“ Solo se la tua musica parte dal cuore la voce vola
oltre il corpo e diventa un destino infinito.” Ornella Vanoni (senza fonte)
E’ una cantante e attrice italiana.
Vanoni è una delle artiste italiane
dalla carriera più longeva: in attività dal 1956, con la pubblicazione di circa
112 lavori (tra album, EP e raccolte) è considerata tra le più grandi
interpreti della musica leggera italiana, oltre
che una tra le cantanti più vendute con oltre 65 milioni di dischi.
Dotata di uno stile interpretativo molto
personale e sofisticato, che le conferisce una timbrica vocale fortemente
riconoscibile, Ornella Vanoni vanta un ampio e poliedrico repertorio, che
spazia dalle Canzoni della mala degli esordi al pop d'autore,
alla bossa nova (storica la
realizzazione insieme a Toquinho e Vinícius de Moraes dell'album La voglia la pazzia l'incoscienza
l'allegria nel 1976) e al jazz.[2]
Durante la sua carriera sessantennale ha
ispirato molti tra i più importanti autori, non solo italiani, e collaborato
con molteplici artisti, da Gino Paoli, ai New Trolls, fino ai più
importanti jazzisti americani come George Benson, Michael Brecker, Randy Brecker, Ron Carter, Eliane Elias, Herbie Hancock e Herbie Mann. Hanno scritto per
lei Paolo Conte, Fabrizio De André, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Sergio Bardotti, Grazia Di Michele, Renato Zero, Riccardo Cocciante, Zucchero Fornaciari, Francesco Gabbani, Giuliano Sangiorgi e Carmen Consoli.
Ha partecipato a otto edizioni del Festival di Sanremo, raggiungendo il 2º
posto nel 1968 (con Casa bianca) e piazzandosi per
ben tre volte al 4º posto, nel 1967 (con La musica è finita), nel 1970 (con Eternità) e nel 1999 (con Alberi):
in quest'ultima edizione, Ornella Vanoni è stata la prima artista nella storia
del Festival a ricevere il Premio alla carriera. È anche l'unica donna e il
primo artista in assoluto ad aver vinto due Premi Tenco (solo Francesco Guccini dopo di lei è
stato premiato due volte), e l'unica cantante italiana ad aver ottenuto questo
riconoscimento come cantautrice. Ha inoltre vinto una Targa Tenco, che porta
complessivamente a tre il numero di riconoscimenti a lei assegnati dal Club Tenco.
E' stata inoltre insignita di importanti
riconoscimenti e onorificenze, tra cui, nel 1984 del titolo di Commendatore della Repubblica e nel 1993
di Grande ufficiale Ordine al merito della Repubblica
italiana.
L'album La voglia la pazzia l'incoscienza
l'allegria è stato inserito nella classifica dei 100 dischi italiani più belli
di sempre secondo Rolling Stone Italia alla posizione
numero 76
Gli esordi
Figlia di un industriale farmaceutico,
dopo avere studiato dalle Orsoline, frequenta diversi collegi in Svizzera, Francia e Inghilterra col desiderio di diventare
estetista.
Tornata a Milano si iscrive nel 1953
all'Accademia di arte drammatica del Piccolo
Teatro di Giorgio Strehler; in breve ne diviene l'allieva
prediletta, nonché la compagna.
«Sono stata una ragazza inventata.
Inventata dagli altri. Di mio avrei voluto fare l'estetista, niente di più.
Avevo l'acne e avrei voluto curare la pelle, la mia e quella degli altri. Ero
andata a studiare Lingue in Inghilterra, in Svizzera, in Francia e quando
tornai a Milano non sapevo che cosa fare. Fu un'amica di mia madre a lanciare
l'idea: "Hai una bella voce, perché non fai l'attrice?". Mi
iscrissi alla scuola di recitazione del Piccolo. Il giorno degli
esami d'ammissione ero terrorizzata, tanto da sentirmi male. Con la V di
Vanoni venni chiamata per ultima, sapevo che nella commissione c'erano grossi
nomi, Strehler, Paolo Grassi, Sarah Ferrati. Quando mi hanno chiamata, avevo il
cuore a mille. Recitai un pezzo dell'Elettra, ero follemente emozionata,
chiedevo scusa a tutti, mi interrompevo [...] A un certo punto ho sentito una
voce femminile: "Attenzione, qui c'è qualcosa". Era della Ferrati.
Mi presero. Dopo un anno divenni la compagna di Strehler, era il '55. E fu scandalo. Avevo vent'anni, lui era sposato, non c'era il divorzio
e, per di più, viveva da solo, era di sinistra ed era un artista. Mia madre
si lamentava, piangeva: "Così ti rovini, ti devi sposare."» |
(Ornella Vanoni[3]) |
Nel 1956 debutta come attrice in Sei
personaggi in cerca d'autore di Pirandello.
Il suo debutto canoro risale invece al
13 aprile 1957, data della prima rappresentazione al Piccolo de I Giacobini di Federico Zardi, opera in cui interviene durante i
cambi di scena cantando un paio di ballate della Rivoluzione francese (Les rois
s'en voint e La Seine est rouge), interpretate con piglio
insolito e spigoloso.
Nasce, dunque, l'idea di una cantante
"intellettuale", impegnata, sofisticata, che suscita sin da subito un
certo interesse, tanto che l'anno seguente, Giorgio Strehler decide di cucirle addosso un vero
e proprio repertorio.
Le canzoni della mala[modifica | modifica
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«Al Piccolo leggevo e
imparavo tutto. Spiavo mostri come Tino Buazzelli e Sarah Ferrati. Respiravo le loro
voci, rubavo i gesti. E Strehler? Mi mette a cantare
ballate nell'intervallo dei Giacobini, sai quando gli
spettatori tossiscono? Be': alla faccia sua, è un trionfo. Allora l'amico Gino Negri dice che sarei adatta alle
canzonette da cortile. “Ma no, facciamo le canzoni della mala” disse il maestro, magnanimo. Così si sono messi lì Dario Fo e Fiorenzo Carpi e sono
nate Ma mi... e
Le mantellate[scritte in realtà da Strehler e Carpi][3]»
Insieme ad autori come Fausto Amodei, Fiorenzo Carpi, Dario Fo e Gino Negri, Strehler trae infatti spunto da alcune
antiche ballate dialettali narranti vicende di
cronaca nera, per procedere alla stesura di nuovi testi incentrati sul tema
della malavita, aventi per protagonisti poliziotti, malfattori, carcerati,
minatori, e inventando pertanto la definizione di canzoni della mala. Per alimentare la
curiosità del pubblico, viene lasciato credere che si tratti di autentici canti
popolari ricavati da vecchi manoscritti, e viene dunque allestita per lei la
sua prima tournée teatrale, terminata con uno spettacolo a Spoleto, al Festival dei Due Mondi nel '59.
