“Una delle gioie che procura il cinema è il fatto che è a buon mercato, e questo non dovremmo dimenticarlo mai.” Oliver Stone
Documenti d'autore
"Platoon", "Nato il 4 luglio",
"JFK",
"The Doors"
o il pur violentissimo "Natural Born Killers" sono tutti titoli
usciti dalla prolifica attitudine immaginativa (ed investigativa al tempo
stesso) di quel grande regista che risponde al nome di Oliver Stone. Il quale,
sia detto per inciso, non si è mai limitato a fare solo quello che sta dietro
alla macchina da presa ma ha esteso le sua capacità anche in veste di
sceneggiatore e produttore di pellicole a lui congeniali.
Nato a New York il 15 settembre 1946, dunque, Oliver
Stone è ancora un regista relativamente giovane e che può dare ancora tanto,
come sembra dimostrare la sua indefessa attività. La voglia di fare è sempre
stata connaturata a questo straordinario quanto pertinace artista: di padre
americano e madre francese, Stone, partito per Saigon, in Vietnam, dove
oltreché soldato si improvvisa anche insegnante di inglese e matematica,
finisce in un carcere messicano per il possesso di una piccola quantità di
marijuana. Tornato in patria si iscrive alla New York University Film School.
Influenzato dalla Nouvelle Vague francese, dà vita ad
gruppo di cinefili che, forse in maniera non troppo originale visto il clima
del tempo, teorizza l'uso politico del cinema. L'idea insomma è quella di
utilizzare un mezzo apparentemente effimero ma dalla forte e forse indelebile
potenza evocativa come uno strumento per dichiarare le proprie idee, come un
mezzo per lanciare messaggi e trasformare il sapere collettivo, ribaltando di
fatto la fruizione leggera che spesso e volentieri si fa di quest'arte.
Un obiettivo sicuramente centrato per lo Stone di allora,
se è vero che ogni suo film in uscita riesce sempre puntualmente a spaccare
l'opinione pubblica e la critica.
Nel 1977 incontra e conosce il regista Alan Parker per
il quale scrive la sceneggiatura del drammatico film "Fuga di
mezzanotte", conquistando il suo primo premio prestigioso, l'Oscar per la
Miglior Sceneggiatura.
Nel 1983 entra in punta di piedi in uno dei capolavori
di sempre della settima arte,
firmando la sceneggiatura di "Scarface",
diretto da Brian De Palma.
Un dettaglio che pochi conoscono.
La sua prima regia importante è del 1986 per
"Salvador", una pellicola di denuncia della dittatura sudamericana e
della complicità del
governo statunitense. Nello stesso anno, "Platoon" (Willem Dafoe nomination
all'oscar come miglior attore non protagonista) è un altro atto di accusa nei
confronti del governo americano. Alla stessa stregua di quest'ultima pellicola
si pone la drammatica storia del pluri-premiato "Nato il 4 luglio",
con Tom Cruise come
protagonista.
Passano gli anni ma l'ansia di denuncia del regista
non si placa, così come rimane immutata la sua voglia di fare un cinema
d'inchiesta capace di affrontare le tematiche più scottanti del suo e del
nostro tempo. Nel 1991 è la volta dell'episodio chiave della storia americana,
l'evento che per i cittadini di quel paese rappresenta quasi un'ossessione,
anche a causa del fondo misterioso di cui quell'evento è ampiamente ammantato.
Si tratta dell'omicidio del presidente John Fitzgerald
Kennedy, a cui Stone dedica un'ampia
rivisitazione, con il capolavoro "JFK".
Il regista si avvale in questo caso di un altro nome famoso, Kevin Costner,
mentre nella pellicola mescola sapientemente le riprese della regia a immagini
documentaristiche.
Con "Natural Born Killers -
Assassini nati" (tratto dal soggetto di Quentin
Tarantino, il quale ha poi polemizzato, per via
dell'arbitraria sceneggiatura realizzata da Stone), il regista offre un
inquietante affresco di due menti malate, nella fattispecie i due serial
killer interpretati da Woody
Harrelson e Juliette Lewis, sollevando un
vespaio di critiche che, dopo i fiumi di sangue presenti nel film, si
trasformano metaforicamente nei fiumi di inchiostro unanimamente vòlti a
stigmatizzare la pellicola.
Sempre nel 1996 ha prodotto "Larry
Flynt. Oltre lo scandalo" di Milos
Forman, ritratto dell'editore di materiale
hard americano, mente nel 1998 torna alla regia con "U-Turn", dove
impazza un grande Sean
Penn.
Uomo come detto dalla forte personalità e dai
molteplici quanto variegati interessi (nel 1988 è anche apparso un suo romanzo
autobiografico, scritto prima di intraprendere la strada del regista), Oliver
Stone continua tuttora a lavorare dietro al macchina da presa tanto che, dopo
una serie di film non proprio riusciti, ha da poco annunciato l'uscita di un
film con protagonista, nientemeno, il lìder maximo Fidel
Castro.
https://biografieonline.it/biografia-oliver-stone
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