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venerdì 11 dicembre 2015

Lo Sapevate che: La poveriera turca ai nostri confini ...



Dopo Gli Attentati di Parigi, il presidente francese ha reagito come se la Francia solo incidentalmente facesse parte di una unione di Stati che dovrebbero, insieme, decidere la direzione da prendere soprattutto in situazioni di crisi. François Hollande ha annunciato che avrebbe contattato i suoi omologhi di altri paesi per capire come avrebbero dato alla Francia il loro appoggio. La comunicazione è stata inequivocabile:  la Francia è stata attaccata in quanto Francia e ora la Francia dichiara guerra allo Stato islamico. Ed ecco, ancora una volta, l’Europa che fallisce. L’Europa che, disunita, non è solo un’entità svuotata di ogni significato, ma addirittura dannosa perché rende deboli ed espone gli Stati che lacompongono. Un’Europa unita non solo sotto il profilo monetario, sarebbe un’entità territoriale attenta, per prima cosa, ai propri confini. Capirebbe e analizzerebbe i conflitti, studierebbe strategie e modalità per renderle operative. (..). Secondo Emma Bonino è inutile dichiarare guerra a Daesh (ha fatto molta attenzione a non legittimare i terroristi dandogli dignità di Stato) e iniziare bombardamenti aerei, se prima non ci si affida, in Europa, a un lavoro di intelligence condiviso.(..). Da Quando Vivo Sotto Scorta e viaggio all’estero, i ministeri degli Interni dei Paesi che mi ospitano si fanno carico della mia sicurezza. In Francia, in Germania, in Spagna e in Portogallo mi è capitato di conoscere agenti che parlavano italiano e che nei loro paesi avevano a lungo indagato sulle mafie italiane. Lo scenario che mi hanno descritto è desolante. Indagini inviate in Italia in attesa di riscontri e informazioni che tornavano indietro dopo anni, quando ormai erano datate se non inutili. Chi studia la criminalità organizzata, da sempre lamenta questa assoluta mancanza di comunicazioni tra i Paesi che fanno parte della stessa entità sovranazionale. E chi si occupa di di contrastare i segmenti criminali internazionali sa che ciò che conta sono i rapporti personali, sono le singole volontà, il magistrato lungimirante, il poliziotto che fa indagini con dedizione, persone che fanno coincidere le loro vite con il loro lavoro. Con il terrorismo accade lo stesso. (..). In questo contesto, arriva la lettera appello di Can Dundar e Erdem Gul, giornalisti di “Cumhuriyet”, il maggiore quotidiano turco. Dundar e Gul sono in galera per aver rivelato informazioni sulla vendita di armi ai gruppi islamisti in Siria da parte dei servizi segreti turchi. I due giornalisti hanno chiesto ai leader europei di assumersi responsabilità sulla deriva del regime turco. Non posso che sottoscrivere il loro appello. Non possiamo che prendere atto del fatto che un’Europa realmente conscia della propria identità politica avrebbe favorito, e da tempo, l’ingresso della Turchia nella Comunità, facendosi carico anche di ciò che accade lungo i suoi confini. Oggi, invece, ai limiti del nostro continente c’è una polveriera dominata in maniera autoritaria da un oligarchia che sta segnando ormai non solo il destino di turchi e curdi, ma anche il nostro.
Roberto Saviano – L’antitaliano www.lespresso.it – L’Espresso 10 Dicembre 2015 -

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