Nato a Como e morto a Padova, da giovane fu un
convinto fascista, partendo come volontario per l'Africa Orientale e la Spagna.
La sua presa di distanza dal regime mussoliniano maturò dopo l'emanazione
delle leggi razziali del 1938.
Inviato, con visto diplomatico, nei paesi
dell'Est Europa per acquistare carne per l'esercito italiano, al momento
dell'armistizio dell'8 settembre 1943 Perlasca si trovava a Budapest, dove,
rifiutandosi di aderire alla Repubblica di Salò, cercò rifugio nel consolato
spagnolo.
Assunto il finto ruolo di viceambasciatore di
Spagna, riuscì a far avere la cittadinanza spagnola a 5.218 ebrei,
appellandosi alla legge Rivera sugli ebrei di ascendenza sefardita (di antica
origine spagnola), e salvare gli stessi dai campi di sterminio nazisti.
Fatto prigioniero dall'Armata rossa, dopo la
guerra rientrò in Italia e qui condusse una vita riservata, decidendo di non
condividere con nessuno il suo gesto eroico. Solo in vecchiaia gli venne resa
giustizia, con il riconoscimento in vita di "Giusto tra le Nazioni"
assegnatogli nel 1989.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/107003
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