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giovedì 26 novembre 2020

Lo Sapevate Che: Esce nelle sale "Casablanca", il 26 novembre 1942 , giovedì 26 novembre 1942 (78 anni fa)

Elsa : Baciami, baciami come se fosse l'ultima volta! [ ...(dal film Casablanca)

 

 

Esce nelle sale "Casablanca": Poche frasi nella storia del cinema hanno la forza evocativa di «Suonala, Sam. Suona "Mentre il tempo passa"», entrata nel linguaggio comune di artisti, scrittori e persone comuni. Ma è soltanto uno dei tanti aspetti che, nel tempo, hanno reso leggendario il film Casablanca e i suoi interpreto.

 

Proiettata in anteprima mondiale all'Hollywood Theater di New York, la pellicola del regista ungherese Michael Curtiz lanciò nel firmamento del cinema mondiale Humphrey Bogart, che con essa consacrò il suo fascino di "duro", e Ingrid Bergman, allora poco più che sconosciuta sul grande schermo.

I due prestarono anima e volto ai protagonisti Ricky Blaine e Ilsa Lund Laszlo che, sullo sfondo della Seconda guerra mondiale, vissuta in quella parte del Marocco francese alleata con i nazisti, diedero vita a una delle pagine più romantiche della "settima arte". Candidato agli Oscar del 1944 per otto statuette, il film ne riuscì a portare a casa tre ("miglior film", "miglior regia", "miglior sceneggiatura non originale”)

 

In realtà si trattò di un successo inatteso, visto che la Warner Bros non ci aveva investito una grande cifra e gli stessi attori si erano lamentati ripetutamente di non comprendere la trama. Difficile a credersi, pensando all'aurea di mito che ancora oggi circonda “Casablanca”, l film più trasmesso in assoluto sulla TV americana.

 

Dalle locandine agli abiti del cast, tutto ciò che lo riguarda è diventato preda di collezionisti. Il mitico pianoforte, ad esempio, su cui Sam suona la malinconica As Time Goes By, è stato battuto all'asta da Sotheby's, nel 2012, per la "modica" cifra di 600mila dollari (pari a circa 446mila euro)!

http://www.mondi.it/almanacco/voce/2888001

Lo Sapevate Che: Charles M. Schulz, fumettista famoso in tutto il mondo per aver creato la striscia a fumetti dei Peanuts, più popolare di sempre


La felicità è un cucciolo caldo.” Chares Schulz

 

Indimenticabili noccioline

Charles Monroe Schulz, nato a St Paul (la città che con Minneapolis è una delle Twin Cities città gemelle del Minnesota) il 26 novembre 1922, da subito sembra destinato al fumetto. Appena nato, infatti, uno zio lo soprannomina Sparky, abbreviazione di Sparkplug, il cavallo di "Barney Google", striscia allora popolarissima (nella versione italiana, Barnabò Goggoloni o Bertoldo Scalzapolli).

Così Charles diventa Sparky per tutti, nomignolo con cui firmò i suoi primi lavori e con il quale lo chiamarono sempre gli amici. L'aneddotica ci regala anche un altro stralcio di intuizione legato a un'insegnante che guardando un disegno del giovanissimo Sparky commentò: "Un giorno, Charles, sarai un artista".

Molto bravo a scuola, eccelleva naturalmente in arte, amando, quasi come da copione, leggere le strisce di fumetti che apparivano sui giornali dell'epoca, augurandosi intimamente di poterne un giorno pubblicare di proprie.

Quando aveva tredici anni, gli regalarono un cane bianco e nero di nome Spike, buffo e intelligente, il modello di quello che più tardi sarà Snoopy (uno Spike, brachetto alto, allampanato e dall'aria perennemente assonnata, apparirà in Peanuts impersonando il fratello di Snoopy).

Frequentando le superiori, invece, strinse amicizia con un ragazzo di nome Charlie Brown, poi utilizzato nell'invenzione della figura dell'omonimo bambino. Non si sa se il carattere sia simile, ma il nome sicuramente sì....

