I Terreni si possono
oggi coltivare a mattoni, a cemento o a filo spinato.
Le guardie armate costano troppo, e poi è provato che un
colpo di vento può spazzarle via d’improvviso. La plastica non regge al tempo,
diventa fragile e scolorisce. I solidi muri che nascono in queste coltivazioni
sono meravigliosi, prodigi di architettura, molte persone si mettono ad
ammirarli dall’esterno, ma senza entrare perché è pericoloso, come d’altronde
succede in tutti i manicomi collettivi en
plein air. I muri servono a proteggere i visitatori finché il morbo che imperversa fra i
residenti cessi la sua virulenza, ma la quarantena può durare anche decenni. Le
radici dei muri si sviluppano nell’organismo umano con grande rapidità. La
prognosi è sempre infausta. I visitatori sanno però che non dovranno aspettare
molto.
Massimo Bucchi – Sottovuoto – Il Venerdì di Repubblica – 2
Dicembre 2016
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