Dell'ottobre 1958 è la sua prima
incisione discografica per la storica etichetta Ricordi, che grazie all'editore Mariano Rapetti apre proprio con lei la propria
sezione di musica leggera pubblicando un primo extended play intitolato Le canzoni della malavita. Il disco comprende
sulla facciata principale le sue versioni di Saint
Lazare di Aristide Bruant, e di Jenny
delle Spelonche, tratta da L'opera da tre soldi di Bertold Brecht; sul retro compaiono invece gli
inediti Sentii come la vosa la sirena e Canto di carcerati
calabresi, stampati anche su 45 giri singolo, il primo della sua discografia.
Nel dicembre 1959 esce un secondo EP intitolato Le canzoni della malavita vol. 2, contenente le assai
più celebri Hanno ammazzato il Mario, La zolfara, Ma
mi e Le mantellate, uscite contemporaneamente anche
su singolo.
Le interpretazioni particolarmente
enfatiche della Vanoni, caratterizzate da una timbrica vocale e da una
gestualità alquanto inconsuete ma sensuali, incuriosiscono parecchio il
pubblico, che inizialmente sembra in parte confondere le ambientazioni dei
brani proposti con le vere origini della cantante.
Nel complesso, le canzoni della mala
ottengono un buon successo, malgrado qualche critica di snobismo alto-borghese e
l'intervento della censura radiotelevisiva che non apprezza i contenuti di
alcuni testi. Per Ornella Vanoni, però, quello della mala inizia ad essere un
cliché nel quale non intende essere rinchiusa.
«Le canzoni della
mala all'epoca le amavo, ma non abbastanza coscientemente, come gli amori di
quando sei troppo ragazza[3]».
Terminato il rapporto con Strehler (del quale in seguito dichiarerà
di non avere apprezzato lo stile di vita, ritenendolo inadeguato ad una ragazza
poco più che ventenne), si allontana anche dall'ambiente del Piccolo Teatro, alla ricerca di un
nuovo percorso artistico.
«Strehler è stato
compagno, amico, padre, maestro. Forse troppe cose assieme, e cose che
avvenivano troppo velocemente. Un rapporto così ti leva la leggerezza. Mi
sentivo bambina in un cappotto troppo grande. E poi forse Giorgio mi amava più
di quanto io amassi lui[3]».
Anni sessanta: Paoli,
Tenco e le canzoni d'amore
Nel 1960, alla Ricordi Ornella
incontra Gino Paoli, col quale
intraprende un'intensa storia d'amore, nonché una florida collaborazione
artistica che le permette di cimentarsi con un repertorio a lei più congeniale.
Paoli le scrive infatti una prima canzone d'amore dal titolo Me in tutto il mondo e
successivamente le dedica, colpito dalle sue grandi mani, un vero e proprio
ritratto musicale: la celeberrima Senza fine.
Ma il 6 giugno del '60 sposa il noto
impresario teatrale nonché ex cantante Lucio Ardenzi:
«Quel matrimonio fu
un errore. Io volevo ancora bene a Gino e lui mi ha sconsigliato sino
all'ultimo, minacciando persino di venire alla cerimonia a cantare Senza fine. (...) Il matrimonio
non sta in piedi e quando nel 1962 nasce Cristiano, io e Ardenzi siamo già
separati[4]», «ero ancora
innamorata di Paoli. Il giorno delle nozze non mi sarei dovuta presentare,
avrei dovuto dire la verità, sarebbe stato più leale[3]».
Nel 1961 partecipa a Canzonissima con Cercami:
questa canzone, inizialmente destinata a Claudio Villa e che Ornella incide in lacrime dedicandola
a Paoli, è il suo primo 45 giri di grande
successo commerciale, con oltre 100.000 copie vendute. Nello stesso anno,
la Ricordi pubblica
anche il suo primo album, che riunisce sei canzoni della mala
sulla prima facciata, e sei canzoni d'amore sulla seconda. Nel frattempo
prosegue la carriera teatrale ne L'idiota di Marcel Achard, impegno per il quale
l'Istituto del Dramma Italiano la premia come rivelazione del teatro e che le
vale anche il prestigioso Premio San Genesio come miglior attrice dell'anno. Il
successo continua con "La fidanzata del bersagliere" di Edoardo Anton, che le frutterà il
suo secondo Premio San Genesio come miglior attrice del 1963. Gli
spettacoli sono entrambi prodotti dal marito, Lucio Ardenzi:
«andavo in scena a
soli venti giorni dalla nascita di nostro figlio, Cristiano, e per di più senza
compenso. Allora lui era in difficoltà finanziarie e io avrei fatto
qualsiasi cosa per aiutarlo [5]».
«Ardenzi era un
grande impresario, fin troppo compreso nel suo ruolo. S'inventò attori
importanti, produsse grandi spettacoli, si batté da privato come un leone
contro lo strapotere del teatro pubblico. Era la sua vanità, che diventava
arroganza. Un giorno mi confidò che a lui, più che la coppia Lucio-Ornella, lo
eccitava la ditta Ardenzi-Vanoni. Quando mi volle come protagonista de L'idiota di Achard e
io fui una rivelazione, lui era al settimo cielo. Capii che, in fondo, era un
problema tra lui e Strehler. Una roba tra uomini. Lucio, in realtà, come
protagonista pensava a Monica Vitti o a Lea Massari, ma voleva dimostrare che
lui aveva visto più in là di Strehler, che poteva fare di me una grande donna.
[...] Non parlo volentieri di Lucio Ardenzi. L'ho sposato che avevo ventisei
anni, l'età giusta, ma non l'uomo giusto. Non l'ho mai amato. Ero una donna
sperduta. Avevo lasciato Strehler, mi ero ammalata di tisi, c'era Paoli di
mezzo e lui, Lucio, era un uomo così vanitoso. Una vanità sproporzionata.
Abbiamo avuto un figlio che amo, Cristiano, e questo giustifica ampiamente la
nostra storia».[6]
Nel 1963 sostituisce Lea Massari nel ruolo di Rosetta in Rugantino, celebre commedia
musicale di Garinei & Giovannini che nel febbraio 1964 porterà la
Vanoni sulle scene di Broadway. Avvalendosi degli arrangiamenti e
della direzione musicale di Iller Pattacini, continua ad incidere
brani di Gino Paoli (Anche
se, Che
cosa c'è), di Luigi Tenco (Tu non hai capito niente),
vincendo il Festival di Napoli 1964 interpretando in
coppia con Modugno la celebre Tu sì 'na
cosa grande, classificandosi anche al secondo posto con
l'esecuzione solista di Ammore
mio. Nel frattempo Senza fine diviene un
successo internazionale, diventando parte della colonna sonora del film Il
volo della fenice di Robert Aldrich.