Dopo il diploma e una breve esperienza di guerra nella Francia del 1945, viene assunto come insegnante alla Art Instruction School, una scuola di disegno per corrispondenza dove Schulz incontra numerosi giovani colleghi e trae ispirazioni e suggerimenti per i suoi futuri personaggi. Ad esempio, l'impiegata della contabilità Donna World, suo primo amore non corrisposto, gli ispirerà quel singolare personaggio fuori campo che è la ragazzina dai capelli rossi, eterna innamorata di Charlie Brown.

"Sparky" spedisce così i suoi disegni a varie redazioni, finché alla fine il giornale di St. Paul decide di pubblicare alcune sue strisce. Dopo questo piccolo riconoscimento, galvanizzato, si convince a mettere insieme la sua migliore produzione e di mandarla all'United Feature Syndacate di New York. La risposta è subito positiva e Charles riceve una breve lettera con la conferma dell'interessamento. Detto fatto, si sposta a New York con l'intento di consegnare le sue strisce, poi chiamate dall'editore, con un termine inizialmente aborrito da Schulz, Peanuts (letteralmente: "noccioline", a causa della velocità e dell'insaziabilità con cui si consumavano). Presto Schulz creò una galleria indimenticabile di personaggi, oggi noti in tutto il mondo: Snoopy, Lucy, Linus, Sally, Woodstock, Schroeder e molti altri. I Peanuts debuttano quindi ufficialmente il 2 ottobre 1950, data in cui la prima striscia uscì su sette quotidiani americani.

In pochi anni, però, i Peanuts divennero il fumetto più popolare del globo. I suoi personaggi vengono pubblicati su 2293 giornali di 67 paesi, comparendo in programmi di animazione, nei film per il cinema, tra diari di scuola e raccolte di fumetti (addirittura, in occasione del 40° dei Peanuts, fu ospitata a Parigi, nel Pavillon Marsan, l'ala del Louvre che accoglie il Musée des Arts Décoratifs, una mostra a lui dedicata).

Nell'aprile del 1951 "Sparky" sposa Joyce Halverson ma il matrimonio dura solamente due anni. Nel 1976 ci riprova, sposando Jeannie Forsyht, un matrimonio, questo, durato per ventuno anni e che ha visto la nascita di cinque figli, diventati la principale fonte d'ispirazione per le strisce del geniale autore.

I Peanuts sono dunque diventati non solo un fenomeno di culto, ma persino oggetto di studio da parte di letterati, saggisti e psicologi (indimenticabili, a proposito, le analisi di Umberto Eco, che ha acutamente scritto più volte intorno ai personaggi di Schulz), in quanto, in un modo o nell'altro, fanno riflettere su quelli che sono i piccoli problemi di tutti i bambini (e non solo) di questo mondo.

In una celebre intervista ha detto: "Perché i musicisti compongono sinfonie e i poeti scrivono poesie? Lo fanno perché per loro la vita non avrebbe alcun significato se non lo facessero. Questo é il motivo per cui disegno i miei fumetti: é la mia vita". E lo dimostra il fatto che una clausola nel suo contratto prevede che i personaggi muoiano con il loro creatore.

Infatti, fin dagli esordi, egli ripeteva: "Quando non potrò più disegnare, non voglio che nessuno prenda il mio posto. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy e gli altri miei personaggi usciranno di scena con me".

E così é stato. Charles Monroe Schulz é morto il 12 febbraio 2000, all'età di 77 anni, colpito dal cancro, e assieme a lui sono uscite di scena anche le sue creazioni.

https://biografieonline.it/biografia-charles-m-schulz

Lo Sapevate Che: Luigi Sturzo, figura simbolo dell’antifascismo. Teorizzatore e principale promotore dell’impegno dei cattolici in politica, preparando il terreno ai futuri partiti e movimenti


Si punta troppo sopra un interventismo statale che tende a dare in mano alle burocrazie l'economia del paese. Tutto ciò è contrario sia allo spirito cristiano che agli interessi nazionali, e rende più costosa e meno efficiente l'elevazione del lavoratore.” Luigi Sturzo

 

Il rinnovamento del secolo

Luigi Sturzo nasce a Caltagirone, in provincia di Catania, il 26 novembre 1871. La famiglia fa parte dell'aristocrazia agraria. Luigig frequenta i seminari prima di Acireale, poi di Noto.

