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giovedì 22 settembre 2022

Lo Sapevate Che: Ornella Vanoni: Interprete di classe, milanese doc, la sua voce è una delle più apprezzate della musica leggera italiana. La sua parabola artistica, agli albori, passa attraverso due grandi artisti. Uno è Giorgio Strehler che la fa maturare come attrice impegnata; l'altro è Gino Paoli che scrive per lei celebri canzoni d'amore, tra cui "Senza fine", "Che cosa c'è" e "Sassi"

 

Mina è la più grande cantante italiana, anche se da alcuni anni non le importa niente di cantare, e si sente. Io la invidiavo moltissimo per quel suo successo così gioioso. L'Italia impazziva per lei. Esplodeva buonumore da questa ragazza che si muoveva contro le lagne di quel tempo. E siccome è dotata da Dio, ha questa facilità sorprendente: canta con la stessa faciloneria di chi sta facendo una cosa qualsiasi. È ancora capace di dare grandi emozioni. Mi fa rabbia perché lei fa dei dischi perché le conviene e io non sono d'accordo. Questo mestiere lo si fa bene o non lo si fa. Mi dico: hai i soldi, ma per la miseria fai un disco con Gil Evans, con una grande orchestra. Godi.” Ornella Vanoni

 

Delicate raffinatezze

Il 22 settembre 1934 era un sabato: il sole era sorto alle 6.16. Qualche ora dopo a Milano nella famiglia Vanoni vide la luce (col forcipe) una bimba. Tre chili, scura di capelli. Pianse e la grande boccuccia le andò da un orecchio all'altro. Pare abbia pianto anche mamma Mariuccia, la immaginava differente. Giusto. Ornella è sempre stata "differente", fuori dal coro, curiosa (anche se timida), anticonformista (ma disciplinata) nella vita come nelle professioni: teatro e musica leggera. Una lunga sfida, a volte involontaria. Giovanissima, qualcuno le disse che con quella voce avrebbe dovuto fare l'attrice: si iscrisse alla scuola del Piccolo Teatro di Milano, allora diretta da Giorgio Strehler. Il Maestro, che divenne presto suo compagno, decise di farla anche cantare. Brecht, certo, ma per lei "inventò" le canzoni della mala, in buona parte scritte da lui per Ornella con Fiorenzo Carpi, Gino Negri e Dario Fo. E con quelle Ornella Vanoni arriva al Festival dei Due Mondi, a Spoleto nel 1959. In teatro, Ornella aveva già debuttato nel 1957 ne "I Giacobini" di Federico Zardi.

La musica leggera viveva allora momenti di boom e di fermenti creativi invitanti. Nasceva la canzone d'autore. L'incontro con Gino Paoli avvenne nel 1960. Ne scaturì un amore importante e parecchie canzoni tra cui un capolavoro: "Senza fine", primo posto in classifica e immediato successo popolare.

Per qualche anno Ornella alterna teatro e musica. Nel 1961 vince il premio S. Genesio come miglior attrice per "L'idiota" di Achard. Sposa Lucio Ardenzi grande imprenditore teatrale. Nel 1962 nasce il figlio Cristiano. Nel 1963 ancora un premio a S. Genesio per "La fidanzata del bersagliere" di Anton. Nel 1964 "Rugantino" di Garinei, Giovannini e Trovaioli prima al Sistina di Roma e poi a Broadway. Da qui in poi ci sono solo musica, dischi, tv e festival. Vince il Festival di Napoli (1964 "Tu si na cosa grande" di Modugno). È seconda a Sanremo (1968 "Casa Bianca" di Don Backy). Molti successi discografici epocali ("La musica è finita", "Una ragione di più", "Domani è un altro giorno", "Tristezza", "Mi sono innamorata di te", "L'appuntamento", "Dettagli", ...). Nel 1973 Ornella Vanoni fonda la sua casa discografica, la Vanilla, e si trasferisce a Roma. È l'epoca dei concept-album, gli L.P. a tema. Occorre la figura di un produttore. Inizia un lungo sodalizio con Sergio Bardotti che darà vita a lavori importanti e di grandi successi che dureranno nel tempo. Il primo, del 1976, è "La voglia, la pazzia, l'incoscienza e l'allegria", il fantastico incontro con il Brasile di Vinicius de Moraes e Toquinho. Un classico. Nel 1977 "Io dentro, io fuori", disco doppio e tournée con i New Trolls, incontro con la musica di tendenza dell'epoca. Dello stesso anno una hit parade altissima con "Più" in coppia con Gepi.