Seguono una serie di partecipazioni
al Festival di Sanremo: nel 1965 con Abbracciami
forte[7], nel 1966 con Io
ti darò di più (che diviene il suo più notevole successo
commerciale degli anni sessanta, nonostante lei non ami affatto il brano), nel
1967 con La musica è finita di Nisa, Franco Califano e Umberto Bindi, nel 1968 con Casa
bianca scritta da Don Backy, secondo posto in coppia con Marisa Sannia. Conduce poi cinque puntate del varietà
televisivo Studio
Uno e lavora come attrice in alcuni film. Ornella cambia immagine e
gestualità diventando ancor più sensuale ed elegante. Anche la sua voce
abbandona il registro aggressivo e diventa più suadente, in particolar modo
sulle note basse.
Nel frattempo cambia anche etichetta
discografica e passa dalla Ricordi alla Ariston, pubblicando altri 45 giri di successo
come Tristezza (1967, primo
brano del repertorio brasiliano, che lei ha sempre amato riproporre), la sua
versione di Un'ora sola ti vorrei (sempre del '67) e Una ragione di più, prima sua prova di
cantautrice datata 1969. In questo periodo Ornella incide anche due album intitolati Ai miei amici
cantautori e Io
sì - Ai miei amici cantautori n.2, interpretando brani di quei cantautori che avevano maggiormente
influenzato il suo percorso musicale.
Anni settanta: il
successo, il Brasile, i New Trolls, il lato sexy e il fortunato incontro con
Bardotti[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1970 Ornella partecipa ancora una
volta al Festival di
Sanremo con il brano Eternità che si classifica
quarto, ma col singolo successivo, L'appuntamento di Roberto
Carlos, Erasmo Carlos e Bruno Lauzi, ottiene il suo maggiore successo
commerciale, rimanendo in classifica per molti mesi e vendendo 600.000 copie.
Il brano viene inserito nella colonna sonora del film Tony Arzenta diretto da Duccio Tessari.
Nel 1971 la Vanoni prosegue con il suo
spettacolo teatrale, iniziato a fine anni sessanta, pubblicando il suo primo
album dal vivo (Ah! L'amore l'amore,
quante cose fa fare l'amore!), registrato proprio in occasione di un
recital tenuto al Teatro Lirico di Milano. Nello stesso anno i concerti della
Vanoni si spingono fino all'Olympia di Parigi, il tempio della
musica francese dove la sua esibizione si conclude tra le ovazioni del pubblico
nonostante all'inizio fosse stata contestata la sua versione di Albergo a ore, tratta dal
repertorio della Piaf.
Sempre nel '71, esce un altro dei suoi
cavalli di battaglia: Domani è un altro giorno, versione italiana
di un brano di Tammy Wynette The Wonders
You Perform. Il brano viene presentato a Canzonissima 1971 e
viene inserito nella colonna sonora del film La prima notte di quiete di Valerio Zurlini. Per la finale della
stessa edizione di Canzonissima, Ornella Vanoni interpreta Il
tempo d'impazzire, scritta da Giorgio Calabrese e Andracco. È inoltre
conduttrice del programma E tu che fai? Io questa sera vado a casa di
Ornella, a cui partecipa come ospite anche Lucio Battisti; qualche settimana
dopo registra la prima trasmissione a colori nella storia della televisione
italiana, dal titolo Serata d'onore.
Nel 1972 è in classifica con tre LP (Un gioco senza età e le antologie Vanoni Hits e L'amore),
pubblicando addirittura ben cinque singoli: Che barba amore mio (successo
presentato a Un disco per l'estate e a Senza rete); Parla più
piano, adattamento italiano dalla colonna sonora del film Il padrino; Quei giorni
insieme a te, ottimo brano composto da Riz Ortolani per la colonna sonora del thriller Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci; Io, una
donna (col più fortunato lato B E così per non morire),
presentato in concorso all'autunnale Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia. Infine, Ma
come ho fatto, viene utilizzato l'anno dopo come sigla finale del tv-show
in quattro puntate intitolato L'appuntamento (regia di Antonello Falqui), in cui la Vanoni
offre un nuovo saggio della propria versatilità artistica, dividendo
coraggiosamente la scena con Walter Chiari, da poco uscito di prigione dopo una discussa vicenda
di droga: il programma registra un ottimo indice di gradimento, replicando il
successo già ottenuto alcuni mesi prima dal duo nello spettacolo teatrale Io
con te, tu con me, insieme anche a Carlo Campanini.
Nel 1973 esce il singolo Dettagli: come L'appuntamento, è una cover
brasiliana di Roberto Carlos, tradotta ancora una volta dallo stesso Bruno Lauzi. L'omonimo
album Dettagli riscuote un
enorme successo commerciale (circa mezzo milione di copie vendute).
Nell'autunno dello stesso anno, incide un nuovo LP - l'ultimo per la Ariston - dal
titolo Ornella Vanoni e altre storie, per lo più composto
da cover straniere adattate in italiano: l'album si apre con un'ottima
reinterpretazione della celebre Je suis malade di Serge Lama (adattata in
italiano da Giorgio Calabrese col titolo Sto
male), che la Vanoni presenta alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia.
Nello stesso anno viene scelta come
testimonial pubblicitaria per la Martini, azienda per la quale
girerà numerosi caroselli fino al 1976, interpretandone anche il celebre jingle.
Nel 1974 Ornella Vanoni lascia la Ariston e fonda - con
l'aiuto di Danilo Sabatini (suo compagno dell'epoca) - una propria casa discografica: la Vanilla. Il primo album edito dalla nuova
etichetta, distribuita dalla Fonit-Cetra, si intitola A un certo punto e raggiunge
nuovamente i vertici della classifica totalizzando ancora una volta circa mezzo
milione di copie vendute. Sul finire del '74 è già pronto un nuovo LP: La voglia di sognare (1974), che prende titolo
dall'omonimo, bellissimo brano scritto da Carla Vistarini e Luigi Lopez, premiato l'anno
successivo anche dalla critica discografica e divenuto sigla del Gran Varietà
radiofonico della Rai..
Nel 1975 esce Uomo mio bambino mio, album da cui è tratta anche
l'irriverente Non sai fare l'amore (P. Limiti - S. Fabrizio),
censurata dalla RAI.
Nello stesso anno torna sul piccolo
schermo accanto a Gigi Proietti, nello spettacolo Fatti e fattacci (che vince il
prestigioso Festival
della Rosa d'oro di Montreaux per l'intrattenimento). Il
programma era basato sulle canzoni proposte da Proietti e dalla Vanoni, che
interpretavano la parte di due cantastorie che andavano in
giro per l'Italia con una compagnia di saltimbanchi
fermandosi nella piazza di una città. Successivamente invece è in teatro,
protagonista nella commedia dell'amica Iaia Fiastri intitolata Amori
miei, un grande successo da cui in seguito verrà tratto l'omonimo film interpretato da Monica Vitti.
