Nato a
Kaysersberg (nell'Alsazia, a quel tempo parte dell'impero tedesco, oggi in
territorio francese) e morto a Lambaréné, nel settembre del 1965, Albert
Schweitzer ebbe, da bambino, problemi nel leggere e nello scrivere e faceva
fatica a imparare. Diversamente, nella musica dimostrava grande abilità: a
sette anni compose un inno ed a otto suonava l'organo.
Dopo aver studiato teologia e filosofia (sposando il luteranesimo) in Francia,
a 30 anni s'iscrisse a Medicina con l'intento di specializzarsi in malattie
tropicali e partire come missionario per l'Africa. Iniziò a
raccogliere fondi per costruire un ospedale a Lambaréné, una città del Gabon
occidentale (Africa centrale), dove realizzò il suo ambulatorio in un vecchio
pollaio, insieme a Hélène Bresslau, infermiera e sua futura moglie.
In poco tempo si guadagnò la fiducia delle popolazioni locali, le cui usanze e
credenze religiose venivano rispettate all'interno del villaggio-ospedale.
L'attività missionaria in Africa, unitamente alla lotta in prima persona contro
i rischi degli esperimenti atomici e delle radiazioni nucleari, gli valsero
il Nobel per la Pace nel 1952, con i proventi del quale fece
costruire il "Village de la lumière" (villaggio della luce) per i
lebbrosi.
Raccolse, inoltre, numerosi titoli accademici e riconoscimenti, meritandosi la
fama di «più grande uomo del mondo» da parte della rivista
Time. Il suo pensiero filosofico, imperniato su un profondo rispetto verso ogni
forma vivente, e l'opera umanitaria furono da esempio per centinaia di
professionisti che, dopo di lui, scelsero di prestare la propria attività nelle
aree più disagiate del "continente nero".
http://www.mondi.it/almanacco/voce/87003
Nessun commento:
Posta un commento