Così in evidenza, così
nascosta. La politica è un puzzle definito solo dall’ultima tessera. Il disegno
apparentemente più ovvio
è sempre esposto alle variazioni più impensabili. I suoi protagonisti sono come
i pretendenti di Turandot, che possono perdere la via (in politica il potere)
per non aver saputo risolvere uno stupido indovinello. I tasselli del gioco
sono persone vive e la loro posizione
cambia di ora in ora. L’elettore chiamato ogni tanto a decidere si stupisce,
guarda gli inutili martello e chiodo che ha in mano per fissare la situazione e
resta sempre travolto dai guizzi e dalle trovate inesauribili degli eroi della
scena. Impossibile chiuderli in un ruolo, impensabile una definitiva chiarezza,
ma è certo che il pubblico non si annoia, discute, aspetta. Esce, ritorna,
spera, inventa. Ecco, questo è quello che sembra accadere, sempre uguale,
sempre diverso. Come si svolgano queste cose all’estero invece non so.
Massimo Bucchi – Sottovuoto – Il Venerdì di Repubblica – 16
Dicembre 2016 -
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