Nel 1976 realizza, con la collaborazione
di Sergio Bardotti, un prestigioso album insieme a Vinícius de Moraes e Toquinho: La
voglia la pazzia l'incoscienza l'allegria. L'album, interamente
registrato in presa diretta, ottiene un notevole successo di critica e
pubblico, raggiungendo il sesto posto di vendite in classifica. Il disco è una
rilettura di diverse musiche brasiliane di bossa nova, scritte da alcuni
dei più grandi nomi della musica brasiliana come Antônio Carlos Jobim e Chico Buarque, cantate in italiano. Il disco si
presenta come un concept album, ossia come un'opera intera segnata da
un filo conduttore unico: un album a tema composto da canzoni e poesie
interpretate da Vinicius, dove spesso non vi è pausa né termine tra un pezzo e
l'altro, ma sembra quasi la continuazione. Tale progetto discografico
rappresenterà per la Vanoni uno dei momenti più alti a livello qualitativo e
artistico di tutta la sua discografia, dal quale raggiungeranno il successo
brani come "La voglia la pazzia". L'album è presente nella classifica
dei 100 dischi italiani più belli di sempre secondo Rolling Stone Italia alla posizione
numero 76.
Nello stesso anno esce anche la
hit Più (cantata con Gepy), che dà il titolo
all'omonimo LP.
L'anno successivo, dalla collaborazione
con i New Trolls, nasce un nuovo doppio album (Io
dentro / Io fuori), dal quale emergono successi come Ti voglio e Domani
no. Segue una lunga e fortunata serie di concerti.
Nel 1977 la Vanoni posa nuda per la
versione italiana di Playboy chiedendo come
compenso, al posto del denaro, una sfera dell'artista Arnaldo Pomodoro con il quale nasce una profonda
amicizia.
Nel 1978 esce l'LP Vanoni, caratterizzato da atmosfere sensuali e
testi sempre più audaci: Vorrei darti è il successo dell'album
ed esce anche su 45 giri.
Nel 1979 pubblica il primo volume della
serie Oggi le canto così, imponente progetto discografico composto
da quattro LP usciti tra il '79 e l'82, nei quali la Vanoni reinterpreta alcuni
suoi brani storici in versione rinnovata: il primo volume contiene brani
ripresi dal repertorio pubblicato dalla Ricordi e dalla Ariston, le
sue due precedenti case discografiche, ed il solo della serie ad essere
originariamente stampato su etichetta Vanilla; il secondo raccoglie
alcuni pezzi di Gino Paoli e Luigi Tenco che Ornella aveva già
interpretato, con l'eccezione de Il
cielo in una stanza qui proposta per la prima volta,
sotto forma di concept album in quanto spesso i pezzi si
susseguono senza interruzioni e con Ornella che recita alcuni stralci di
canzoni di Tenco; il terzo contiene
le Canzoni della mala interpretate in
passato da Ornella e riarrangiate; e infine con il quarto ed ultimo volume si
conclude la serie delle reinterpretazioni dei successi della cantante.
Ritorna in tv a fianco del comico
siciliano Pino Caruso per lo show Due
come noi con la regia di Antonello Falqui. Di questo programma
è ricordato soprattutto il celebre duetto di grandi successi con l'amico Franco Califano. Inoltre è protagonista, assieme a Ugo Tognazzi, del film I viaggiatori
della sera, del quale Tognazzi è anche regista.
Anni ottanta: Ornella
cantautrice, grandi collaborazioni e il jazz
Gli anni ottanta proseguono all'insegna
di un'autoproduzione consapevole e un cambio di casa discografica, la CGD.
Aprono il decennio tre album di alto
livello: Ricetta di donna (1980), Duemilatrecentouno
parole (1981) e Uomini (1983). Duemilatrecentouno
parole, di cui Ornella scrive ben sei pezzi, contiene oltre alla
famosissima Musica musica anche la tenera e conosciuta Vai,
Valentina e si avvale della presenza di Gino Paoli e Pierangelo Bertoli in due canzoni.
L'album Ricetta di donna vanta le collaborazioni con
Michele Zarrillo, Paolo Conte e Fabrizio de Andrè, il quale scrive il testo
italiano di un classico di Leonard Cohen Famous blue
raincoat, che diventa La famosa volpe azzurra. Mentre l'album Uomini ruota intorno
alla tematica del maschio. Ornella, oltre a continuare a scrivere i testi si
avvale della collaborazione di Lucio Dalla, Toquinho e Gerry Mulligan agli strumenti e di Giorgio Conte con il risultato
di un album di altissima qualità, che, nonostante le polemiche del testo Il
marinaio, di Maurizio Piccoli, ritenuto scabroso, ha dei buoni risultati di
vendita, raggiungendo l'ottavo posto in classifica. Per questi
lavori, Ornella non si limita a collaborare alla produzione (di Sergio Bardotti),
ma scrive anche da sé alcuni pezzi (tra gli altri, "Ricetta di
donna", "Per un'amica" e "Questa notte c'è"). Per la
prima volta, interi album vengono concepiti in funzione di materiale proprio:
2301 sono le parole che scrive di suo pugno per l'omonimo album. "Bisogna
darsi cariche nuove [...] e poi non c'era questo materiale straordinario
d'autore che arrivasse sul tavolo", dichiarerà la cantante in
un'intervista del 1982. Ma la Vanoni fa di necessità virtù, e il riscontro di
pubblico e critica è subito entusiasta. Adotta così una nuova formula di
lavoro, appoggiata da Sergio Bardotti e Maurizio Fabrizio, che diventa una
costante e un brand per i lavori successivi.
Gli anni Ottanta sono anni di importanti
riconoscimenti da parte del Club Tenco: nel 1981 si
aggiudica sia il Premio Tenco come operatore culturale sia
quello come miglior cantautore con l'album Duemilatrecentouno
parole, mentre nel 1984 riceve la Targa Tenco come migliore
interprete con l'album Uomini, diventando l'artista
italiana con maggior numero di riconoscimenti e anche la prima cantautrice ad
aggiudicarsi il premio.
Nel 1985 comincia una lunga serie di
concerti nei principali teatri italiani in coppia con Gino Paoli, che segna il riavvicinamento artistico
dei due a distanza di anni: da questa tournée di grandissimo successo viene
registrato il doppio disco Insieme. Di tale impegno
particolarmente apprezzata sarà la canzone Ti lascio una canzone.
Nel frattempo la Vanoni lavora anche
allo spettacolo di prosa Commedia d'amore, presentato nei teatri al
fianco di Giorgio Albertazzi e portatore di
critiche positive.
Il 18 settembre si esibisce al
concerto Italy for Italy (realizzato per raccogliere fondi per
il disastro di Stava e della Val di Fiemme[8]), cantando Poesia di
Cocciante in duetto con Patty Pravo.
L'anno seguente Ornella si reca a New
York con Sergio Bardotti per registrare Ornella &...: un doppio disco che
presenta una selezione di canzoni italiane d'annata (Ma
l'amore no, Una
sigaretta..), d'autore (Se
stasera sono qui, Chissà
se lo sai..) e dell'ultimo periodo (La
donna cannone, Ancora..) rilette in chiave jazz, con la
collaborazione di massimi esponenti del genere come George Benson, Gil Evans,
Herbie Hancock, Ron Carter e altri. L'album raggiunge la sesta posizione nelle
classifiche di vendita.
