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domenica 11 dicembre 2016

Lo Sapevate Che: L'Utopia è un gioco da ragazzi...



E quando si perde definitivamente la propria verginità. quando si rinunci definitivamente alle illusioni, vedendole inanemente cadere all’apparir del vero, quando la quota di verità che si sa albergare e tollerare sia tale da infrangere e sconfiggere il sogno, quando si rinunci alle pur utili perché salvifiche bugie, smascherandone il velleitario e compassionevole ruolo, quando la finzione rivela il suo non più equivocabile volto e lo scoglio dei desideri non vi fa riposare alcuna sirena, cosa resta? Il lucido coraggio? Lo scudo del disinganno?Possono mai bastare ad accendere il lumino all’imbocco della galleria?    Giulia Livi giulia – livi@libero.it

Perché Passare Dall’Adolescenza alla giovinezza, o salla giovinezza all’età adulta significa imboccare il buio di una galleria, dove le illusioni diventano delusioni, i sogni si dileguano, le finzioni gettano la maschera e i desideri si spengono? Forse perché la vita ci ha messo in contatto con il “sano realismo” che di sano non ha proprio nulla? Il sano realismo, infatti, è l’accettazione indiscussa dell’esistente, al quale fin da piccoli, è l’accettazione indiscussa dell’esistente, alla quale fin da piccoli siamo stati avviati dai consigli degli adulti che, esplicitamente o implicitamente, ci facevano capire che il successo si raggiunge più facilmente adattandosi alle esigenze degli altri, rinunciando ovviamente alla realizzazione di noi stess, perché ciò che paga è l’uniformità più rigorosa, la capacità di adattamento, non per il quieto vivere, ma per essere accettati e, grazie all’accettazione, in seguito considerati. Ecco la “sano realismo”, una maschera che, attraverso le fessure per gli occhi, altro non lascia vedere che un orizzonte  che è privo di futuro, perché è stata abolita qualsiasi progettazione di una condotta non omologata. E tutto ciò avviene senza coercizione, senza che noi ce ne accorgiamo, come i pesci del fondo marino non avvertono la pressione dell’acqua , perché il mondo dischiuso dal sano realismo non si presenta come uno dei mondi possibili, ma come l’unico, al di fuori del quale non si danno migliori possibilità d’esistenza. Ma i sogni, quando non sono illusioni ma progetti, non si lasciano sconfiggere dal sano realismo, perché portano dentro di sé la forza di chi ancora crede che un mondo migliore  sia ancora possibile. (..).  E ditela con i vostri corpi uno di fronte all’altro r non con le vostre immagini virtuali. Non diventate dei collaboratori dell’omologazione di massa, perché altrimenti siete voi stessi a spegne re i vostri sogni, a deludere le vostre illusioni, a indossare la maschera della finzione per una “second life” dal volto equivoco, che non dice niente di voi, se non la vostra incapactà di cambiare le cose nel mondo reale. Un mondo che non dovete guardare con quella freddezza razionale tipica di chi, in là con gli anni, ha già vissuto, perché voi non avete ancora un cuore tumultuoso e invocante e non piatto e rassegnato all’immodificabilità del mondo. Nel vostro  cuore e nel vostro sentimento c’è ancora un sogno che è un progetto, un’illusione non ancora delusa, una finzione cje non è un inganno, ma una prefigurazione di un mondo diverso da quello che vi è stato consegnato. E convenite con Nietzsche, che non era propriamente un ottimista, là dove scrive: “No. La vita non mi ha disilluso. Di anno in anno la trovo sempre più ricca, Più desiderabile e più misteriosa – da quel girono in cui venne a me il grande liberatore, quel pensiero che la vita potrebbe essere un esperimento di chi è vòlto alla conoscenza  - e non un dovere, non una fatalità, non una fede…(…) La vita come mezzo di conoscenza. Con questo principio nel cuore si può non soltanto valorosamente, ma anche gioiosamente vivere e gioiosamente ridere” (La gaia scienza).
umbertogalimberti@repubblica.it – Donna di Repubblica 3 – dicembre 2016

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