Nel 1999 fu abolito in Italia
l’obbligo delle vaccinazioni per iscriversi a scuola, rendendo così anche
quella esavalente contro le malattie più pericolose “obbligatoria” solo di
nome. Negli stessi anni iniziava quella
campagna mediatica contro i vaccini che, agitando pericolosi inesistenti oppure
largamente sopravvalutato, ha provocato un calo un calo in tutte le
immunizzazioni. Ora i nodi stanno arrivando al pettine.”Qualche settimana fa,
per la prima volta da vent’anni, abbiamo avuto un caso di difterite in Italia”
dice Walter Ricciardi, medico e presidente dell’Istituto superiore di sanità.
La difterite, provocata dal batterio Corynebacterium diphtheriae, colpisce le
vie aeree superiori e può avere complicazioni gravi: cardiache, nervose e
renali. “A Bologna un adulto ha sviluppato l’infezione in una forma non
pericolosa per lui, che però avrebbe potuto trasmettere a un bambino non
vaccinato – e ormai il 7 per cento dei nostri bambini non lo è – facendogli
rischiare la vita, perché la difterite non ha cure, a parte il siero, che però
da noi non viene più prodotto”. Due altri casi di difterite sono stati
segnalati in Europa: nel giugno 2015 la patologia ha ucciso un bambino spagnolo
di cinque anni e nel marzo 2016 una piccola belga di tre anni. “Ora è a rischio
anche l’Italia: siamo al 93 per cento di copertura antifterica , che scende al
91 in Campania e all’87 in Provincia di Bolzano. Sotto al 95 per cento si
offrono al batterio abbastanza ospiti non
vaccinati da poter circolare, fino a provocare in qualcuno la malattia
in forma grave”. Ancora più alto il rischio di un ritorno del morbillo. “ Si
pensa sia una malattia infantile “normale”, ma in effetti provoca molte
complicazioni e in circa un caso su mille uccide, come è accaduto un anno fa a
una bambina di quattro anni a Roma, non vaccinata. Ormai sono nella stessa
condizione due milioni fra bambini e adolescenti. La copertura vaccinale è
appena all’85 per cento, in provincia di Bolzano siamo sotto al 70 per cento.
Rischiamo insomma una grave epidemia, con molti morti”. Epidemia che del resto
è già in atto in Romania da quando le vaccinazioni sono scese sotto l’80 per
cento: quasi mille casi di morbillo nel 2016, con sei morti. “Intanto nelle
Americhe il morbillo è stato debellato” dice Ricciardi “ e noi europei veniamo
guardati come pazzi incoscienti ogni volta che incontriamo i colleghi di oltre
Atlantico”. C’è poi la poliomielite, la cui paura si è dissipata perché grazie
al vaccino, non incontriamo più i bambini resi paralitici da quel virus.
“Eppure il patogeno continua a circolare: è stato rilevato in Albania, Ucraina,
Siria, Israele. E da noi la copertura, scesa al 93 per cento, non ci assicura
più protezione da una nuova diffusione”. Ma chi si preoccupa delle vaccinazioni
non può avere qualche ragione? Non se ne fanno troppe? “Negli ultimi nove
milioni di vaccinazioni abbiamo avuto solo cinque casi di reazioni gravi: tutti
shock anafilattici, comunque risoltisi senza conseguenze. I vaccini moderni
hanno carichi minimi di antigeni, uno su cento rispetto a quelli con cui un
bambino entra in contatto mettendosi in bocca della sabbia”. E allora cosa si
può fare per affrontare questa emergenza? “ Istituto superiore di sanità e
Ministero della salute stanno facendo un grande sforzo per contrastare la
disinformazione, mentre saranno introdotte sanzioni, fino all’espulsione
dall’Ordine, per i medici che fanno propaganda contro i vaccini. Inoltre, dopo
l’Emilia Romagna, altre Regioni, a partire dal Lazio, stanno valutando se
reintrodurre l’obbligo di vaccinazione per l’iscrizione alle scuole. Esagerato?
Direi di no, basti pensare nella liberale California se non sei vaccinato non
ti puoi iscrivere neanche all’Università”.
Alessandro Codegoni – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 16
Dicembre 2016 -
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