Nel 1987 registra a Londra il
prestigioso album "O" (prodotto da
Greg Walsh e Ivano Fossati), che dà il via a un giro di concerti
di alto livello, che sono anche i primi da sola, dal 1982. Per questa tournée
Ornella sceglie nuovi musicisti, affianca ricercati pezzi di repertorio ai
nuovi brani, e si avvale, per l'impianto scenico, degli amici Arnaldo Pomodoro e Gian Ruggero Manzoni (un piano
inclinato triangolare movibile e trasformabile) e per i costumi di Gianni Versace (che ideò un aderente tubino nero
lungo di base e accessori colorati cambiabili). Da questo momento, la Vanoni
imprime la propria creatività anche sulla regia dei tour, a tratti impostata
sul modello "Teatro-Canzone" di Giorgio Gaber, e che continua a
recepire grande apprezzamento da parte del pubblico.
Nel 1989 torna al Festival di
Sanremo con Io come farò, scritta per lei da Gino Paoli, che con
Sergio Bardotti è autore dell'intero album Il giro del
mio mondo. Con questo disco si conclude la collaborazione con Bardotti, ripresa poi
nei primi anni Duemila.
Anni
Nel nuovo decennio, dopo avere raggiunto
il massimo della sua espressione artistica nell'interpretazione di canzoni
d'autore legate alla sensualità e alla malinconia, Ornella punta ad atmosfere
sempre più levigate e raffinate.
La cantante inizia a diradare le sue
apparizioni televisive e la produzione discografica è meno frequente. In questi
anni si lega all'avvocato e manager veneziano Vittorio
Usigli.
Nel 1990 esce l'album Quante storie, per metà scritto da Stefano De Sando. Trovano posto anche Insieme a
te (successo col quale inizia la collaborazione con Mario Lavezzi), Effetti speciali (scritta
da Mariella Nava) e una sua personalissima versione
de La
costruzione di un amore, scritta da Ivano Fossati per Mia Martini.
Nel 1992 esce Stella nascente, primo album di
Ornella Vanoni con la produzione di Mario Lavezzi, che scrive anche il
singolo omonimo insieme a Mogol. In questo disco, la Vanoni ritorna a
firmare i testi di ben cinque canzoni, tra cui Perduto. Inoltre
comincia anche la collaborazione con Grazia Di Michele, che scrive Non era presto per
chiamarti amore. Stella nascente ottiene il disco d'oro per le vendite.
Nel 1995 è la volta di Sheherazade, prodotto ancora da Mario Lavezzi.
Ornella Vanoni è autrice di otto dei dodici ritratti femminili del disco,
incentrato e dedicato ancora una volta alla donna. Il titolo dell'album, Sheherazade (come
anche il brano omonimo), vuole essere un riferimento e una dedica all'ingegno,
alla creatività, al potere della seduzione e della bellezza, propri dell'essere
donna: emblema di ciò è Sheherazade o Sharāzād, personaggio protagonista de Le mille e una notte, che riuscì a
sfuggire alla morte per mano del re persiano Shāhrīyār, trasformando il suo
odio in "lacrime d'amore", grazie al suo fascino e alla sua fantasia.
In una nota dell'album, la cantante definisce Sheherazade "il più grande
archetipo femminile".
L'album, arrangiato da più musicisti, è
tra i più eterogenei circa le atmosfere e le sonorità presenti. Due i
principali successi contenuti nel disco: Per l'eternità di
Mogol-Lavezzi e Rossetto e cioccolato, scritta dalla stessa
Ornella. Anche a questo disco collabora Grazia Di Michele, coautrice assieme
alla Vanoni di tre brani, tra cui Sos (che nel 2009 Ornella
dichiarerà essere la canzone che più rappresenta se stessa e l'amore). Tra gli
altri brani presenti, spiccano Lupa, Il mio trenino, I
desideri delle donne e Angeli e no.
Nel 1996 Ornella Vanoni avrebbe dovuto
partecipare al Festival di Sanremo con un altro brano da lei firmato (Bello
amore), ma poche ore prima della prova d'orchestra al Teatro Ariston, la
melodia del brano (di Giuseppe Barbera) viene eseguita in un programma
radiofonico della RAI, con un altro testo,
da Emilia
Pellegrino, la quale, avendo tentato senza successo la carriera di cantante presso il
Centro Europeo Tuscolano di Mogol, secondo la stampa, avrebbe sottratto uno
spartito con la melodia "incriminata" durante le attività musicali
del CET, per poi riutilizzarla, mossa da frustrazione, per una sorta di
vendetta personale (possibilmente favorita da qualcuno dell'ambiente). La stampa
e la discografia si schierano a favore della Vanoni, definendo la sua una delle
più belle canzoni in gara, ed è la Vanoni stessa a ritirarsi per prima dalla
competizione, prima ancora di una decisione ufficiale della commissione del
Festival di Sanremo[9]. La Vanoni dichiara in una conferenza
stampa che la sua partecipazione al Festival sarebbe comunque stata un "di
più", essendo impegnata nella fortunata tournée di Sheherazade (scenografia
di Arnaldo Pomodoro e costumi di Gianfranco Ferré[10]), della quale inizialmente era anche
prevista la realizzazione di un album dal vivo. Bello amore viene
comunque incluso in una nuova ristampa di Sheherazade, che riceve
il disco d'oro per le vendite.
Nel 1997 Ornella assistendo ad un
concerto tenuto a Milano da un gruppo di tre giovani musicisti, rimane colpita
dal trombettista di talento Paolo Fresu, non ancora
conosciuto al grande pubblico, tanto che tra i due nascerà un'intensa
collaborazione che permetterà la realizzazione di un altro pregevole album, Argilla, nel quale la Vanoni rilegge in chiave
jazz alcuni grandi successi internazionali, talvolta tradotti in italiano, come
il singolo Viaggerai.
«Sapevo che Argilla non avrebbe venduto
nemmeno una copia, era troppo difficile per un paese come l'Italia. Ho comunque
voluto pubblicarlo nonostante per molti sembrasse una pazzia. Molti dei brani
contenuti sono stati registrati una volta soltanto.».
Nel 1999 accompagna Enzo Gragnaniello in gara al Festival di
Sanremo duettando in Alberi, canzone che si classifica al quarto
posto nella categoria Campioni. La Vanoni è anche la
prima cantante a ricevere sul palco del Teatro Ariston il Premio
alla Carriera, istituito proprio in quell'edizione.
Alberi viene inserita nell'album Adesso, disco dal vivo
registrato durante il tour di Argilla (1998): nel cd è
presente anche un testo di Samuele Bersani su musica
di Sakamoto, Isola.
