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lunedì 26 dicembre 2016

Lo Sapevate Che: Così ho scoperto che le formiche cotivano da 3 milioni di anni...



A inventare l’agricoltura è stata una formica? Beh, non sarà proprio così, ma certo la scoperta fatta di recente alle Figi da un gruppo di ricercatori dell’Università Ludwig Maximilians di Monaco di Baviera è sorprendente. In quel bellissimo arcipelago dell’Oceania vivono infatti formiche di una specia, la Philidris nagasau, che – come racconta la biologa Susanne Renner sulla rivista Nature Plans – sono capaci di coltivare ben sei specie di piante del genere Squamellaria. Queste piante sono dette epifite perché, come fanno molte orchidee, non crescono nel suolo ma sulla corteccia degli alberi. E le formiche le curano dalla semina alla fertilizzazione. “In passato avevamo già osservato alcune formiche che vivono in stretto rapporto con delle piante” racconta Renner. “In Sudamerica, per esempio, è stata scoperta la Atta sexdens, detta anche formica tagliafoglie perché, appunto, usa pezzetti di foglie per fertilizzare il terreno su cui crescono i funghi di cui si nutre. Ma in questo caso si tratta di una forma di parassitismo,  in cui guadagna solo la formica, mentre quella che abbiamo osservato alle Figi è una vera simbiosi costruttiva”. “La differenza fondamentale rispetto a comportamenti simili di altri insetti” spiega Guillaume Chomicki, coautore dello studio su Nature Plants, “è che ci troviamo di fronte a una convivenza obbligata, cioè formiche e piante sono interdipendenti”. Le Philidris  si estraggono infatti i semi dai frutti delle piante e li depositano nelle fessure della corteccia, dove si svilupperanno. “Una volta germogliate, le giovani piante cominciano a conquistarsi dello spazio, creando sugli alberi delle camere vuote fatte di cellulosa dove gli insetti vanno a depositare i loro escrementi, che fanno da fertilizzante. Nel frattempo però le Philidris costituiscono costituiscono  colonie stabili all’interno delle camere, che rendono più resistenti portandovi pezzi di corteccia e terra. Così se un colibrì o un formichiere prova ad aprire col becco o con la lingua una camera, riesce a scalfirla solo con molta difficoltà grazie al rinforzo messo a punto dalle formiche. E non è finita: la Squamellaria, oltre a dare asilo agli insetti, li nutre anche con un nettare prodotto in un tessuto interno delle foglie che resta disponibile anche dopo la sfioritura. Insomma, piante e formiche non possono vivere le une senza le altre. Ma questa reciproca dipendenza è basata sull’abilità sociale delle formiche, insetti che non smettono di stupire. Si sapeva infatti già da tempo che sono in grado di allevare gli afidi, i cosiddetti pidocchi delle piante, soprattutto delle rose, perché producono una sostanza zuccherina di cui vanno matte. Ora però la scoperta dei ricercatori tedeschi le mostra anche nelle vesti di coltivatrici. Ma a quando risale la loro agricoltura? questa difficile datazione è stata resa possibile grazie alla tecnica dell’orologio molecolare, campo di ricerca in cui Susanne Renner è tra i massimi esperti mondiali. L’orologio molecolare permette di stimare il tempo trascorso dalla separazione tra due specie osservando le differenze esistenti nelle sequenze di amminoacidi nel loro Dna. “Così abbiamo visto che le formiche delle Figi risalgono a circa tre milioni di anni fa” dice Renner “ e a quell’epoca risale verosimilmente anche la loro tecnica di coltivazione”. Un bel primato: l’uomo è diventato agricoltore soltanto 23 mila anni fa.
Simone Porrovecchio – Animali – Il Venerdì di Repubblica – 16 Dicembre 2016 -

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