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sabato 11 settembre 2021

Lo Sapevate Che: Peter Tosh: Tra i grandi del reggae che insieme all'amico Bob Marley utilizzò come linguaggio di protesta contro l'apartheid in Sud Africa e a favore della legalizzazione dela marijuana


L'altro re del reggae

Dopo la scomparsa di Bob Marley, monarca assoluto del reggae, è Peter Tosh colui che ha esportato il verbo della musica giamaicana. E in effetti Peter McIntosh, nato il 9 ottobre 1944 nel Westmoreland in Jamaica, con Bob Marley ha avuto molto a che fare, dopo la collaborazione con lui nel gruppo dei Wailers, ha tratto dal maestro linfa vitale per la sua ispirazione solistica.

Scomparso anch'egli prematuramente, vittima di un orrendo omicidio, Peter Tosh è stato uno dei cantanti della metà degli anni '60 ad imporsi con più prepotenza sulla scena musicale giamaicana, impersonando per certi versi il personaggio rude dei Wailing Wailers nell'era ska e fornendo a Bob Marley quell'impulso ritmico necessario per far sì che la musica del gruppo fondato dal leggendario cantante (insieme a Bunny Wailer) avesse un maggior impatto.

Nei primi dischi degli Wailers, Tosh canta col nome di Peter Tosh o Peter Touch And The Wailers, e incide "Hoot nanny hoot", "Shame and scandal", "Maga dog".

I primi Wailers si sciolsero nel 1966 con Marley che andava a cercare lavoro in America e Tosh e Bunny Wailer che si ritrovavano a registrare sporadicamente qualche brano. In questo periodo, fra l'altro, Tosh conobbe anche il dramma del carcere per questioni legate all'uso di sostanze stupefacenti (per quanto di tipo leggero).

Uscito di galera e libero di esprimersi, registrò di nuovo brani come "Maga dog" e "Leave my businness" col produttore Joe Gibbs, mettendo in evidenza una voce forte e carismatica. Quando gli Wailers si ritrovarono a lavorare per Leslie Kong nel 1969, Tosh incise "Soon come" e "Stop that train", mentre alle sessions del gruppo allo studio di Lee Perry (1970/71) fu limitato soprattutto alla parte armonica, anche se riuscì lo stesso a dare il meglio in capolavori come "400 years", "No sympathy", "Downpresser" tutti con un forte contenuto sociale e inneggianti la fine dello sfruttamento della popolazione nera.

Con la fine del rapporto con Perry e l'ingaggio dell'etichetta Island, Tosh incide come voce solo "Get up stand up", mentre la rottura con Marley, condivisa anche da Wailer, appare definitiva.

E' il 1973 e Tosh si concentra sulla sua nuova etichetta la Intel Diplo HIM (Intelligent Diplomat for His Imperial Majesty), anche se questo non gli impedisce di firmare con la ben più importante ed affermata Virgin nel 1976.

Nel 1978 lavora con la Rolling Stone Records di Mick Jagger e soci e ottiene una hit nelle classifiche con "Don't look back", una cover dei Temptations (con l'etichetta degli Stones registrò complessivamente quattro LP di modesto successo).

L'anno dopo partecipa alla colonna sonora di Rockers con "Stepping razor". Realizza anche tre dischi con la EMI, tra cui il leggendario "Legalize it" che diede a Peter Tosh, ormai scomparso, un Grammy (1988) come miglior disco reggae dell'anno.

Peter Tosh era un artista sicuramente di grande talento, dall'indole malinconica e portata all'introspezione. Il suo carattere era comunque fra i più difficili. C'è chi lo descrive arrogante, irragionevole, inflessibile se non duro, sicuramente lontano dall'accettare compromessi di qualsiasi genere. Conformemente a questi suoi principi non ha mai rinunciato ad usare la musica come strumento di denuncia delle violenze e delle ingiustizie che il suo popolo subiva.

Tosh morì ucciso a colpi di pistola nella sua villa sulle colline di Kingston il giorno 11 settembre 1987. L'inchiesta sull'omicidio fu archiviata come una rapina, col risultato che i responsabili circolano ancora indisturbati per le vie del mondo.

https://biografieonline.it/biografia-peter-tosh

 

 

1903 - Theodor Adorno (117 anni fa): Nato a Francoforte sul Meno, è ricordato tra i pensatori più influenti del XX secolo. Alla ricerca filosofica unì l'amore per la musica e una particolare attitudine agli...

 

Theodor W. Adorno:  E’ stato un filosofo, sociologo, musicologo, accademico e musicista tedesco. Fu esponente della Scuola di Francoforte e si distinse per una critica radicale alla società e al capitalismo avanzato. Wikipedia

Quando il tempo è denaro, sembra morale risparmiare tempo, specialmente il proprio.   Theodor W, Adorno

 

Attualità di un inattuale

Sociologo, musicologo e filosofo tedesco, Theodor Wiesengrund Adorno nasce l'11 settembre del 1903 a Francoforte sul Meno. Figlio unico di un mercante di vini ebreo, firma i suoi primi scritti con il cognome della madre, Maria Adorno, una cantante cattolica di origini còrse e, prima ancora, genovesi. Il nome ebraico del padre viene così abbreviato in una W.