Anni duemila
Nel 2000 Ornella collabora con i Delta V; da questo incontro
nascono dei concerti estivi in alcuni luoghi artistici d'Italia come il Teatro romano di Verona o lo Sferisterio di Macerata.
Nel 2001 incide due album di cover,
prodotti da Mario Lavezzi, in cui rivisita
alcuni grandi successi italiani degli anni sessanta e settanta in chiave
moderna: Un panino una birra e poi... e E poi... la tua bocca da baciare, col quale passa
alla Sony Music. I due album le
valgono rispettivamente un disco di platino e disco d'oro per le vendite.
Nel 2002 esce anche un disco dedicato
alle canzoni di Burt Bacharach (Sogni proibiti), mentre nel 2003
esce Noi, le donne noi, raccolta di alcune
delle sue più belle canzoni dedicate al mondo delle donne, in versione
riarrangiata, unitamente ad alcuni commenti in forma di poesia, recitati dalla
stessa Vanoni. L'inedito Noi, le donne noi è la sigla finale
de Il bello delle donne, fiction interpretata, fra le altre, da Nancy Brilli, che ne incide la sigla in coppia con la stessa
Vanoni e canta nel brano Ricetta di donna.
Nel 2004 Ornella e Gino Paoli incidono l'album
di inediti Ti ricordi? No non mi ricordo (disco di platino per le vendite)
e nel 2005 partono dopo vent'anni con un altro lunghissimo tour di successo, da
cui verranno estratti un doppio CD e un DVD. Il disco riscuote un ottimo
successo commerciale, raggiungendo il terzo posto della classifica degli album
più venduti, vendendo più di 100.000 copie e quindi aggiudicandosi il disco di
platino. Nel marzo 2005, insieme a Gino Paoli, riceve nel Teatro
Rendano di Cosenza il "Riccio d'Argento" di Fatti di
Musica, la rassegna diretta da Ruggero Pegna, per il "Miglior
Concerto Teatrale dell'Anno".
Nello stesso anno, la canzone L'appuntamento viene
inserita nella colonna sonora della pellicola di Steven Soderbergh Ocean's Twelve.
Debutta al Festival Magna Grecia Teatro
2007 di “Femmina e Fuoco - Voci dal mito”. Ornella interpreta i grandi miti
greci nello spettacolo diretto da Giancarlo Cauteruccio. Testo originale del
poeta Roberto Mussapi. Musiche di Raffaele Brancati e Gennaro De Rosa;
dipinti/proiezioni di Teresa Maresca.
Anticipato dal singolo Gli amanti, che riscuote un buon
successo, il 28 settembre 2007 viene pubblicato Una bellissima ragazza, il primo disco di
inediti dal 1995 (anno di Sheherazade); realizzato prevalentemente con Mario Lavezzi e Pacifico, l'album vanta anche la partecipazione di Renato Zero, Ron e Grazia Di Michele come coautori,
nonché la tromba di Paolo Fresu e la voce di Mario Biondi (nel brano Cosa m'importa). La
scrittura degli archi porta la firma di Gianfranco Lombardi, già partecipe ai
lavori de L'appuntamento (1970) e la direzione d'orchestra
di Luigi Lombardi d'Aquino. Una
bellissima ragazza vale alla Vanoni il Premio Lunezia per il valor
musical-letterario delle canzoni nella categoria "Pop d'autore".
L'album viene realizzato in seguito alla conversione di Ornella al Cristianesimo evangelico pentecostale, e dedicato a Gesù Cristo. In copertina appare
il ringraziamento a "Gesù con tutto il cuore, noi due sappiamo
perché"[11]. Il 30 novembre 2007
inizia la tournée (che proseguirà fino a maggio 2008) “Una bellissima ragazza”,
concerto-spettacolo – le scenografie di Giancarlo Cauteruccio e la direzione
musicale di Mario Lavezzi - che la porta nei maggiori teatri d’Italia ed in
Spagna dove partecipa al “Festival Ellas Crean” al National Auditorium di
Madrid e a “Le voci d’Italia”, rassegna organizzata nello splendido Palau de la
musica catalana di Barcellona.
Nell’estate 2008 parte il tour “Ornella
Live 2008” in luoghi storici e magici d’Italia con importanti partecipazioni:
“Omaggio a Rosa Balistieri” con Carmen Consoli a Catania, “Musica per i borghi”
dove duetta con Giorgia a Marsciano, l’ “Omaggio a Fabrizio De André” in seno
al “Time in Jazz” di Paolo Fresu a L’Agnata, “Caulonia Festival” con Eugenio
Bennato a Caulonia Superiore.
Il 2008 è anche l’anno di importanti
riconoscimenti: “Premio Milano donna - le donne che hanno fatto grande Milano”,
“Premio Marisa Bellisario Speciale alla Carriera “ dedicato a “Le donne che
progettano il futuro: innovazione, creatività, meritocrazia”.
2008-2009: i 50 anni di
carriera e il successo di Più di me, Più di te
Il 17 ottobre 2008 viene pubblicato
l'album Più di me, raccolta dei suoi
grandi successi interpretati in duetto con alcuni illustri colleghi, fra
cui Mina (Amiche mai), Eros Ramazzotti (con Solo un volo, primo singolo
estratto), i Pooh (Eternità), Jovanotti (Più e Io
so che ti amerò), Fiorella Mannoia (Senza paura), Claudio Baglioni (Domani è un
altro giorno), Lucio Dalla (Senza fine), Gianni Morandi (La musica è
finita), Carmen Consoli (L'appuntamento),
e la rivelazione dell'anno Giusy Ferreri (Una ragione di più).[12] Il giorno
seguente, per festeggiare i 50 anni di carriera, Ornella tiene un grande
concerto in piazza Duomo a Milano davanti a una
folla di 35 000 persone. Il disco riscuote un ottimo successo commerciale
(oltre 200.000 copie vendute), ricevendo il doppio disco di platino, mentre il
duetto con Eros Ramazzotti conquista la
prima posizione nella classifica dei brani più scaricati legalmente. Inoltre è
protagonista dello spettacolo “Ornella ancora più di me” in prima serata Rai 1,
caratterizzato, oltre che dai duetti con gran parte degli artisti che hanno
partecipato al cd, da monologhi e parlato “a braccio”, senza copione e come se
non ci fossero le telecamere. Queste caratteristiche trasmettono al pubblico
spontaneità e divertimento tanto da sbancare auditel e share.
Nel 2009 partecipa alla 59ª edizione del
Festival di Sanremo come madrina della giovane cantante Simona Molinari, con cui duetta nel
brano Egocentrica. Durante la serata interpreta anche Vedrai
vedrai di Luigi Tenco, e ricorda Mino Reitano cantando Una ragione di più.
