“Ma cosa dice? Uno che fa così è da
prendere a calci! E’ una provocazione ai cittadini italiani!”.sbotta Alessandra
Mussolini in collegamento dalla collera. Bello Figo, rapper italiano, 24enne di
Parma, origini ghanesi, web star (termine che non dovrebbe più ingannare su una presunta ridotta portata
del fenomeno), sta parlando da circa trenta secondi, forse meno. Ma viene
interrotto da un’europarlamentare che vorrebbe già prenderlo a calci. Certo, la
clip introduttiva non ha aiutato la Mussolini. La redazione del programma di
Belpietro, che voglio immaginare perfidamente e/o segretamente divertita nel
realizzare la clip almeno quanto mi sto divertendo ora io nel rivederla,
seleziona il meglio, o il peggio, dipende dai punti di vista. I classici trasmettibili in tv (quelli
edulcorati di riferimenti sessuali alle “fighe bianche”) come “io non pago
affitto”, “io non faccio ‘praio
(operaio)”, “vogliamo wifi, anche stipendio”, “io dormo in albergo a quattro
stelle”. “Matteo Renzi ha detto che è casa nostra”, “è stato Mattarella a dirci
che noi possiamo venire in Italia”, ci sono tutti. Terminare il servizio con la
frase “così, anche in questo caso,
l’immigrazione è diventata un business”, è l’innesco finale a beneficio del
pubblico che, nel dubbio, sentendo e guardando Bello Figo in azione per la prima
volta, si stesse chiedendo quanto ci faccia
quanto ci sia. Bello Figo, una delle cose più inascoltabili e al tempo
so efficaci prodotte dalla musica italiana negli ultimi tempi(tanto è
cacofonica la sua voce quanto devastanti i suoi tormentoni), sa perfettamente
cosa sta per accadere. Sul web, dove vive e la sua fama si fa virale, viene
insultato quotidianamente. Ma in tv i tempi
sono più rapidi. Che l’attacco arrivi così presto, senza la possibilità
di articolare un pensiero utile a renderne l’anima, non se lo aspetta nemmeno
lui- E così, quando pensavi di aver visto tutto di questa campagna
referendaria, arriva Bello figo a farti stare meglio. “Ne ho fatte circa 100 di canzoni”, riesce a
dire mentre la Mussolini si perde sull’acconciatura bionda del ragazzo. Tante
di quelle cento le ho già cantate ridendo, forse pure ballando. Bello Figo è il
ritorno improvviso della canzone impegnata in Italia. E’ il rap che torna
credibile, finalmente privo dell’X factor. I suoi testi citano Mussolini (ma la
nipote non lo sa), Renzi, Mattarella, Carlo Conti, Barbara D’Urso, Alfonso
Signorini, Totti, Balotelli, tutti. Ma soprattutto stanno sull’attualità
politica come un’agenzia stampa. Salviamo
i Marò, Ho paura dell’Isis e Referendum costituzionale sono capolavori di
intelligenza, scorrettezza politica e satira d’artista. Quanto tutto ciò sia
fatto in maniera consapevole, per certi versi poco importa. Bello Figo gioca col
razzismo a specchio riflesso. E funziona magnificamente.
Diego Bianchi – Il Sogno di Zoro- Il Venerdì di Repubblica –
9 Dicembre 2016
Nessun commento:
Posta un commento