Verso la fine degli anni Venti si rese
necessario sostituire la nave scuola della Classe Flavio Gioia, prossima alla
"pensione" e destinata ad essere riconvertita in asilo infantile per
gli orfani dei marinai (nel porto di Venezia). Pertanto, nel 1930
l'ingegnere Francesco Rotundi, tenente colonnello del Genio Navale
e Direttore dei cantieri navali di Castellammare di Stabia, venne incaricato di
progettare due unità navali da utilizzare per l'addestramento degli allievi.
Rotundi si ispirò ai disegni del collega Sabatelli utilizzati per la
costruzione del Monarca, celebre veliero della Real Marina del
Regno delle Due Sicilie, acquisito alla flotta della Marina piemontese con il
nuovo nome di "Re Galantuomo". Dal Regio Cantiere stabiese uscirono
due imbarcazioni gemelle, cui furono dati i nomi dei due più illustri
navigatori della storia italiana: Cristoforo Colombo e Amerigo
Vespucci.
Il varo di quest'ultima ebbe luogo in una piovosa domenica di febbraio, alle
10.30 del mattino. Con i suoi 2.800 mq di superficie e 101 metri di lunghezza,
rappresentava un gioiello di tecnologia per quei tempi.
All'insegna del motto «Per la Patria e per il Re», iniziò il suo
primo viaggio alla volta di Genova dove, il 15 ottobre dello stesso anno, fu
consegnata la "bandiera di combattimento" al primo comandante Augusto
Radicati di Marmorito.
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, la Vespucci rimase l'unica
imbarcazione utilizzata per le crociere addestrative, per via della perdita
della Cristoforo Colombo, che l'Italia dovette consegnare
all'Unione Sovietica, quale risarcimento dei danni di guerra. Da quel momento
fu assunto un nuovo motto «Saldi nella furia dei venti e degli eventi»,
sostituito nel 1978 con quello definitivo, di leonardiana memoria, «Non
chi comincia ma quel che persevera», più adatto a incarnare lo spirito di
addestramento dei futuri ufficiali della Marina Militare.
Col passare del tempo aumentò il suo prestigio diventando la nave militare più
anziana ancora in attività e presenziando a importanti cerimonie nazionali, tra
cui le Olimpiadi di Roma del 1960 (in occasione delle quali
ebbe l'onore di trasportare la torcia olimpica dal Pireo a Siracusa) e il 150°
dell'Unità d'Italia. Gli interventi di ammodernamento delle apparecchiature
apportati successivamente, non ne intaccarono lo stretto legame con la
tradizione, evidente sia nell'aspetto sia nella gestione (le manovre eseguite
rigorosamente a mano) e nei materiali utilizzati.
Fornita di un equipaggio che con gli allievi raggiunge le 470 unità, la
Vespucci è ancora oggi un'istituzione nella marineria internazionale; a
dispetto del codice di navigazione, non c'è "gigante del mare" che
non le riconosca la precedenza, omaggiandola con tre colpi di sirena. Per l'Italia
svolge un ruolo fondamentale di rappresentanza all'estero della sua arte,
cultura e ingegneria.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/207005
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