Cresciuto in un ambiente povero e costretto ai
più diversi lavori per prendersi cura dei genitori anziani e dei sette
fratelli, lavorò come precettore fino al 1699 quando vinse la cattedra di
Retorica all'Università di Napoli. Scomparso a 76 anni (gennaio 1744), venne
sepolto nella chiesa dei Girolamini.
Formatosi nell'ambito della cultura umanista
napoletana, attraverso le letture di Bacone, Gassendi, Descartes e Hobbes, le
sue opere includono le "orazioni inaugurali", saggi di filosofia e di
diritto. La più importante è la Scienza nuova, dove in polemica con
Cartesio difende il valore dello studio delle lettere e della storia, rispetto
al primato cartesiano delle scienze matematiche e fisiche.
La "scienza nuova" è la storia che,
secondo Vico, deve fondarsi sulla filologia e sulla filosofia e cui va
attribuito un valore di verità come per la matematica.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/1035001
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