Dopo il 1891, la pubblicazione della Rerum novarum, prima enciclica sulla condizione operaia, e lo scoppio delle rivolte dei contadini e degli operai delle zolfare siciliane (i cosiddetti Fasci) spingono Sturzo a orientare i suoi studi filosofici verso l'impegno sociale.

A Roma, mentre frequenta l'Università Gregoriana, partecipa al fervore culturale dei giovani cattolici. Il giovane Sturzo assume con entusiasmo posizioni vicine al pensiero di Leone XIII, il papa della Rerum novarum. Allo stesso tempo Sturzo è critico rispetto allo Stato liberale, al suo centralismo e all'assenza di una politica per il Mezzogiorno.

Nel 1895 fonda il primo comitato parrocchiale e una sezione operaia nella parrocchia di S. Giorgio; a Caltagirone dà vita alle prime casse rurali e cooperative.

A Roma Sturzo perfeziona i suoi studi conseguendo il diploma in Filosofia e la laurea in Teologia. Viene ordinato sacerdote il 19 maggio 1894. Il fratello maggiore Mario sarà vescovo di Piazza Armerina (EN).

Nell'esercizio del suo ministero sacerdotale ha modo di constatare la grande miseria del popolo: arriva così alla"vocazione di portare Dio nella politica". Don Sturzo dedica tutto se stesso all'attuazione dei princìpi della dottrina sociale della Chiesa.

Studia scienze sociali, è uomo politico e s'interessa nel primo decennio del XX secolo alle proposte politiche di Romolo Murri e alle proposte sociali di Giuseppe Toniolo, modernisti cattolici. Don Sturzo è precocemente favorevole, ancora negli anni del non expedit pontificio, all'organizzazione politica indipendente dei cattolici italiani e al loro progressivo inserimento nella vita civile e politica dello Stato.

Le caratteristiche del sacerdote sono, oltre a una continua unione con Dio, il profondo senso della giustizia, l'eroica obbedienza alla Chiesa, e il grande amore per i poveri.

Meridionalista, sostiene la necessità del decentramento amministrativo e delle autonomie regionali.

Ostile al capitalismo liberale che tendeva al monopolismo borghese, così come al socialismo classista che tendeva allo statalismo proletario, dopo una prima esperienza - che durerà 15 anni - di pro-sindaco di Caltagirone, Sturzo sostiene l'abolizione del non expedit per la partecipazione dei cattolici alla vita politica.

Nel 1919 fonda il Partito Popolare Italiano, di cui sarà segretario, portandolo a notevoli e importanti successi.

Giovanni Giolitti non si capacitava del fatto che un piccolo prete, da un ufficetto vicino a Montecitorio, potesse guidare e dare ordini a un così compatto gruppo di deputati.

Sopraggiunta la dittatura fascista, nel 1924 Don Sturzo è costretto ad un lungo esilio, prima a Londra, poi negli Stati Uniti, dove con i suoi scritti e le sue pubblicazioni prosegue la lotta: grazie alla traduzione dei suoi saggi la parola "totalitarismo" diviene tra le più diffuse nel lessico politico del Novecento.

Torna in Italia, da New York, nel 1946.

Difensore della Roma cristiana contro il comunismo ateo, nel 1952 caldeggia un'alleanza con il Movimento Sociale e i monarchici per contrastare il "Blocco del popolo" alle elezioni comunali. Sturzo viene sconfessato da parte del mondo cattolico e da Alcide De Gasperi. I partiti di centro vincono ugualmente.

Il presidente della Repubblica Luigi Einaudi lo nomina senatore a vita nel 1952.

Luigi Sturzo muore a Roma il giorno 8 agosto 1959.

Papa Giovanni XXIII lo definirà "esempio di preclare virtù sacerdotali". Papa Giovanni Paolo II, nel suo discorso ai vescovi siciliani in occasione della loro visita ad limina del 1981 ne esalterà "la vita, l'insegnamento e l'esempio [...] nella piena fedeltà al suo carisma sacerdotale".

