“Non mi sento per niente vecchio. Al massimo,
leggermente anziano.
[Nel 1996]”
Marcello Mastroianni
Anima candida
Il celebre attore (il cui nome completo era Marcello
Vincenzo Domenico Mastroianni), nato a Fontana Liri (Frosinone), nel 1924, ebbe
la fortuna di respirare aria di cinema fin dalla più tenera età. Ancora
bambino, infatti, ebbe la possibilità di fare comparsate addirittura in alcuni
film del grande De Sica (che
negli anni trenta era un maestro riconosciuto).
In seguito, conseguita la maturità liceale, si iscrive
alla facoltà di Economia e Commercio, senza però mai interrompere il rapporto
con lo spettacolo e in particolare con il teatro. Inseritosi nei gruppi del
Centro Universitario Teatrale, fu notato nientemeno che da Luchino Visconti,
il quale lo chiamò con sè per interpretare importanti ruoli in lavori teatrali
di recente concezione come, ad esempio, "Un tram chiamato
desiderio" e "Morte di un commesso
viaggiatore", oppure più classici come "La locandiera"
e "Le tre sorelle".
Parallelamente, ha modo di lavorare ancora nel cinema,
dove viene sempre chiamato per effettuare alcune comparsate che, con il tempo,
cominciano a diventare cospicue. Il film che lo rivela è "Le ragazze di
Piazza di Spagna", dove interpreta la parte del giovanotto simpatico ed
estroverso, girato da Luciano Emmer nel '52, regista che aveva già diretto
Mastroianni due anni prima in "Domenica d'agosto". Già in quelle
prime prove, Mastroianni si rivelò particolarmente adatto alla delicata
introspezione di un cinema che stava a metà strada tra il neorealismo e la
commedia all'italiana.
Questa sua predisposizione venne confermata in
"Giorni d'amore" di De Santis, dove l'attore potè rivivere le sue
origini ciociare in una chiave di lieve comicità. Si andava delineando al
caratteristiche principale dell'attore Mastroianni, quella cioè di incarnare la
figura di un uomo buono e sottilmente malizioso, scapestrato ma con giudizio,
dolce e lievemente melanconico. In seguito, la sua cifra stilistica si improntò
quasi sempre a questo aureo modello, anche quando, come nei film di Blasetti o
Lizzani, gli venivano proposte parti drammatiche. Quelle caratteristiche
vennero poi abbinate in alcuni film, a 'mò di contrasto, alla malizia femminile
della giovane Sophia Loren,
da cui scaturirono nella metà degli anni cinquanta film come "Peccato che
sia una canaglia", e "La fortuna di essere donna".
Ma la svolta della sua carriera arriva con "La
dolce vita" (1960), epocale pellicola di
costume in cui Mastroianni è un moderno antieroe e che segna pure l'inizio d'un
lungo e fortunato sodalizio artistico con Federico Fellini.
Con Fellini fornì i memorabili esiti anche in "Otto e mezzo" (1963),
vestendo i panni di una sorta di alter ego del regista riminese.. In seguito,
nei primi anni sessanta, ottenne un personale trionfo in "Divorzio all'italiana"
e "I compagni". Fece coppia con Sofia
Loren in vari film di De
Sica e apparve in diversi film di
Ferreri tra i quali "La grande abbuffata",
"Ciao maschio" e "Storia di Piera". Ha lavorato con Petri
da "L'assassino", con Scola da "Dramma della gelosia" a
"Splendor" e "Che ora è?", attraverso "Una giornata particolare"
che fu una delle sue prove migliori. Il prosieguo della sua carriera è stato un
susseguirsi di successi a fianco dei più grandi registi. Negli ultimi anni, si
ricorda la sua interpretazione ad un film di impegno civile come "Sostiene
Pereira" e il montaggio dei suoi ricordi personali, apparsi postumi, nel
film-documento "Ricordo, sì io mi ricordo".
Protagonista di grande versatilità e di indiscussa
bravura (si è detto che in certi film sembrava essere in grado di poter
lavorare soltanto con l'espressione dello sguardo), ha trasmesso l'immagine di
un uomo colto e sensibile, alieno da pose divistiche, che guardava con fastidio
alla pubblicizzazione della sua vita privata da parte della stampa
scandalistica. Ha rappresentato con grande generosità la cinematografia
italiana a livello internazionale, ma non ha mai purtroppo un pur meritatissimo
Oscar. Mastroianni si è spento il 19 dicembre 1996 nella sua casa di Parigi. Di
lui il regista Dino
Risi, che lo conosceva bene anche per averlo
diretto, ha detto: "Era l'anima più bella del nostro cinema, l'italiano
medio e pulito. Mastroianni era forse quello con cui era più piacevole
lavorare: e questo per una ragione semplicissima, non rompeva mai le scatole.
Non gli ho mai sentito dire "Questa battuta così non va". Aveva una grande
duttilità e disponibilità. Non parlava: semplicemente, faceva l'attore,
vestendo i panni del personaggio con una capacità straordinaria. Mastroianni
aveva il pregio di farsi piacere anche i film che non gli piacevano".
https://biografieonline.it/biografia-marcello-mastroianni
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