorda la storia dell’ex
generale romano poi divenuto vescovo di Tour che donò il suo mantello al
povero. I semi riposano e pian piano, ricordando quel gesto di generosità
e di calore, si prepara nel cuore la luce del Natale. Una luce che in questa
festa colleghiamo alla lanterna di Martino che i bambini
preparano nel periodo precedente la ricorrenza preparano nel periodo precedente
la ricorrenza.
Celebrare con
appuntamenti festosi l’alternarsi delle stagioni prepararsi alla luce del
Natale ricordando prima San
Michele, San Martino, San Nicolaus e poi Santa Lucia, e la fine dell’anno
scolastico con il fuoco di San Giovanni mette in
risonanza il grande ritmo dell’anno con l’immenso ritmo del cosmo e insieme con
il ritmo intimo di ognuno di noi: il sonno e la veglia, il battito del cuore,
il dentro e fuori del respiro. (..). Ma eccovi la leggenda
di San Martino:
Era l’11
novembre: il cielo era coperto, piovigginava e tirava un ventaccio che penetrava
nelle ossa; per questo il cavaliere era avvolto nel suo ampio mantello di
guerriero.
Ma ecco che lungo la strada c’è un povero vecchio coperto soltanto di pochi
stracci, spinto dal vento, barcollante e tremante per il freddo. Martino lo guarda e
sente una stretta al cuore.
“Poveretto, – pensa – morirà per il gelo!” E pensa come fare per dargli un po’
di sollievo. Basterebbe una coperta, ma non ne ha. Sarebbe sufficiente del denaro,
con il quale il povero potrebbe comprarsi una coperta o un vestito; ma per caso
il cavaliere non ha con sé nemmeno uno spicciolo.
E allora cosa fare? Ha quel pesante mantello che lo copre tutto. Gli viene
un’idea e, poiché gli appare buona, non ci pensa due volte. Si toglie il
mantello, lo taglia in due con la spada.
e ne dà una metà al poveretto
“Dio ve ne renda merito!”, balbetta il mendicante, e
sparisce.
San Martino, contento di avere fatto la carità, sprona il cavallo e se ne va
sotto la pioggia, che comincia a cadere più forte che mai, mentre un ventaccio
rabbioso pare che voglia portargli via anche la parte di mantello che lo
ricopre a malapena.
Ma fatti pochi passi ecco che smette di piovere, il vento si calma. Di lì a
poco le nubi si diradano e se ne vanno. Il cielo diventa sereno, l’aria si fa
mite.
Il sole comincia a riscaldare la terra obbligando il cavaliere a levarsi anche
il mezzo mantello.
Ecco
l’estate di San Martino, che si rinnova ogni anno per festeggiare un
bell’atto di carità ed anche per ricordarci che la carità verso i poveri è il
dono più gradito a Dio.
Ma la storia di San Martino non finisce qui. Durante la notte, infatti, Martino
sognò gli angeli che lo ringraziavano mostrandogli la metà del mantello, quasi
per fargli capire che il mendicante incontrato era proprio uno di loro.
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