È stata presentata istanza per la sua canonizzazione.

https://biografieonline.it/biografia-luigi-sturzo

mercoledì 25 novembre 2020

Speciale: Invitante pranzetto! …🌹

L'amore dell'uomo per l'innovazione non morirà mai. Ne sono convinto e ci credo appassionatamente.” Carl Benz

 


Canederli Tirolesi con Crauti

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

20 fette di pancarrè, 100 gr di burro, 3 uova, 2 dl di latte, farina, un ciuffo di prezzemolo, un lt di brodo di carne, 800 gr di cavolo cappuccio, un bicchiere di vino bianco, un bicchiere di aceto, 3 bacche di ginepro, 2 cucchiai di semi di coriandolo, una grattata di noce moscata, olio, sale e pepe.

 

Affettate sottilmente il cavolo, eliminando le parti più dure. In un tegame con 5 cucchiai d’olio, fatelo rosolare a fuoco vivace. Bagnate con il vino e l’aceto, unite le bacche di ginepro e il coriandolo, sale e pepe. Fateli cuocere coperti per un’ora a fuoco dolce. Lasciate per ora nel tegame al caldo.

Togliete la crosta al pancarrè e mettetelo a bagno nel latte. Riducete a pezzettini il burro, mettetelo in una grande ciotola e lasciatelo ammorbidire a temperatura ambiente. Aggiungete nella ciotola 100 gr di farina, il pane strizzate e spezzettato con le mani, il latte, lavorate bene il composto con un cucchiaio di legno e aggiungete le uova, il prezzemolo tritato, una grattugiata di noce moscata, salate e pepate, amalgamate bene sin che il composto si presenti compatto. In caso fosse troppo morbido aggiungete un po’ di farina.

Formate con le mani delle polpette di media grandezza, portate il brodo ad ebollizione e lessatevi i canederli per 15 minuti Scolateli e teneteli al caldo.

Mettete su un piatto lungo da portata i crauti caldi e adagiatevi i canederli nel centro, serviteli subito caldi.

 

 

Pollo e Coniglio fritti alla Toscana, con Insalatina mista

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

500 gr di petto di pollo, 500 gr di coniglio disossato, 2 uova, farina, 1 limone, olio, sale, pepe.

 

Lavare e asciugare le carni.  Tagliarle a pezzi di circa 4 cm di lato. In un piatto battere le uova con un pizzico di sale e pepe. In un altro piatto piano mettere abbondante farina. In una capiente e grande padella mettere abbondante olio e portarlo a bollore. Bagnare velocemente (pochi pezzi alla volta) i pezzi di carne prima nell’uovo e poi nella farina, facendo in modo che ne vengano bene ricoperti.

Farli friggere pochi alla volta nell’olio bollente facendoli dorare da tutte le parti. Fare assorbire l’olio in eccesso su carta assorbente da cucina. Sistemarli su un piatto da portata e mettervi tutto attorno il limone tagliato a fettine.

Buono accompagnato con insalatina stagionale ed un buon bicchiere di Chianti!

 

 

Frittelle di Farina di Castagne

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

200 gr di farina di castagne, acqua, 50 gr con zucchero, un uovo, 5 fichi secchi, olio, sale, zucchero a velo, gr 30 di uvetta.

 

Impastate la farina con acqua, sale e zucchero, il tuorlo e i fichi sminuzzati.

Quando avrete ottenuto un composto omogeneo e della consistenza di una crema, incorporate anche l’uvetta dopo averla ammollata in poca acqua tiepida e ben scolata. In un tegame fate scaldare abbondante olio, fatevi friggere, versandola a cucchiaiate la crema preparata.

Appena le frittelle saranno dorate, scolatele e fate assorbire l’olio in eccesso su carta assorbente da cucina.

Disponetele su un piatto da portata e cospargetele di zucchero a velo.

Lo Sapevate Che: Papa Giovanni XXIII, il Papa Buono che, rivolgendosi ai fedeli in Piazza San Pietro, disse: “Date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Papa”

 

Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera. Osservatela in alto, a guardare questo spettacolo. [...] Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: "Questa è la carezza del Papa". Troverete forse qualche lacrima da asciugare. Abbiate per chi soffre una parola di conforto.” Papa Giovanni XXIII

 

 

Il papa buono

La storia lo ricorda come il papa che iniziò il Concilio Vaticano II, i credenti ricordano Angelo Giuseppe Roncalli, papa Giovanni XXIII, come il "papa buono". Nasce il giorno 25 novembre 1881 a Sotto il Monte (Bergamo), in località Brusicco, quartogenito dei 13 figli di Battista Roncalli e Marianna Mazzola, semplici contadini. Com'era abitudine viene battezzato lo stesso giorno; il parroco è don Francesco Rebuzzini, il padrino è il prozio Zaverio Roncalli, capo famiglia, fratello del nonno Angelo.