Dal 1978 al 1983 torna a vivere nella sua Milano. È sempre più la signora della canzone, raffinata, sofisticata, come il made in Italy. Gianni Versace si occupa del suo look. "Ricetta di donna", "Duemilatrecentouno parole" e "Uomini" sono tre dischi della maturità, del passaggio di Ornella da sex symbol intelligente a signora moderna con la penna in mano. Bardotti la porta a scrivere i testi che interpreta. ("Musica, musica" e "Vai Valentina" sono i due maggiori successi di questo periodo). Continua in questi lavori la ricerca degli incontri musicali: Loredana BertéCaterina Caselli, Gerry Mulligan, Lucio Dalla. C'è persino una fugace ricomparsa di Gino Paoli.

Nel 1984 eccoli di nuovo, Gino e Ornella. Una tournée di tutti esauriti, un disco live, "Insieme", che brucia le classifiche. Una nuova canzone simbolo: "Ti lascio una canzone". Anno di ritorni, il 1985, anche in Teatro, con Albertazzi: "Commedia d'amore" di Bernard Slade. Nel 1986 un progetto discografico ambizioso: nel momento di massima crisi della canzone italiana, Ornella e Bardotti issano il tricolore a Manhattan. Ornella interpreta grandi successi italiani di tutti i tempi e di tutti gli stili, da C.A. Rossi a Cocciante, insieme ai maggiori jazzisti del mondo. Nasce "Ornella e..." con George Benson, Herbie Hankock, Steve Gadd, Gil Evans, Michael Brecker, Ron Carter... Finisce praticamente con questo lavoro la collaborazione con Bardotti, che si dedica a tempo pieno alla tv.

Del 1987 sono un disco e una tournée di altissimo stile e livello, il progetto "O" è firmato da Ivano Fossati e Gregg Walsh. Il cerchio musica-teatro si salda, nella tournée con l'impianto scenico innovativo e inimitabile dell'amico Arnaldo Pomodoro. L'altro importante produttore artistico di Ornella è Mario Lavezzi, che lungo gli anni '90 e all'inizio del nuovo millenio è riuscito a connotare con successo un nuovo stile di Ornella. "Stella nascente" (1992), disco d'oro, il bellissimo Sheerazade, le fantastiche cover di "Un panino, una birra e poi" (2001, disco di platino) e di "La tua bocca da baciare" (2001) sono i lavori principali.

Degli anni '90 è anche Argilla (1998), frutto della collaborazione con artisti sperimentali, come il produttore-arrangiatore Beppe Quirici (Ivano Fossati) e il jazzista Paolo Fresu. Il 22 settembre 2004 è un giovedì di un compleanno importante. Due giorni dopo esce il nuovo disco con l'amico Gino Paoli, "Ti ricordi? No, non mi ricordo": tutti brani nuovi, che guardano avanti. Partecipa al Festival di Sanremo 2009 come madrina della giovane cantante Simona Molinari, con cui duetta nel brano "Egocentrica". Durante la serata interpreta anche "Vedrai vedrai" di Luigi Tenco, e ricorda Mino Reitano cantando "Una ragione di più".

Il 13 novembre 2009 esce il nuovo album "Più di te" contenente cover di brani di cantautori tra cui ZuccheroPino Daniele e Antonello Venditti. L'album è anticipato dal singolo "Quanto tempo e ancora", cover di Biagio Antonacci. Nel settembre del 2013 pubblica un disco dal titolo "Meticci": Ornella Vanoni dichiara che sarà il suo ultimo album di inediti.

Torna sul palco dell'Ariston, al Festival di Sanremo 2018, cantando insieme a Bungaro e Pacifico il brano "Imparare ad amarsi".

Nel 2021 pubblica un nuovo album di inediti dal titolo "Unica".

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