Introdotto dalla madre allo studio della musica e da Siegfried Kracauer, un amico di famiglia assai colto ed erudito, alla filosofia classica tedesca, Adorno si laurea in Filosofia nel 1924, con una dissertazione sulla fenomenologia di Husserl.

Il primo articolo del giovane filosofo è invece dedicato all'espressionismo, improvvisamente sedotto dal violento ed intenso linguaggio del compositore austriaco Arnold Schönberg, uno degli esponenti più in vista di quella corrente artistica. Adorno si reca quindi a Vienna per studiare con lui, diventando quindi anch'egli un "adepto" della sua cerchia, la stessa che partorirà la celeberrima "Seconda scuola di Vienna". L'intento principale di questi artisti era quello di scardinare le regole soggiacenti la musica tonale (ossia le regole che informano tutta la musica occidentale), nella convizione che il cromatismo esasperato a cui erano giunti i compositori precedenti (un "piano inclinato" innescato da Wagner), avesse portato a lidi che andavano superati. Per certi versi un processo che nella loro ottica era "naturale" e non rivoluzionario, come in genere si tende a credere ancora oggi (e basterebbe andare a rileggere, per convincersi di questo, gli scritti di Webern).

Il contributo fondamentale a questo superamento sarà proprio quello apportato da Schoenberg che, inizialmente pervenuto ad un tipo di scrittura "a-tonale", approda al metodo di composizione chiamato "Dodecafonico", una sorta di "Comunismo dei dodici suoni" o di "emancipazione della dissonanza", per usare espressioni dello stesso compositore.

Adorno, nella sua produzione saggistica e polemica, sarà sempre strenuo sostenitore di questa Nuova Musica, del tutto avversata invece dal pubblico e da buona parte della critica di allora.

Paradigmatico, in questo senso, il testo del 1949 intitolato proprio "La filosofia della nuova musica".

Adorno si colloca in quel tragico clima culturale che segna il passaggio dalla vecchia concezione del mondo alla società di massa, la stessa che andava elaborando le sue autonome tavole dei valori, ancorate senza dubbio alle regole fondamentali dei linguaggi del passato, ma semplificate al massimo grado e svuotate di tutti i loro contenuti.

Nel 1931 Adorno diviene libero docente all'università di Francoforte, dove insegnerà fino a quando sarà costretto - a causa dell'avvento del nazismo - ad emigrare a Parigi, in Inghilterra e infine negli Stati Uniti.

Nel 1950 fa ritorno a Francoforte dove insegna filosofia e sociologia e dirige l'Istituto per le ricerche sociali.

Personalità poliedrica, dai molteplici interessi culturali, ha lasciato un contributo originalissimo in tutti i campi in cui ha esercitato la sua eccezionale capacità dialettica e speculativa. La filosofia e la musica sono in sintesi le sue passioni fondamentali, passioni che si condensano nello stupendo "Dialettica dell'illuminismo", scritto nel 1947 in collaborazione con l'altro grande esponente della cosiddetta "Scuola di Francoforte", ossia Horkheimer.

I due misero qui a punto la più raffinata critica della cultura occidentale del Novecento, elaborando una riflessione sul modo in cui la società occidentale ha trasformato il suo potenziale di emancipazione e dedicando una parte considerevole dell'opera a uno studio teorico sulla "questione antisemita" (espressione che preferivano a quella disorientante di "questione ebraica").

L'acutezza di questo sguardo filosofico sarebbe stata tale che nella comunità degli esuli tedeschi si proverà a tradurre in una ricerca empirica questa analisi che intrecciava freudismo e marxismo. Si ha così la pubblicazione di una serie di volumi collettivi intitolata "Studi sul pregiudizio".

Altrettanto fondamentali in campo estetico sono invece l'incompiuta "Teoria estetica" e la "Dialettica negativa". Il primo testo mette in rilievo il sottile rapporto dialettico fra opera d'arte e realtà sociale, mentre il secondo è un tentativo stimolante di aggiornare l'eredità hegeliana.

La spettacolare intelligenza di Adorno si è anche esercitata in sagaci aforismi, pubblicati in quel vero e proprio "cult" che reca il titolo di "Minima moralia" (1947), debitore, per la vena paradossale e brillante che lo percorre, verso gli illustri precedenti di Nietzsche e Kierkegaard. Ma assieme alla "bellezza" nietzscheana, in quel testo che stabilisce con vigore nella storia un prima e un dopo la grande mattanza nazista, traspare il lutto per i tragici avvenimenti dell'Europa di quegli anni.

Ansioso di riprendere a insegnare a studenti tedeschi, il filosofo fa come detto negli ultimi anni ritorno in Germania, convinto che la lingua madre sia lo strumento più adatto per esprimere il suo pensiero. Attento alla ricostruzione democratica del Paese, mette da parte i toni anti-borghesi della gioventù e toglie dalla circolazione i suoi scritti più influenzati dal marxismo.

Quando esplode il Sessantotto che a lui si richiamava, Adorno se ne mostra infastidito, ampiamente ricambiato in seguito dagli ottusi "rivoluzionari".

L'anno successivo, dopo un'ennesima contestazione, si allontana dall'università. Muore di crepacuore di lì a qualche giorno a Visp, in Svizzera, il 6 agosto 1969.

https://biografieonline.it/biografia-theodor-w-adorno

 

 

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