Dafne Ha 32 anni, vive nel Nord Italia, e da
quando ne ha 16 assume farmaci per tenere sotto controllo la sieropositività.
Il virus lo ha contratto in Africa, per colpa di una trasfusione. Lei è una dei
circa 130mila italiani che convivono con l’infezione (più almeno 20mila che non
sanno di averla): un numero che, negli ultimi anni, è andato aumentando. Vuol
dire che le cure permettono di tener sotto controllo l’infezione, ma anche che
oggi non si riesce a fermare i contagi. Ogni anno ci sono 4mila nuove diagnosi,
il 60% delle quali allo stadio avanzato della malattia. Un dato allarmante,
perché i farmaci sono tanto più efficaci quanto più si prendono per tempo, e
perché segnala che i malati possono aver diffuso il virus in maniera
inconsapevole. Dice Dafne: “ Sento ancora dire che chi è infetto non riesce a
vivere a lungo, e questo non è vero”. I farmaci di adesso sono più facili da
prendere, 2 compresse contro le 15-20 dei primi anni, causano meno effetti
collaterali, quindi i pazienti riescono a vivere una vita piena e lunga. “ Le
nuove medicine riescono ad azzerare la carica virale, così non c’è passaggio
del virus fra le persone”. Il primo dicembre srà la giornata mondiale contro
l’Aids. Per raggiungere i giovani, arriva su Facebook, You Tube e Instragram HlmoVie, campagna realizzata grazie alla
società biofarmaceutica Gilead (himovie-informa.it). Se l’età media in cui chi
ha contratto l’Hiv se ne accorge va aumentando, il 20% dei nuovi diagnosticati
ha fra i 20 e i 30 anni.
Letizia Gabaglio – New – Donna di Repubblica – 26 Novembre
2016 -
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