Il giovane cresce in un ambiente povero: il futuro Papa riconoscerà sempre la preziosità delle virtù assimilate in famiglia quali la fede, la carità, la preghiera. A undici anni, nel 1892, entra in seminario a Bergamo grazie anche all'aiuto economico del suo parroco e di don Giovani Morlani, proprietario del fondo coltivato dalla famiglia Roncalli. Qui Angelo matura la determinazione di compiere ogni sforzo per diventare santo, come si legge ripetutamente nel suo diario "Il giornale dell'anima", iniziato nel 1895. Le capacità intellettuali e morali sono notevoli e nel 1901 viene mandato a Roma per continuare gli studi come alunno del Seminario Romano dell'Apollinare, usufruendo di una borsa di studio.

Negli anni 1901-1902 anticipa la richiesta per il servizio militare come volontario, sacrificandosi a favore del fratello Zaverio la cui presenza era necessario a casa per i lavori in campagna. Nonostante le difficoltà incontrate sotto le armi avrà modo di scrivere "eppure sento il Signore con la sua santa provvidenza vicino a me". Consegue la laurea in Sacra Teologia nel 1904.

Nel 1905 viene scelto dal nuovo vescovo di Bergamo, Giacomo Radini-Tedeschi, come segretario personale. Roncalli viene segnalato per la dedizione, la discrezione e l'efficienza. Radini-Tedeschi rimarrà sempre guida ed esempio per il futuro Papa, che resta al suo fianco fino alla morte di questi, il 22 agosto 1914; durante questo periodo Roncalli si dedica anche all'insegnamento della storia della Chiesa presso il seminario di Bergamo.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale (1915) è richiamato nella sanità militare, per esserne poi congedato con il grado di tenente cappellano.

Nel 1921 papa Benedetto XV lo nomina prelato domestico (che gli vale l'appellativo di monsignore) e presidente del Consiglio Nazionale Italiano dell'Opera della Propagazione della Fede. In tale ambito si occupa della redazione del motu proprio di Pio XI, che diverrà in seguito la magna charta della cooperazione missionaria.

Inizia poi un periodo di missioni diplomatiche: nel 1925 papa Pio XI lo nominò Visitatore Apostolico in Bulgaria, elevandolo al grado di vescovo e affidandogli il titolo della diocesi di Aeropolis. Angelo Roncalli scegli come motto episcopale "Oboedientia et Pax", frase (ripresa dal motto di Cesare Baronio "Pax et Oboedientia") che diverrà il simbolo del suo operato. Durante la missione in Bulgaria affrontare la spinosa questione dei rapporti tra i cattolici di rito romano e quelli di rito ortodosso. Nel 1935 Roncalli è Delegato Apostolico in Turchia e Grecia. Questo periodo della vita di Roncalli, che coincide con la Seconda guerra mondiale, è ricordato in particolare per i suoi interventi a favore degli ebrei in fuga dagli stati europei occupati dai nazisti. Nel 1944 è nominato (da Pio XII) Nunzio Apostolico a Parigi, dove c'è una situazione difficilissima, che vede molti vescovi accusati di aver collaborato con i tedeschi invasori. L'equilibrio, l'accortezza, la semplicità e l'amabilità di Roncalli riescono a risolvere i problemi e a conquistare le simpatie dei francesi e di tutto il Corpo Diplomatico.

Nel 1953 viene nominato cardinale e patriarca di Venezia. Già durante questo periodo si segnala per alcuni importanti gesti di apertura. Fra i tanti va ricordato il messaggio che invia al Congresso del PSI - partito ancora alleato del PCI i cui dirigenti e propagandisti erano stati scomunicati da papa Pio XII nel 1949 - quando nel 1956 i socialisti si riuniscono nella città di Venezia.