Nell'aprile dello stesso anno è guest
star dello spettacolo Shock[13], balletto sulla catarsi
dei vizi capitali, ideato e diretto da Andrea Forte Calatti e in scena al Teatro degli Arcimboldi, in cui Ornella interpreta due brani
inediti sulle cui note danzano i Ballerini del Teatro alla Scala: La stagion
lieta, tratta dal testo di Giosuè Carducci musicato da Alberto Soresina, e Una nuova
vita, testo di Andrea Forte Calatti e musiche di Stefano Sanpietro.
Il 15 maggio 2009 esce per la Sony il
primo volume del progetto di Alberto Zeppieri "Capo Verde, terra d'amore", per il
World Food Programme delle Nazioni Unite: Ornella interpreta "Buona
Vita" (Chantre, Vanoni, Zeppieri), duettando con il compositore originale
Teofilo Chantre.
Il 13 novembre 2009 esce il disco Più
di te, dedicato ancora una volta al mondo dei cantautori: Ornella Vanoni
canta al maschile testi come Alta marea (Antonello Venditti), Quanto tempo e ancora (singolo
che ha anticipato l'album, di Biagio Antonacci), Dune mosse (Zucchero Fornaciari), La mia storia tra le dita (Gianluca Grignani), Ogni volta (Vasco Rossi), e duetta con Lucio Dalla, Gianni Morandi, Mario Lavezzi (Vita), Samuele Bersani (Replay), Pino Daniele (Anima), Ron (Non abbiam
bisogno di parole), Gianna Nannini (I maschi). Quest'ultimo album ottiene
il disco d'oro[14] per le vendite.
Con Claudio Baglioni ha di nuovo
duettato nel disco Q.P.G.A., con la canzone Fiore
de sale.
Anni duemiladieci
Il 25 luglio 2010 riceve il Premio
Lunezia alla carriera.
Il 5 ottobre dello stesso anno esce per
la Sony Music un nuovo disco dal vivo, registrato l'anno precedente durante
alcune serate esclusive al Blue Note di Milano: Live al Blue Note.
Il 26 ottobre 2010 esce Donne dei Neri per Caso, album di duetti a
cappella con importanti artiste donne[15], tra le quali Ornella
Vanoni, che reinterpreta Io che amo solo te di Sergio Endrigo.
Nel 2011 incide con Roberto Vecchioni una nuova
versione di Dentro gli occhi, canzone con cui i due avevano già
duettato nell'album Hollywood Hollywood (1982). In settembre ritorna a
cantare le Canzoni della Mala al Piccolo Teatro di Milano insieme a Peppe Servillo, e partecipa come
giudice al nuovo talent show di Rai 2 Star Academy. Nel mese seguente
viene pubblicata la sua autobiografia Una bellissima ragazza.
Nell'estate del 2012, la cantante Katy Garbi pubblica per il
mercato greco un duetto virtuale con Ornella Vanoni nella sua canzone Buona
vita (tratto dall'album Una bellissima ragazza, del 2007), riscuotendo un buon
successo di classifica. Nello stesso periodo, riceve a Capri il
prestigioso Premio Faraglioni, riconoscimento
patrocinato dal Presidente della repubblica.
L'11 marzo 2013 viene presentato
al Piccolo Teatro di Milano il docufilm di Alexandra
della Porta Rodiani sulla vita dell'artista, intitolato Ornella Vanoni.
Ricetta di donna.
Anticipato dal singolo estivo Basta
poco, il 10 settembre 2013 esce con la
consueta produzione di Mario Lavezzi, l'album Meticci (Io mi fermo
qui), nel quale Ornella collabora anche con Nada e Franco Battiato, annunciandolo come
il suo ultimo lavoro di inediti. L'album ottiene un buon successo, esordendo al
4° delle classifiche nella prima settimana. Nel frattempo, la cantante porta
avanti una serie di concerti jazz, iniziati in Svizzera, ad Ascona, con la All Star Jazz
Band, e prosegue con altre date a New York, a Venezia e al Blue Note di Milano.
Il 16 ottobre 2013, Giornata Mondiale
dell'Alimentazione, Ornella è presente nel quarto volume musicale prodotto da
Alberto Zeppieri per il World Food Programme delle Nazioni Unite, intitolato Capo
Verde, terra d'amore, con il brano La parola (È preciso perdoar),
cantato in coppia con Gino Paoli.
Nel febbraio 2014 Ornella annuncia la
sua ultima tournée teatrale intitolata Un filo di trucco, un filo di tacco,
titolo che ricorda la frase che la madre della Vanoni le ripeté per anni prima
di uscire. Lo spettacolo, portato nei principali e più grandi teatri
italiani, presenta davvero l'aspetto di un recital composto non soltanto
dall'esecuzione dei più importanti successi della cantante, ma anche momenti di
dialogo con il pubblico e monologhi scritti proprio dalla Vanoni.
«Dopo aver annunciato che Un filo di
trucco, un filo di trucco sarà la mia ultima tournée tutti mi chiedono se
smetterò di cantare. Non ci penso neanche! Fino a quando potrò canterò, non
potrei fare altrimenti. Sarà l'ultima tournée nel senso che non ho più le forze
di tenere un palco per più di due ore e alternare musica a recitazione.»
A maggio, è ospite della sesta puntata
del serale di Amici di Maria De Filippi, e apre inoltre il
quinto volume di Capo Verde, terra d'amore, album prodotto da
Zeppieri per il mensile italiano Musica Jazz, con una nuova versione di Buona vita,
assieme a Katy Garbi e alla tromba e
al flicorno di Paolo Fresu.
Nel 2015, dopo aver festeggiato il
traguardo degli ottant'anni, riprende ad esibirsi dal vivo con il tour Un
filo di trucco, un filo di tacco e contemporaneamente ritorna sul
grande schermo recitando al fianco di Claudio Bisio, Renato Pozzetto e Frank Matano nel film di Alessandro Genovesi Ma che bella sorpresa.
Nel settembre dello stesso anno
partecipa al tributo della rivista Musica Jazz in occasione del decennale della scomparsa
di Sergio Endrigo[16], interpretando Uomini nella
raccolta Momenti di jazz[17]. A dicembre le viene
conferito il Premio Elsa Morante Musica alla Carriera, come riconoscimento per
la lunga e virtuosa carriera.
Tra il 2015 e il 2016, la cantante è
nuovamente in tour con un ennesimo spettacolo totalmente acustico, dal
titolo Free soul. «Il concerto si apre con la voce di Vinicius De
Moraes che recita una poesia e poi la scaletta spazia dal jazz alla bossanova,
dai suoi grandi successi e ad alcune chicche che Ornella regalerà al pubblico,
senza tralasciare le radici soul che da sempre accompagnano le sue
interpretazioni più intense. L'aspetto più emozionante del concerto rimane il
dialogo verbale tra Ornella e il pubblico: a ruota libera, senza un copione scritto,
racconta la libertà dell'anima.»[18]
Dopo un periodo di pausa, il 28 ottobre
2017 apre la stagione del Piccolo teatro Strehler di Milano, a cui è molto
legata, con lo spettacolo ideato appositamente per l'occasione, "Sono nata
qui. Ornella Vanoni in concerto", in cui ripercorre tutta la sua carriera,
alternando celebri canzoni tratte dal sua prestigioso repertorio a momenti di
ironia e dialogo con il pubblico. Lo spettacolo diventa anche un programma
televisivo, trasmesso da Sky arte e accompagnato da una lunga intervista
esclusiva.
