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sabato 10 dicembre 2016

Lo Sapevatehe: Immuno Potere...



In Principio Era La Chirurgia. Poi chemio e radio hanno regalato un’impennata alle curve dei grafici di sopravvivenza ai tumori. Adesso è il turno di una quarta arma che si aggiunge all’arsenale a disposizione di medici e pazienti. Si chiama immunoterapia oncologica ed è tra le strade più interessanti intraprese negli ultimi anni. Non a caso il Nobel per la medicina 2016 è stato assegnato a tre ricercatori che studiano il sistema immunitario. Agisce con un meccanismo diverso dalle terapie a cu la letteratura scientifica ci ha abituato. Non attacca il tumore, ma dà una mano all’organismo a debellarlo, attivando il sistema immunitario perché siano gli anticorpi ad aggredirlo, oppure rendendo le cellule tumorali più visibili. Quando il nostro sistema di difesa individua virus, batteri o tumori arriva una risposta diretta contro le molecole che si trovano sulla superficie di questi elementi estranei. A volte però non vede le cellule tumorali, per distruggerle. Spesso è il cancro stesso a spegnere le difese. In sostanza il tumore inganna il sistema: òe sue cellule attivano complessi meccanismi che permettono di aggirare i controlli del sistema immunitario. Il cancro continua così a modificarsi indisturbato e a eludere la sorveglianza. Non solo: alcune cellule deputate al controllo, come i macrofagi, vengono addirittura “corrotte”. Alzare L’Allerta. Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Humanitas di Rozzano, premiato dall’organizzazione degli Istituti Europei del Cancro per le sue ricerche in immunologia . ha scoperto che i macrofagi si comportano come poliziotti corrotti, che invece di combattere il cancro lo aiutano a crescere. “Quando un macrofago entra all’interno di un tumore”, spiega il ricercatore, “acquisisce funzioni che favoriscono lo sviluppo di cellule maligne”. A questo punto subentra l’immunoterapia, che contribuisce a mantenere alto il livello di allerta del nostro sistema di difesa. Spiega Michele Maio, direttore dell’Immunoterapia oncologica del Politecnico Santa Maria alle Scotte di Siena: “ stiamo comprendendo sempre più a fondo i meccanismi intimi che regolano le interazioni tra sistema immunitario e cellule. La storia dell’immunoterapia, comincia agli inizi del ‘900, quando già si sospettava che alcune molecole all’interno dell’organismo potessero combattere i tumori, ha avuto una svolta con l’avvento di farmaci in grado di bloccare le molecole che tengono a freno il nostro sistema di difesa.  Togliere Il Freno . Innanzitutto gli anticorpi diretti contro CTLA-4, molecola che si trova sulla superficie dei linfociti T, cellule fondamentali del nostro sistema immunitario.(..) Togliere Il Freno. Innanzitutto gli anticorpi diretti contro CTLA-4, molecola che si trova sulla superficie dei linfonodi T, cellule fondamentali del nostro sistema immunitario, e che manda alla cellula segnali per frenarla e impedirle di attivarsi. Bloccare CTLA-4 con un anticorpo significa lasciare la cellula attiva per contrastare il tumore.  Spiega Maio: “i primi risultati interessanti sono stati ottenuti con il melanoma. Fino a qualche anno fa non avevamo nessuno strumento contro questo tumore, poi è stato impiegato un anticorpo per bloccare una molecola che invia segnali per bloccare i linfociti. Togliendo questo freno i linfociti attaccano le cellule del tumore rallentandone o addirittura fermandone la crescita”. (..). Racconta Stefania: “La prma volta che mi hanno parlato di queste terapie, in Italia non c’erano sperimentazioni in cui io potessi rientrare. Sono allora stata inserita in Germania, dove ho provato un vaccino: una volta la settimana volavo a Francoforte, in giornata”. Anni di alternanza tra speranza e disperazione, tra remissione e ricadute, anni di chemio, di interventi, di interferone, cercando di mantenere una parvenza di routine e normalità grazie al lavoro e alla famiglia.(..). Dodici anni di convivenza con le metastasi. “Vedevo la malattia crescere di giorno in giorno sotto forma di una macchia inquietante sulla mia gamba sinistra”: Poi, nel 2011, presso l’Istituto IFO di Roma il primo farmaco immunoterapico, diretto contro CTLA-4. Dopo sole quattro infusioni la malattia regredisce. “La macchia sulla gamba smette di crescere sotto i miei occhi, poi comincia a regredire”. Quindi sembra tornare, altre sei infusioni e scompare è libera dalla malattia. “Non voglio credere di essere guarita”, afferma, “ma voglio pensare che esista una cura e che questa cura mi permetta di progettare il futuro”. (..) Intanto si vaglia l’efficacia su altri timori:per esempio quello del seno. Al Karolinska Institutet, in Svezia, hanno riprogrammato i macrofagi per fermare il cancro; al momento sul modello animale, ma si sta passando all’uomo. E se è vero che fino a oggi l’immunoterapia ha dato risultati cervello. Qui è ancora la chirurgia a dare i risultati migliori; la chemio, infatti, non passa le barriere di protezione dell’encefalo, quella struttura che regola il passaggio di sostanze dal sangue al cervello. Sono allora in corso sperimentazioni sia su tumori che hanno dato metastasi sia su glioblastomi, che hanno origine nell’encefalo e una progressione molto rapida e mortale. E’ presto per pronunciarsi sui risultati, ma i lavori in corso indicano che è una strada da percorrere.
Daniela Condorelli – Salute – Donna di Repubblica – 3 Dicembre 2016

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