All'inizio del XIX secolo le borse valori erano
già un aspetto cardine della società europea, dov'erano comparse per la prima
volta verso la metà del XVI secolo. La decana in senso assoluto era stata
inaugurata ad Anversa nel 1531, mutuando il nome "borsa" dalle
riunioni nella residenza dei mercanti Van der Burse (famiglia
veneta, il cui cognome originario era Della Borsa e che
avevano "tre borse" incise nello stemma) a Bruges, dove si determinava
il valore delle merci.
Guardando al contesto europeo, dal 1792 nella
"Grande mela" mercanti e agenti di cambio, riuniti in
un'associazione, si davano appuntamento al Tontine Coffee Bar, un
noto locale all'angolo tra Water Street e Wall Street, per vendere
e comprare ogni tipo di merce. La celebre via, a quei tempi, non aveva ancora
assunto il marcato profilo finanziario che la contraddistingue ai giorni
nostri. Per i newyorchesi era semplicemente la "strada del
muro", ossia della cortina di cemento innalzata dagli Olandesi per
difendere il confine settentrionale di New Amsterdam (antico nome di New York)
dagli indiani.
Via via che aumentavano le contrattazioni il bar
diventava sempre più inadatto a supportare quel tipo di attività; per cui si
rese indispensabile l'individuazione di una sede più ampia, unitamente a una
migliore organizzazione dell'associazione. Si giunse così alla data fatidica
dell'8 marzo 1817, con l'approvazione dell'atto costitutivo del "New
York Stock & Board Exchange" (ridotto nel 1863 a NY Stock
Exchange) che dava vita alla prima borsa statunitense. Alla presidenza fu
designato Anthony Stockolm che rimase in carica appena un anno.
Fatta eccezione per il "panico del
1873" (crisi internazionale provocata dal calo della domanda di
argento, verificatosi nel corso della guerra franco-prussiana), il giro di
affari di Wall Street segnò una crescita costante, registrando importanti
novità come quella introdotta nel 1884 da Charles Dow, Edward Jones e Charles
Bergstresser. I tre, reporter esperti di finanza, fondarono la Dow
Jones and Company, attraverso cui pubblicavano un bollettino di notizie
sull'andamento della Borsa, divenuto celebre più tardi con il nome di Wall
Street Journal. La società acquisì nel tempo un'autorevolezza tale al punto
da essere annoverata tra i principali indici del mercato azionario americano
(tuttora il Dow Jones misura l'andamento di trenta titoli).
A cavallo tra i due secoli si registrò un
vero boom nel traffico azionario, quintuplicatosi tra il 1896 e il
1901. Il folto esercito di operatori finanziari, suddivisi in brokers ("intermediari"), dealers ("autonomi"), specialist ("specializzati"),
necessitava più che mai di una sede ufficiale di prestigio. Fu bandito un
concorso tra gli otto migliori urbanisti della città, dal quale uscì vincitore
George Browne Post con il progetto di un edificio in stile neoclassico, dotato
di una facciata a sei colonne con capitelli corinzi e un frontone scolpito con
alcune figure legate alle attività umane (dall'agricoltura alle scienze, dalle
invenzioni all'industria mineraria), per dare l'idea che in quel luogo si
contrattava ogni aspetto dello scibile umano.
L'imponente struttura, costata 4 milioni di
dollari, venne inaugurata il 22 aprile del 1903. Da quel momento divenne il tempio
del mercato finanziario globale e identificato con il nome stesso della strada.
Nel corso del XX secolo è da qui che si materializzarono le peggiori crisi
economiche della storia, a partire da quella del '29 che, tra
recessione e disoccupazione dilagante, mise in ginocchio l'intero Occidente.
Oggi a Wall Street, tra azioni, obbligazioni e titoli di Stato, c'è
un volume d'affari giornaliero di 169 miliardi di dollari (stima 2013).
http://www.mondi.it/almanacco/voce/257010
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