Il ritorno a
Sanremo, Imparare ad amarsi e l'album ontologico
Nel dicembre 2017 viene annunciata la
partecipazione di Ornella al Festival di Sanremo 2018, a distanza di
vent'anni dall'ultima volta, insieme a Bungaro e Pacifico con un brano intitolato Imparare ad amarsi[19], dimostrando ancora
una forte capacità interpretativa e scenica, e riceverà una standing ovation
durante la serata finale. Nella serata dedicata ai duetti, canta il brano
insieme all'attore Alessandro Preziosi. Al Festival la canzone si piazza al
quinto posto della classifica, e ad Ornella viene attribuito il Premio Sergio Endrigo attribuito dalla
stampa per la migliore interpretazione.[20] Il 9 febbraio
dello stesso anno esce l'album antologico Un pugno di stelle, contenente 58 tracce suddivise in 3
dischi tra celebri successi, duetti e cover.
Durante tutto il 2018 e parte del 2019 è
nei principali teatri italiani con lo spettacolo La mia storia tour ,
in cui canta anche l'ultimo successo, Imparare ad amarsi.
Nel 2019 partecipa alla seconda edizione del
programma Ora o mai più, condotto da Amadeus su Rai 1, in qualità di Coach
del cantante Paolo Vallesi. Dal settembre 2019 è
giudice della prima edizione di Amici Celebrities condotto
da Maria De Filippi prima, e poi
da Michelle Hunziker, su Canale 5.
Il 1º dicembre 2019 è protagonista del
programma "In Arte...Ornella Vanoni" condotto da Pino Strabioli, con
il quale ripercorre la sua lunga carriera, alternando all'intervista rari
filmati.
Anni duemilaventi
Durante la serata del 6 febbraio della
settantesima edizione del Festival di Sanremo accompagna Alberto Urso
cantando La voce del silenzio.
Nello stesso anno prende parte al supergruppo Italian Allstars 4 Life che riunisce oltre cinquanta
artisti italiani per l'incisione del brano Ma il cielo è sempre
blu (Italian Stars 4 Life), cover corale del brano di Rino Gaetano. I ricavati del
singolo, pubblicato l'8 maggio, vengono devoluti alla Croce Rossa Italiana per sostenere Il Tempo
della Gentilezza, progetto a supporto delle persone più fragili colpite
dalla pandemia di COVID-19 del 2019-2021. Durante lo stesso
periodo pubblica sulle principali piattaforme digitali, la versione in chiave
jazz della celeberrima canzone Domani è un altro giorno, con
l'amico Paolo Fresu, alla tromba, e Rita Marcotulli, al pianoforte
Il 4 agosto 2020, in occasione della
cerimonia di inaugurazione del nuovo Viadotto Genova San Giorgio, viene diffusa
la nuova versione di Crêuza de mä, originariamente eseguita da
Fabrizio De Andrè, cantata da 18 artisti italiani, tra i quali, oltre alla
stessa Vanoni, Mina, Zucchero, Diodato, Gianna Nannini, Mauro Pagani, Vinicio
Capossela, Vasco Rossi, Paolo Fresu, Vittorio De Scalzi, Jack Savoretti,
Antonella Ruggiero, Francesco Guccini, Ivano Fossati, Ornella Vanoni, Giuliano
Sangiorgi, Cristiano De André, su progetto di Dori Ghezzi.
Il sessantennale di
carriera con l'album Unica e il film Senza Fine
Nell'estate 2020 firma un contratto con
la casa discografica BMG e annuncia la preparazione di un nuovo album di inediti,
a distanza di sette anni dall'ultimo. L'album, composto da 11 inediti, si
intitola Unica, è uscito il 29 gennaio 2021 e si
tratta del 50º album della cantante. Il disco è disponibile in tre diverse
versioni (deluxe version, Vinile e digital download) e dal 25 giugno anche su
tutte le piattaforme digitali. L'8 gennaio 2021 viene pubblicato il
singolo Un sorriso dentro al pianto, scritto da Francesco Gabbani, mentre il 29 gennaio
esce Arcobaleno, scritto da Giuliano Sangiorgi. L'album riscuoterà un importante
successo di critica e pubblico, piazzandosi alla terza posizione della
classifica delle vendite.
Il 6 marzo 2021 è ospite d'onore
dell'ultima serata del 71º Festival di Sanremo, nel quale si
esibisce con un medley dei più grandi successi del suo vasto repertorio e Un sorriso dentro al pianto accompagnata al
pianoforte dall'autore del brano Francesco Gabbani.
Il 26 marzo è la volta del singolo Isole
Viaggianti. Mentre il 4 giugno esce il 45 giri doppio lato A su vinile
rosso in edizione autografata, limitata e numerata di Isole Viaggianti
- Un sorriso dentro al pianto (piano e voce versione inedita).
Nello stesso anno è anche guest star
della quarta puntata della fiction di Rai 1, La Compagnia del Cigno diretta da Ivan Cotroneo. A luglio 2021 esce
l'ironica e raffinata hit estiva Toy Boy, con Colapesce e DiMartino, il cui videoclip è
diretto dal regista candidato agli Oscar Luca Guadagnino.
Il 31 luglio dello stesso anno riceve
il Power HitStory alla carriera nel corso della manifestazione
canora Power Hits Estate 2021 all'Arena di Verona, esibendosi dal vivo
con Domani è un altro giorno e Un sorriso dentro al
pianto, e ricevendo l'ovazione del pubblico.
Il 10 settembre viene presentato come
evento speciale nella selezione ufficiale delle Giornate degli autori nel
corso della 78ª Mostra
internazionale d'arte cinematografica di Venezia il documentario
che riprende il titolo di uno dei maggiori successi della cantante, Senza
Fine, diretto da Elisa Fuksas e prodotto Tenderstories, Wildside e Theindianaway. Nel film ci sono,
tra gli altri, Paolo Fresu, Samuele Bersani e Vinicio Capossela. E ci sono tutte le
passioni forti e le solitudini, le vette e gli abbandoni dell'iconica cantante
italiana.
«Non è un film definitivo sulla Vanoni…
è un film sul nostro incontro ed è sgangherato come lo siamo noi…. Ornella mi
ha insegnato ad essere coraggiosa»[21] afferma la
regista.
La presenza dell'artista a Venezia è inoltre il
pretesto per consegnarle il prestigioso riconoscimento alla carriera Soundtrack
Stars Award come omaggio alla sua voce straordinaria e alla
sua storia d’amore “senza fine” con la musica.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ornella_Vanoni
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