Maggioranze, minoranze: le decidono gli elettori o
le leggi elettorali? In Italia, a quanto pare, vige la seconda alternativa.
Sarà perché i votanti sono una specie in via d’estinzione, mentre quei pochi
superstiti esprimono scelte fluttuanti come volo di farfalla. Sarà perché
rantola pure il Parlamento, e dunque ha perso autorità e prestigio l’unica
piazza della nostra cittadella pubblica dove le opposizioni hanno diritto di voto. Sarà perché al suo
posto risuona il vocione solitario del governo, da cui erompe una parola
solitaria, ripetuta come una cantilena: governabilità. Sarà per queste o altre
ragioni, ma sta di fatto che il cantiere della legge elettorale è sempre
aperto, con uno stuolo d’operai indaffarati a montare impalcature. E sta di fatto che il progetto edilizio è solo
uno: come maggiorare la maggioranza. Da Qui Il Porcellum, col suo premio di maggioranza senza
soglia, recato in dono alla minoranza più votata. Da qui l’Italicum, con la sua
soglia del 40% ma con un premio al ballottaggio anch’esso senza soglia minima.
Da qui, adesso, l’idea di correggere l’Italicum,prima ancora di metterlo alla
prova. L’esperimento, infatti, si è già consumato nel laboratorio delle
amministrative, dove ai ballottaggi di
giugno hanno vinto i 5 Stelle, coagulando tutti gli antigovernativi. E no, non
va bene, dicono i governativi. Il rimedio? Spostare il premio dalla lista alla
coalizione, allo scopo di penalizzare i 5 Stelle che si coalizzano soltanto con
se stessi. O altrimenti imbastire un ballottaggio a tre, perché sono
esattamente tre (Pd, Fi, 5 Stelle) le grandi minoranze in cui s’articola la
geografia politica italiana. Così, ciascuno vota il suo, dopo di che vinca il
migliore. Diciamolo: non è con questi marchingegni che guariranno la nostra
democrazia malata. L’ultima trovata, poi, più che una terna è un terno al
lotto. Significa che un partito raggiunge il ballottaggio con il 20% dei
consensi, ossia con il voto del 10% del corpo elettorale (ormai un italiano su
due preferisce la tv alle urne) (..). Sennonchè per riavviare la democrazia italiana
non serve un’altra iniezione di potere ai potentati, servono semmai
contropoteri. E’ questo il vizio dell’Italicum: disegna un gigante contornato
da una folla di nanetti. Chi vince ai ballottaggi stratta la maggioranza
assoluta, ma gli altri? Sono come i sette nani, dato che il 3% è sufficiente
per mettere un piede nell’assemblea legislativa. Dunque l’opposizione si
frantuma, s’annulla in un pulviscolo di partiti e partitini, perde ogni
funzione di controllo. Il contrario di quanto succede, per esempio, in
Inghilterra, dove il leader dell’opposizione riceve perfino uno stipendio dello
Stato. Una soluzione ci sarebbe: premio di minoranza, il vincitore intasca un
premio, il perdente un premietto, per rafforzare la sua pattuglia in
Parlamento. Dopotutto, funziona così pure in Champions League, cui partecipano
le prime due del campionato. Era l0idea avanzata da chi scrive durante la
gestazione dell’Italicum, ora la stessa idea figura nella legge elettorale,
proposta dalla sinistra del Pd. Ma non è importante il copyright: chiamiamolo
Premiellum, e non ne parliamo più.
michele.ainis@uniroma3.it - L’Espresso – 7 agosto 2016 -
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