Figli
dell'imprenditore e fotografo Antoine Lumiere, Auguste e Louis iniziarono
a lavorare con il padre, conducendo esperimenti sul procedimento fotografico e
sul movimento delle immagini. La storia di questa ricerca affondava le proprie
origini nell'antichità, dal primo esempio di camera oscura studiato
dallo scienziato arabo Alhazen al sistema più elaborato di
Leonardo da Vinci e successivamente della Lanterna magica, ritenuta
la madre del moderno proiettore.
Per i due fratelli francesi fu decisiva la scoperta di George Eastman che nel
1885 aveva brevettato la pellicola cinematografica. Rappresentò il
punto di partenza per arrivare a quella dotata di foro di trascinamento, che costituì
l'aspetto distintivo della loro invenzione rispetto alle altre dell'epoca (solo
in Inghilterra furono depositati oltre 300 brevetti sulle fotografie in
movimento).
Per mezzo dei fori la pellicola veniva trascinata a scatti (grazie a una
manovella), attraverso una piccola scatoletta di legno, facilmente
trasportabile, rendendo l'utilizzo di quest'ultima estremamente pratico; una
semplice sostituzione della lente permetteva di passare dalla modalità
"camera" a quella "proiettore".
La scelta del nome fu possibile per puro caso. Un brevetto dal titolo
"cinematographe" era già stato rilasciato all'inventore Leon
Bouly. Costui, caduto in disgrazia, non fu più in grado di pagare il canone
di locazione per i suoi brevetti, lasciando di nuovo disponibile il nome che i
due fratelli poterono riutilizzare per la loro macchina (la storiografia
moderna è tuttavia concorde nell'attribuire a Bouly la paternità del
termine cinematografo).
La prima dimostrazione del suo funzionamento avvenne in forma ristretta
alla Société d'Encouragement à l'Industrie Nationale di
Parigi, nell'aprile del 1895. Otto mesi più tardi venne presentato al pubblico
al Salon Indien du Grand Café (una sala nel seminterrato dello
storico locale parigino di Boulevard des Capucines, vicino alla Place de
l'Opéra). I dieci episodi di vita reali proiettati sullo schermo entusiasmarono
pubblico e stampa.
L'immediato successo fece arrivare ai Lumiere numerose richieste di locazione
degli apparecchi, che fecero il giro del mondo. Convinti che il "cinema"
avesse un'esistenza effimera, nel 1900 vendettero i diritti di sfruttamento
della loro invenzione a Charles Pathé, dedicandosi ad altre invenzioni nel
campo della fotografia.
Tre anni più tardi brevettarono l'Autochrome lumiereun, un procedimento
di fotografia a colori basato sulla sintesi additiva. Il
sistema, sebbene complesso e poco economico, rivoluzionò il campo della
fotografia a colori e acquisì popolarità immediata.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/197003
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