Dopo la morte di Papa Pio XII, Angelo Roncalli viene eletto Papa il 28 ottobre 1958, con sua grande sorpresa; sceglie il nome di Giovanni XXIII e il 4 novembre dello stesso anno viene incoronato. Secondo alcuni analisti Roncalli sarebbe stato scelto principalmente per la sua età: dopo il lungo pontificato del suo predecessore, i cardinali avrebbero scelto un uomo che presumevano, per via della sua età avanzata e della modestia personale, sarebbe stato un Papa cosiddetto "di transizione". Giungerà invece in qualche modo inaspettata la conquista dell'affetto di tutto il mondo cattolico, in un modo che i predecessori di Roncalli non avevano mai ottenuto, proprio grazie al calore umano, al buon umore e alla gentilezza del nuovo papa, oltre alla sua importante esperienza diplomatica.

Sceglie Loris Francesco Capovilla come segretario privato, la persona che già lo assisteva a Venezia.

Tra le molte novità introdotte nel pontificato di Giovanni XXIII, c'è l'aumento del numero massimo di cardinali a 75, superando il tetto di 70 cardinali ormai fermo da secoli. Oltre che da un'aneddotica celeberrima e vastissima il suo pontificato è segnato da episodi indelebilmente registrati dalla memoria popolare: durante il suo primo Natale da papa visita i bambini malati ospiti dell'ospedale romano Bambin Gesù, dove con intima e contagiosa dolcezza benedice i piccoli, alcuni dei quali lo scambiano per Babbo Natale. Il giorno seguente (Santo Stefano) visita i carcerati nella prigione romana di Regina Coeli. Nell'occasione dice loro: "Non potete venire da me, così io vengo da voi. Dunque eccomi qua, sono venuto, m'avete visto; io ho fissato i miei occhi nei vostri, ho messo il cuor mio vicino al vostro cuore. La prima lettera che scriverete a casa deve portare la notizia che il papa è stato da voi e si impegna a pregare per i vostri familiari".

Un altro esempio che si può ricordare è quando Jacqueline Kennedy, moglie del Presidente degli Stati Uniti, arriva in Vaticano per incontrarlo, il papa inizia a provare nervosamente le due formule di benvenuto che gli era stato consigliato di usare ("mrs Kennedy, madame" e "madame, mrs Kennedy"); all'incontro, per il divertimento della stampa, il papa abbandona entrambe le forumle e correndole incontro la chiama semplicemente "Jackie!".

Fra lo stupore dei suoi consiglieri e vincendo le remore e le resistenze della parte conservatrice della Curia, Giovanni XXIII indice un concilio ecumenico, meno di 90 anni dopo il controverso Concilio Vaticano I. Mentre i suoi aiutanti stimavano di dover impiegare almeno un decennio per i preparativi, Giovanni XXIII progettò di tenerlo nel giro di pochi mesi. Il 4 ottobre 1962, ad una settimana dall'inizio del concilio, Giovanni XXIII si reca in pellegrinaggio a Loreto e Assisi per affidare le sorti dell'imminente Concilio alla Madonna e a San Francesco. Per la prima volta dall'unità d'Italia un papa varcava i confini del Lazio ripercorrendo i territori che anticamente erano appartenuti allo Stato pontificio: questo seppur breve tragitto ripristinerà l'antica figura del papa pellegrino che i suoi successori porteranno poi a pieno compimento.

Il 2 dicembre 1960 in Vaticano, Giovanni XXIII incontra Geoffrey Francis Fisher, arcivescovo di Canterbury; è la prima volta in oltre 400 anni che un capo della Chiesa Anglicana visita il Papa.

Tra gli altri eventi che caratterizzano la storia recente c'è da ricordare la scomunica da parte di Papa Giovanni XXIII a Fidel Castro (3 gennaio 1962) in linea con un decreto del 1949 di Pio XII, che vietava ai cattolici di appoggiare governi comunisti.

L'11 ottobre 1962, in occasione della serata di apertura del Concilio, piazza San Pietro è gremita di fedeli. A gran voce chiamato ad affacciarsi - atto che non si sarebbe mai immaginato possibile richiedere al papa predecessore - Roncalli si presenta alla finestra e qui pronuncia uno dei suoi discorsi più famosi, il cosiddetto "discorso della luna". Il discorso non è preparato: risulta da subito poetico, dolce, semplice.

