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mercoledì 1 febbraio 2023

Lo Sapevate Che: 30 gennaio 1945, le donne ottengono il diritto di voto in Italia: Il voto alle donne, o suffragio femminile, è una conquista recente della nostra storia. Il 30 gennaio del 1945, quando l’Europa è ancora impegnata nella Seconda Guerra Mondiale e il Nord Italia è occupato dai tedeschi, durante una riunione del Consiglio dei ministri si discute del tema su proposta di Palmiro Togliatti (Partito Comunista) e Alcide De Gasperi (Democrazia Cristiana).


Il voto alle donne, o suffragio femminile, è una conquista recente della nostra storia. Il 30 gennaio del 1945, quando l’Europa è ancora impegnata nella Seconda Guerra Mondiale e il Nord Italia è occupato dai tedeschi, durante una riunione del Consiglio dei ministri si discute del tema su proposta di Palmiro Togliatti (Partito Comunista) e Alcide De Gasperi (Democrazia Cristiana). Non tutti sono favorevoli, come alcuni membri del Partito liberale, del Partito d’Azione e del Partito Repubblicano. La questione viene, però, trattata (e votata) come qualcosa di ormai «inevitabile», visti i tempi. Il 1 febbraio 1945 vien così emanato il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 che conferisce il diritto di voto alle italiane con più di 21 anni, tranne le prostitute schedate che esercitano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”. L’eleggibilità delle donne — quindi non solo la possibilità di andare a votare — viene stabilita, invece, con un decreto successivo, il numero 74 del 10 marzo del 1946.

SENZA ROSSETTO – Le donne italiane votano per la prima volta il 2 giugno del 1946, in occasione del referendum istituzionale monarchia-repubblica (qui “Senza Rossetto”, il nostro approfondimento sulla prima volta delle donne al voto). Solo alcune sono chiamate alle urne qualche mese prima, per le amministrative comunali e per la prima volta nella storia vengono anche elette due donne sindaco: Ada Natali (a Massa Fermana) e Ninetta Bartoli (a Borutta).  La mattina del 2 giugno il Corriere della Sera titola: “Senza rossetto nella cabina elettorale” con il quale invita le donne a presentarsi presso il seggio senza rossetto alle labbra. La motivazione? “Siccome la scheda deve essere incollata e non deve avere alcun segno di riconoscimento, le donne nell’umettare con le labbra il lembo da incollare potrebbero, senza volerlo, lasciarvi un po’ di rossetto e in questo caso rendere nullo il loro voto. Dunque, il rossetto lo si porti con sé, per ravvivare le labbra fuori dal seggio”.

LA POSIZIONE DELLA CHIESA – Anche il Vaticano si dimostra favorevole. Il 21 ottobre 1945 papa Pio XII spiega: «Ogni donna, dunque, senza eccezione, ha, intendete bene, il dovere, lo stretto dovere di coscienza, di non rimanere assente, di entrare in azione per contenere le correnti che minacciano il focolare, per combattere le dottrine che ne scalzano le fondamenta, per preparare, organizzare e compiere la sua restaurazione».

IL TENTATIVO DI NITTI – A onor del vero, è bene ricordare, come già nel 1912 con Giolitti si era aperto il primo dibattito sul suffragio universale. Nel 1919 Francesco Saverio Nitti propose l’allargamento del diritto di voto politico e amministrativo alle donne, ma il progetto non arrivò all’esame delle Camere. Quattro anni più tardi, nel 1923, Benito Mussolini introdusse il suffragio amministrativo femminile che si scontrò, però, con la riforma degli enti locali voluta proprio dal fascismo.

 

APPELLO AL VOTO – Una delle figure più attive nel rivendicare il voto alle donne è stata la pedagogista Maria Montessori che nel 1906 scrive sulle colonne di “La Vita” un appello affinché le donne italiane si presentino ai seggi per votare“Donne tutte sorgete! Il vostro primo dovere in questo momento sociale è di chiedere il voto politico”. Il movimento che dà impulso alla lotta per il diritto di voto è quello delle Suffragette inglesi: già 1832, in Gran Bretagna, è concesso il suffragio femminile, anche se all’inizio solo nelle elezioni locali, mentre dal 2 luglio 1928 il diritto è esteso a tutte le donne inglesi. Il primo Paese a ottenere il suffragio universale è la Nuova Zelanda: tutte le donne della nazione sono chiamate al voto (già) dal 1893.

https://pochestorie.corriere.it/2020/01/30/30-gennaio-1945-le-donne-ottengono-il-diritto-di-voto-in-italia/

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