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domenica 25 dicembre 2016

Lo Sapevate Che: La relatività dii Einstein spiegata da Gulliver...



Scorrendo Ogni Tanto gli scaffali dei miei libri che sono disposti per ragione degli anni in cui li ho letti, gli occhi mi sono caduti sull’epoca in cui frequentavo il liceo di Sanremo. La mia famiglia viveva allora in quella città che aveva come centro turistico ed economico il Casinò, un palazzo intero di proprietà del Comune. Era quindi un ente pubblico che lo aveva dato in esercizio ad una società privata. C’è ancora e credo che la città viva profittevolmente  per la sua attività. Il Libro Di Cui Parlerò su questa pagina ha come autore un astronomo inglese che si chiama Arthur Stanley Eddington e come titolo “Spazio, tempo e gravitazione”. Eddington racconta in parte se stesso, ma soprattutto l’inventore della “Relatività generale” cioè Albert Einstein. Potrà sembrare strano che un gruppo di studenti, tra i quali c’era anche Italo Calvino con il quale fui per tre anni compagno di banco, si sia occupato di un tema così lontano dai nostri interessi culturali. Noi eravamo affascinati soprattutto dalla letteratura, dalla poesia, dalla filosofia; detestavamo la matematica e la geometria. Per la letteratura il professore che ce la insegnava era bravissimo, un prete modernista che era stato allontanato dalle parrocchie e autorizzato all’insegnamento nella scuola pubblica. Si chiamava don Piggioli e ancora me lo ricordo; gli autor erano quelli che hanno illustrato la storia dell’Italia culturale, dal Dolce stil nuovo fino a Carducci. A quell’epoca l’insegnante si fermava lì. Per quanto riguardava le scienze altri insegnanti arrivavano fino alla teoria della gravitazione di Newton. Ma ad un certo punto un editore italiano pubblicò il libro di Eddington e io lo comprai e ne fui profondamente colpito. Lo segnalati agli amici della banda (così ci eravamo auto-battezzati ed eravamo una ventina) e anche loro lo lessero e il tema che era stato scoperto da Einstein diventò l'argomento più trattato nelle nostre conversazioni extrascolastiche (discutevamo anche delle ragazze che più ci piacevano, ma quello non era certo un tema culturale). Riporterò Una Pagina di quel lbro che merita di essere citata: “Paragoniamo due ibri molto noti che potrebbero essere definiti trattati elementari sulla relatività, “Alice nel Paese delle Meraviglie” e I viaggi di Gulliver”. Alce cambiava continuamente di grandezza, a volte cresceva e a volte era sul punto di scomparire del tutto. Gulliver conservava la sua statura ma in un’occasione incontrò una razza di uomini di minuscola statura in un mondo in proporzione e in un altro viaggio incontrò una terra in cui tutto era gigantesco. Non occorrono grandi riflessioni per vedere che i due autori descrivono lo stesso fenomeno, una variazione di grandezza relativa tra l’osservatore e l’osservato”. Da Allora La Relatività è diventata per me un concetto fondamentale che denota la modernità a partire dall’illuminismo. Non c’è nulla di Assoluto, tutto è relativo, tutto emana dal singolo individuo e lo si vede nella storia del pensiero moderno. Scientifico, politico, religioso. L’individuo non è clonabile. E di questo ho avuto la fortuna di poter discutere anche con papa Francesco. Non avrei potuto avere un interlocutore migliore di lui.
Eugenio Scalfari – Il vetro soffiato www.lespresso.it – L’Espresso -  24 Dicembre 2016 -

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