Salutando la luna e i fedeli, con grande umiltà, impartisce un ordine come fosse una carezza: "Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero. Qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera, a guardare a questo spettacolo, che neppure la Basilica di San Pietro, che ha quattro secoli di storia, non ha mai potuto contemplare. La mia persona conta niente, è un fratello che parla a voi, diventato padre per volontà di Nostro Signore, ma tutti insieme paternità e fraternità e grazia di Dio, facciamo onore alle impressioni di questa sera, che siano sempre i nostri sentimenti, come ora li esprimiamo davanti al Cielo, e davanti alla Terra: Fede, Speranza, Carità, Amore di Dio, Amore dei Fratelli. E poi tutti insieme, aiutati così, nella santa pace del Signore, alle opere del Bene. Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza".

Sin dal settembre 1962, prima ancora dell'apertura del Concilio, si erano manifestate le avvisaglie della malattia che sarà per lui fatale: un tumore allo stomaco, di cui altri fratelli Roncalli erano già stati colpiti. Pur visibilmente provato dal progredire del cancro, papa Giovanni XXIII l'11 aprile 1963 firma l'enciclica Pacem in Terris. Un mese più tardi (11 maggio 1963) riceve dal Presidente della Repubblica italiana Antonio Segni il premio Balzan per il suo impegno in favore della pace. Sarà l'ultimo impegno pubblico del papa.

Angelo Roncalli, Papa Giovanni XXIII, muore dopo un'agonia di tre giorni la sera del 3 giugno 1963, alle 19:49. "Perché piangere? E' un momento di gioia questo, un momento di gloria", sono le sue ultime parole rivolte al proprio segretario.

Dal Concilio Vaticano II, che Giovanni XXIII non vedrà terminare, si sarebbero prodotti negli anni successivi fondamentali cambiamenti che avrebbero dato una nuova connotazione al cattolicesimo moderno.

Chiamato affettuosamente il "Papa buono", Giovanni XXIII viene dichiarato beato da papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000. Viene inoltre ricordato l'11 ottobre, giorno di apertura del Concilio. La salma di Giovanni XXIII, inizialmente sepolta nelle Grotte Vaticane, all'atto della beatificazione è stata traslata nella navata destra della Basilica di San Pietro, esposta in una teca di vetro (il perfetto stato di conservazione si deve ad un particolare processo di sostituzione del sangue con un liquido speciale eseguita dal professor Gennaro Goglia subito dopo il decesso).

Viene canonizzato da Papa Francesco in una cerimonia condivisa con il papa emerito Benedetto XVI, insieme a Papa Giovanni Paolo II il 27 aprile 2014.

https://biografieonline.it/biografia-papa-giovanni-XXIII

Lo Sapevate Che: Carl Benz, passato alla storia come padre della prima vettura a motore


L'amore dell'uomo per l'innovazione non morirà mai. Ne sono convinto e ci credo appassionatamente.” Carl Benz

 

Karl Friedrich Benz - indicato spesso come Carl Benz - nasce a Karlsruhe il 25 novembre 1844, da Josephine Vaillant e da Johann Georg Benz. E' considerato l'inventore della prima automobile della storia.

Il padre, macchinista ferroviario, muore quando Karl ha appena due anni. La madre, intuendo le grandi potenzialità del figlio, con grossi sacrifici riesce a garantirgli gli studi fino al Politecnico, dove si diploma nel 1864. Benz entra subito come apprendista nella Karlsruher Maschinenfabrik, dove mostra le sue capacità facendo rapidamente carriera. Nel 1866, lascia Karlsruhe e si trasferisce a Mannheim in una fabbrica di bilance. In seguito, nel 1869, è a Pforzheim in una ditta costruttrice di ponti, dove arriva al ruolo di direttore.

Il matrimonio e la famiglia

A Pforzheim Carl Benz conosce Bertha Ringer, che diventerà sua moglie, e avrà un ruolo importante nella futura "invenzione" dell'automobile. E' un periodo molto attivo per il giovane Carl, che decide di mettersi in proprio, aprendo assieme all'amico August Ritter una società di costruzioni. L'impresa però entra ben presto in crisi a causa dei continui litigi tra i due. Benz decide quindi di rilevare la quota societaria di Ritter, fondando (grazie anche alla dote della futura moglie) la Karl Benz Eisengießerei und mechanische Werkstätte (Officina Meccanica e Fonderia Karl Benz).

Benz e la Ringer si sposano Il 20 luglio 1872, e la coppia mette al mondo tre figli: Eugen nato nel 1873, Richard un anno dopo e Klara nel 1877. In quello stesso anno però gli affari dei Benz cominciano ad andar male. A causa delle forti perdite (circa 2.000 marchi dell'epoca) sono costretti a chiudere la fonderia.

Il primo motore di Carl Benz

A causa dell'improvviso rovescio di fortuna, e trovandosi con una famiglia ormai numerosa da mantenere, Carl Benz ha l'idea di occuparsi di motori a gas, seguendo il lavoro che a Colonia stavano sviluppando Wilhelm Maybach e soprattutto Gottlieb Daimler.

Ci vogliono però due anni per giungere al risultato sperato, dopo aver speso tutti i risparmi e grazie ai prestiti di alcuni amici: nel 1882, Benz perfeziona finalmente il suo motore a due tempi e apre la Aktiengesellschaft Gasmotorenfabrik in Mannheim. Ma i debiti accumulati dai Benz portano ancora una volta alla chiusura della fabbrica, il tutto mentre in casa arriva la quarta figlia, Thilde.

La prima automobile della storia

I successi ottenuti nella costruzione del suo primo motore generano però l'interesse di nuovi investitori, grazie ai quali Benz riesce ad aprire nel 1883 una nuova azienda, la Benz & Cie. Rheinische Gasmotorenfabrik in Mannheim. E quando nel 1886 una sentenza "libera" la costruzione del motore a quattro tempi (il cui brevetto era conteso tra Nikolaus August Otto e Gottlieb Daimler), Carl Benz registra prontamente quella che è considerata la prima automobile della storia, la Benz Patent Motorwagen. Si tratta di una vettura con tre ruote mossa da un motore monocilindrico a quattro tempi di circa 1000 centimetri cubici e poco meno di un cavallo-vapore di potenza.

Sarebbe rimasta probabilmente solo una scoperta priva di conseguenze pratiche, se non fosse intervenuta la signora Benz ad aiutare il marito a capire l'immenso potenziale commerciale di quel curioso "triciclo a motore". Un bel giorno dell'agosto del 1888 infatti, Bertha ha un'idea: "rubare" uno dei prototipi custoditi in garage per andare a trovare la madre. Un viaggio tutt'altro che breve visto che la suocera di Carl abita a Pforzheim, a ben 104 chilometri da Mannheim, ma che Bertha riesce avventurosamente a compiere, accompagnata per giunta da due dei suoi quattro figli!

L'impresa della moglie convince Benz a commercializzare la sua invenzione, e dopo poche settimane infatti vende la sua prima automobile a un cliente di Parigi.

Gli sviluppi successivi

Nel 1890 nasce Ellen, la quinta ed ultima figlia dei Benz, ma gli affari tornano a peggiorare. Le vendite languono, e Benz allora si impegna nella creazione (grazie anche ai preziosi consigli della sua prima "collaudatrice") di nuove auto più complete e migliorate. Nascono così la Benz Viktoria nel 1893 e la Velo l'anno seguente, che fanno definitivamente spiccare il volo al business dell'automobile, spinto anche dalla concorrenza con la DMG, fondata nel frattempo dall'altro pioniere Gottlieb Daimler.

Carl Benz però continua a preferire l'attività di progettista e costruttore, e quindi nel 1903 decide di lasciare l'azienda da lui stesso fondata, restando solo come consulente nel consiglio di amministrazione. La definitiva consacrazione del suo genio arriva nel 1914, quando il Politecnico di Karlsruhe gli conferisce la laurea honoris causa.

E' pero un destino ineluttabile che le strade di Benz e Daimler si incontrino. Difatti nel 1926 dalla fusione delle loro due aziende nasce la Daimler-Benz AG, antesignana del moderno colosso Mercedes-Benz. E' l'ultima grande conquista di Carl Benz. L'ingegnere e inventore tedesco muore a Ladenburg all'età di 84 anni, il 4 aprile del 1929, a causa delle complicazioni di una banale bronchite

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